Mani di forbice comunali senza criterio: quando il verde pubblico è maltrattato - QdS

Mani di forbice comunali senza criterio: quando il verde pubblico è maltrattato

Vincenza Grimaudo

Mani di forbice comunali senza criterio: quando il verde pubblico è maltrattato

giovedì 14 Febbraio 2013

Gli agronomi denunciano: “Sconcerto nel vedere la capitozzatura in modo così diffuso e ingiustificato”

TRAPANI – Verde pubblico in sfacelo. Lo dicono gli addetti ai lavori, i cittadini e anche gli ambientalisti. Un coro unico che ha anche tutto il sapore dell’allarme lanciato a chi di competenza per evitare che le pochissime aree rimaste possano definitivamente scomparire. Il grido disperato è stato rilanciato in questi giorni e porta la firma di diversi agronomi della città, più o meno affermati, che puntano il dito contro il Comune per l’attuale gestione del già esiguo verde pubblico. Ad alzare la voce tra tutti Giuseppe Pellegrino, presidente dell’Ordine degli agronomi di Trapani, che manifesta sconcerto e amarezza nel “vedere effettuata la capitozzatura in maniera così diffusa ed ingiustificata a carico delle piante arboree sempre verdi tipo ficus beniamina”. Il capitozzo infatti è per definizione un taglio eseguito all’internodo e può riguardare sia le grosse branche ad andamento verticale che le ramificazioni laterali. “Il taglio eseguito all’internodo – dice Pellegrino – ha spesso come conseguenza lo sviluppo di carie del legno prodotte da agenti fungini. Inoltre il taglio all’internodo, quando non porta alla morte del ramo o della branca, stimola la produzione di ricacci, mentre contemporaneamente si assiste all’alterazione del legno e alla possibile creazione di una cavità idonea allo sviluppo di carie interne”.
Nella nota il presidente degli agronomi ricorda come il verde, nel tessuto urbano, assume un ruolo determinante ed assolve, oltre all’ormai consolidata funzione decorativa che non dovrebbe mai essere trascurata, una serie di altre funzioni: che sia ecologica, climatica, urbanistica, percettiva, ricreativa, scientifico-didattica ed anche economica. A Trapani però i “polmoni” della città diventano sempre più striminziti. Lo conferma il “XIX Rapporto sulla qualità ambientale dei Comuni capoluogo di provincia del 2012” che riporta come la città di Trapani sia posizionata come verde urbano fruibile agli ultimi posti ( 41° posto su 45 con 0,71 metri quadrati per abitante e come area di verde totale pari a 385 su 10.000 metri quadrati di superficie comunale).
Pellegrino, che è stato sino alla scorsa legislatura consigliere comunale in qualità di espressione dei circoli socialisti, ricorda al sindaco Vito Damiano che la precedente amministrazione aveva preparato, tramite l’architetto Mariella Iovino, il regolamento comunale per la tutela del verde urbano. “In esso – sostiene – si prevede che la potatura, quale intervento che riveste un carattere di straordinarietà, può essere effettuata esclusivamente per eliminare rami secchi, lesionati o ammalati, per motivi di difesa fitosanitaria, per problemi di pubblica incolumità, per rimuovere elementi di ostacolo alla circolazione stradale, nei casi di interferenza con reti tecnologiche preesistenti o con infrastrutture”. Quindi, sempre secondo il presidente degli Agronomi, salvo specifica autorizzazione del settore ambiente e verde pubblico, è vietata la capitozzatura, cioè l’asportazione totale della chioma. “In considerazione di ciò – scrive Pellegrino – chiedo al sindaco di bloccare questa potatura non corretta delle piante della città ed a fare eseguire questi lavori sotto la direzione di personale responsabile e qualificato”. Ad alzare la voce anche Legambiente, altrettanto preoccupata.
“Raccogliamo le proteste dei cittadini e condividiamo l’istanza dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della provincia di Trapani. Pertanto chiediamo – scrive Gianfranco Zanna, direttore regionale di Legambiente Sicilia – al sindaco di Trapani di bloccare questa scriteriata potatura delle piante della città”. L’associazione ambientalista ricalca in toto la posizione di Pellegrino: “Il verde pubblico – aggiunge Zanna – ha un ruolo fondamentale per la città. Di conseguenza qualsiasi procedimento deve essere eseguito sotto la direzione di personale responsabile e qualificato”. Già il Comune era finito sotto accusa per il progetto di restylng di piazza Martiri d’Ungheria dove buona parte del verde pubblico venne del tutto eliminato.

Il sindaco non ci sta: interventi straordinari e necessari

TRAPANI – “Questa amministrazione ha a cuore il verde pubblico e si adopera per la sua salvaguardia”. Così il sindaco, Vito Damiano, risponde alle obiezioni sollevate dal presidente dell’Ordine degli Agronomi, Giuseppe Pellegrino e da Legambiente riguardo alla potatura di alcuni alberi in città. “Un intervento- precisa il primo cittadino – eseguito per ragioni di sicurezza e per assicurare la salute degli alberi”. La potatura, secondo Damiano, ha permesso di tagliare rami secchi, malati o troppo fitti evitando che andassero ad interferire con reti telefoniche o elettriche. La capitozzatura, ossia il taglio nel punto in cui il tronco si dirama, è stata eseguita principalmente su quegli esemplari che non venivano potati da diversi anni, alcuni da oltre otto anni, e che avevano raggiunto delle altezze eccessive provocando disagi ai cittadini. Alcuni oleandri e alberi di ficus, ad esempio, fuoriuscivano dal marciapiede occupando parte della sede stradale e in alcuni casi occludevano la visuale di balconi e finestre. Alcuni rami, inoltre, erano diventati talmente pesanti da rischiare concretamente di precipitare al suolo compromettendo l’incolumità pubblica: “Gli interventi rivestivano, dunque, – aggiunge Damiano – carattere di esclusiva straordinarietà”. Il primo cittadino precisa, inoltre, che quanto prima verrà redatto un regolamento comunale per la tutela del verde urbano riprendendo quello che nel 2010 era stato sottoposto all’esame del consiglio comunale. “ Il Comune – conclude il sindaco – è sempre disponibile ad accogliere e valutare nuove idee e suggerimenti in previsione di una proficua collaborazione con l’ordine degli agronomi”.

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