“Intanto voglio subito citare la rimodulazione della rete ospedaliera: siamo passati da 1.750 posti letto, che era la sommatoria dei posti letto delle due aziende (Policlinico e Vittorio Emanuele), a 1.050. Questo ha comportato una revisione logistica sia del Policlinico che del San Marco. Su quest’ultimo andremo a fare tutto il Dipartimento materno-infantile, un “trauma center” e la terza torre che sarà destinata a parcheggio multipiano, foresteria, ristorante e una serie di poliambulatori”.
“Il San Marco darà veramente a Librino quella spinta determinante nella logica del rilancio di questo grande quartiere di 70.000 abitanti. Realizzare lì questa struttura ricettiva diventa veramente importante. Peraltro ho già preso contatti, che spero di concludere entro il mese di febbraio, con Antonio Presti. Subito dopo la festa di Sant’Agata è probabile che si organizzi un sopralluogo per vedere come realizzare nella “hospital suite” (un percorso coperto che separa i due blocchi, attraversando da Est a Ovest l’Ospedale di Librino) una mostra fotografica. Vorremmo realizzare, coinvolgendo le scuole e gli abitanti del quartiere, delle opere, delle sculture, per abbellire il Centro ospedaliero”.
“Abbiamo proceduto a una revisione dell’organizzazione, concentrando tutti gli uffici amministrativi dell’azienda nel Policlinico: dal settore personale a quello economico-finanziario, passando per i locali della Direzione generale. Questo agevola non poco l’attività degli Uffici che non hanno più la necessità di spostarsi da un posto all’altro. Per quanto riguarda il ‘Blocco A’, il cosiddetto ‘Serpentone’, abbiamo avuto un problema relativo al finanziamento delle attrezzature. Bisogna pensare che mentre al San Marco siamo riusciti, attraverso una gara d’appalto, ad ottenere una struttura chiavi in mano e perfettamente funzionante, sul Lotto A, dove sistemeremo il Dipartimento Cardio-toraco-vascolare, l’appalto era soltanto per le strutture edili, mentre per gli strumenti abbiamo dovuto aspettare un finanziamento di circa 14 milioni. Questa settimana procederò all’approvazione e alle pubblicazione dei bandi di gara per avere entro l’anno tutte le strutture, le sale operatorie e via discorrendo. Si è perso un po’ di tempo anche per razionalizzare i costi: abbiamo fatto un inventario di tutto quanto c’era nelle strutture che andranno ad essere dismesse e che possiamo recuperare. Quanto c’è di buono e di funzionante di certo non lo buttiamo”.
“Dal punto di vista edilizio, i lavori sono stati completati. Anche in questo caso stiamo aspettando un finanziamento che ci consentirà di acquistare le attrezzature che ci mancano, fermo restando che alcune verranno recuperate da altre strutture in corso di dismissione”.
“Vado via sereno perché tutto il personale precario delle due ex strutture è stato sistemato all’interno dei ruoli dell’azienda”.
“Nei giorni scorsi abbiamo fatto il secondo trapianto di cuore, un’operazione perfetta dall’inizio alla fine. La Cardiochirurgia etnea ha fatto un salto di qualità importante, con un incremento del 300% negli ultimi due anni da quando è arrivato il primario Carmelo Mignosa. Abbiamo anche un reparto di Neurochirurgia, dotato di attrezzature che lo mettono all’avanguardia in tutta Italia. Altra punta di diamante della nostra azienda è diventata l’Oncoematologia pediatrica, riconosciuta come eccellenza del Meridione: abbiamo recuperato il vecchio edificio in cui era ospitato ed oggi è una struttura innovativa, con camere sterili dove si fa il trapianto di midollo. C’è un’equipe multidisciplinare che comprende anche l’assistenza psicologica. Inoltre, motivo d’orgoglio della mia amministrazione è che abbiamo speso tutti i fondi europei, con l’acquisto di mammografi di ultima generazione, tac e altre attrezzature. Spese certificate dalla Regione siciliana”.
“Gestire questa azienda è molto difficile, tenendo conto delle tre mission fondamentali che abbiamo: didattica, assistenza e ricerca. Noi non ci troviamo a gestire solo il Policlinico, ma due realtà molto diverse tra di loro. Questa fusione di strutture e funzioni diverse in Italia, oltre a Catania, esiste solo a Udine”.