Le somme compongono gran parte dei debiti fuori bilancio che fanno rischiare il dissesto a Taormina. Ingiunzione da quasi 25 milioni di euro per le vicende legate alla costruzione dei parcheggi
TAORMINA (ME) – Ricorsi contro ricorsi, entra nel vivo la contesa legale del cosiddetto “lodo Impregilo”, che vede il Comune di Taormina soccombente nei confronti della società lombarda per somme relative ai lavori effettuati negli anni Novanta per la costruzione dei parcheggi Lumbi e Porta Catania e della galleria Monte Tauro, del valore di circa 68 miliardi delle vecchie lire. L’apertura della contesa risale al 1996 e, tra diversi filoni d’inchiesta, l’Impregilo è tornata oggi a fare valere la richiesta di ben 24,7 milioni di euro, più spese di giudizio, già sentenziati dall’arbitrato del 1997 presso il Tribunale di Messina e richiesti poi tramite decreto ingiuntivo n. 185 del 2007 dalla sezione del Tribunale di Taormina.
Su quella somma si era arrivati in seguito, nel gennaio del 2012, all’esecuzione provvisoria di circa 4,4 milioni di euro, ma lo scorso 12 dicembre è arrivata l’ordinanza del Giudice Onorario, Giuseppe Grasso, che ha reso esecutiva la notifica dell’intera somma oggetto dell’ingiunzione, in quanto si ritiene che l’opposizione al decreto sia arrivata oltre i termini consentiti dalla legge. Una delle ragioni che hanno costretto il Comune a richiedere, nella seduta del Civico consesso del 29 dicembre, l’accesso al decreto “Salva Enti”, ovvero la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, con il beneficio di un mutuo del Governo e la predisposizione di un Piano di rientro decennale. Tutto ciò per evitare il dissesto finanziario dovuto a debiti fuori bilancio per circa 46 milioni di euro, tra i quali gran parte derivanti dal lodo Impregilo.
La società costruttrice però questa somma la contempla già in bilancio e il guaio è che adesso rischia di rimanere vana anche l’ultima possibilità di opposizione al decreto ingiuntivo che era stata presentata il 15 gennaio dagli avvocati difensori del Comune, causa il controricorso firmato dall’avvocato della Impre.Par. Impregilo Partecipazioni – che ricordiamo si trova attualmente in liquidazione – nel quale viene ribadito quanto già richiesto e decretato dal Tribunale e menzionata l’esecutività della notifica dei 24,7 milioni di euro, a partire dal 18 gennaio 2013.
Su cosa si basa, invece, la difesa del Comune di Taormina presentata tre giorni prima dagli avvocati Francesco Munafò ed Andrea Scuderi? In essa si ritiene “sorprendente” la decisione presa dal Giudice Onorario “che ha ritenuto – si legge nelle motivazioni – di potersi discostare in maniera eclatante dai giudizi precedenti, pensando di sovrapporre una nuova esecutività totale a quella soltanto parziale che era stata già concessa” (riferimento alla richiesta provvisoria di 4,4 milioni). Si ritiene inoltre che sia stato “erroneamente applicato l’art. 647 del Codice di Procedura Civile, in quanto utilizzato per formulare una libera deliberazione e non invece un’ordinanza, senza tener conto dell’esistenza di un giudizio di opposizione pendente, anche nel caso si voglia considerare l’ipotetica irregolarità o tardività dell’opposizione stessa”. I difensori del Comune hanno così chiesto “un’istanza di abbreviazione d’udienza e la revoca del provvedimento stesso”.
Pare che Palazzo dei Giurati abbia pronta adesso una contro-richiesta di danni nei confronti della Impregilo, sulla base di una ricognizione tecnica sullo stato delle opere da essa costruite. Sembra proprio l’ultima estrema speranza a cui aggrapparsi per risolvere a proprio favore le sorti di un lodo milionario che, con i continui aggravi fiscali, pende ormai anche sulle tasche dell’intera cittadinanza.