Burocrazia e credito nemici delle imprese - QdS

Burocrazia e credito nemici delle imprese

Carlo Passarello

Burocrazia e credito nemici delle imprese

venerdì 15 Febbraio 2013

Forum con Giuseppe Di Giovanna, Presidente Ance Palermo

In una congiuntura economica negativa, che penalizza oltre modo il settore edilizio, come giudica i primi provvedimenti della giunta Crocetta?
“Non si può non essere d’accordo con delle azioni che portano ad un maggiore ordine della struttura burocratica. Proprio la burocrazia è il maggiore impedimento che si frappone agli imprenditori, assieme al malaffare. Vedo un futuro più roseo, anche perché siamo nel buio più pesto e può solo fare luce”.
La necessità di sfruttare i fondi europei è indiscutibile. In che modo le associazioni di categoria possono intervenire?
“Proprio il 15 febbraio faremo un convegno dove metteremo in evidenza i fondi disponibili e finora inutilizzati. Ci sono delibere Cipe e i fondi europei sono già pronti per essere spesi: si tratta di oltre un miliardo per opere che sono già cantierabili.  E questo miliardo è solo per il settore della depurazione. Ce ne sono diversi altri per strade, edilizia e reti fognarie”.

Da cosa dipende lo sblocco di questi fondi?
“Il nostro problema finora è stato la malapolitica. Questi soldi a cui mi riferisco sono già stati deliberati e stanziati, aspettano solo l’ultimo step. Vogliamo capire chi non apre il cassetto e perché. Stiamo vedendo un’inversione di tendenza, aspettiamo i risultati”.

Qual è il quadro della provincia di Palermo nel comparto edile?
“La situazione è drammatica. Il termometro della situazione lo dà la cassa edile, da cui emerge un grosso tracollo della contribuzione. Ci sono alti valori in termini di insolvenza e questo testimonia le difficoltà”.

Le ricette per ripartire quali possono essere e verso chi devono essere rivolte?
“Innanzitutto chiariamo che l’economia si riprende con le piccole e medie opere. Solo queste diventano un vero moltiplicatore sociale. Bisogna fare opere diffuse sul territorio, soprattutto perché il territorio ne ha bisogno. Parliamo delle strade senza manutenzione, oltre che della situazione di scuole, uffici e abitazioni. Sono interventi preziosi per valorizzare il patrimonio erariale”.
La responsabilità è quindi tutta delle istituzioni?
“Per quello che riguarda il settore privato le principali responsabilità sono da attribuire alle banche. Direi che la metà della colpa è degli istituti di credito e l’altra metà della crisi economica. Prima ogni imprenditore poteva far fronte alle spese immediate tramite il supporto del proprio credito bancario, ora non è così e le difficoltà sono enormi. Senza i mutui l’edilizia privata crolla”.
La Fondazione Tregua si è fatta portavoce di un protocollo d’intesa per un piano antisismico in tutta la regione. E’ un progetto che può essere funzionale allo sviluppo economico oltre che alla sicurezza dei siciliani?
“Dobbiamo intervenire prima che ci siano le tragedie. Dobbiamo andare anche oltre la legge antisismica. Il progetto della Fondazione ritengo comunque sia interessante e lo approfondirò volentieri, potrebbe davvero fornire una risorsa”.

Quali servizi fornisce l’Ance ai propri iscritti?
“Forniamo assistenza legale, amministrativa e facciamo da riferimento per la mediazione in caso di controversie con le maestranze. Da noi si chiudono gli accordi sindacali. Con vanto devo dire che durante la mia presidenza c’è stato un cambio di tendenza. Abbiamo introdotto il libretto dell’associato, che include tutte le informazioni in nostro possesso sull’imprenditore iscritto, comprese eventuali indagini a suo carico. Siamo stati degli antesignani, perché anche l’Ance nazionale lo ha recentemente adottato”.
 
Quale novità ritiene possa fornire un contributo alla tutela del patrimonio edilizio, che soprattutto a Palermo sembra davvero in condizioni precarie?
“Il cemento armato esiste da meno di cento anni. Non sappiamo come resiste nel tempo nemmeno quello di ottima fattura. Per questo ritengo si debba mettere in piedi una corvetta che verifichi la stabilità degli edifici”.
Esiste quindi un diffuso problema strutturale per quello che riguarda l’edilizia?
“E’ vero che molti edifici, anche in via Libertà, hanno problemi strutturali. Va programmato un controllo. La nostra associazione ne aveva parlato con il Comune già dieci anni fa. Senza pregiudizi va presa in considerazione la possibilità di demolire e ricostruire, in termini completamente diversi da come fatto finora ma senza aver paura”.

Si può pensare ad un strumento nuovo per fare un completo monitoraggio?
“Il monitoraggio ci vuole, esistono sistemi che possono dare l’indicazione sulla stabilità delle strutture. Sono piccoli marchingegni che si mettono nella tromba delle scale e verificano la stabilità dei palazzi. Si tratta di qualcosa di essenziale: oltre al certificato energetico ogni edificio deve avere anche un proprio libretto che contenga tutti i dati sulla stabilità”.
 

 
Curriculum Giuseppe Di Giovanna
 
Giuseppe Di Giovanna nasce a  Palermo nel 1959. Diplomato all’istituto per geometri e iscritto all’apposito albo dal 1979. Inizia subito a lavorare come direttore tecnico e amministrativo di diverte società edili, in particolare nel settore dei lavori pubblici. Si occupa di attività tecniche ma anche progettuali e amministrative. Dal 2004 al 2007 è vicepresidente di Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Palermo, di cui assume presidenza proprio nel 2007. E’ vicepresidente di Ance Sicilia e componente del consiglio di presidenza nazionale.

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