Le cooperative, più resistenti alla crisi - QdS

Le cooperative, più resistenti alla crisi

Carlo Passarello

Le cooperative, più resistenti alla crisi

martedì 26 Febbraio 2013

Forum con Antonio Carullo, commissario straordinario Ircac

A distanza di tre anni l’Ircac è ancora commissariato. La sua mission è però solida. Di che salute gode oggi l’Istituto?
“Continuiamo ad essere un ente che funziona. Abbiamo già interloquito con il nuovo assessore alle Attività produttive Linda Vancheri per dare seguito a quei decreti che sarebbero necessari per il nostro migliore funzionamento. Essere arrivati a cinquant’anni di vita significa essere una pianta robusta dalle radici profonde. La nostra forza sta nelle centrali cooperative, che associano e affiancano l’Ircac. Questo garantisce la grande capacità di resistere e di autogenerarsi”.
Quali sono gli elementi costitutivi e decisivi per le realtà cooperative?
“La cooperazione ha in se stessa una grande capacità di resistere. I suoi mezzi di sostegno sono ancora oggi estremamente validi. Il principio della cooperativa è quello di una imprenditoria diversa e solidale. Il lavoratore è anche socio, e gli utili vengono ripartiti fra tutti i soci”.
Che attività ha operato negli ultimi anni l’Istituto di cui è commissario straordinario?
“Fra le iniziative più importanti c’è la convenzione di tre stipule con consorzi di garanzia fidi. Siamo convenzionati con tre consorzi di garanzia fidi siciliani, mentre altre convenzioni sono pronte per la firma. Le convenzioni già operanti sono quelle con Ascom finance, che opera a Messina; con Fidi Sicilia, che opera a Catania e con Interconfidimed, che ha la propria sede a Palermo. Questi consorzi possono garantire i finanziamenti agevolati concessi dall’Ircac, fino ad un massimo di venti volte il valore totale del fondo rischi costituito in pegno a favore dell’Ircac”.
La strada verso lo snellimento della burocrazia è stata intrapresa dall’Istituto?
“Abbiamo varato un nuovo regolamento di aiuto alle imprese più snello ed efficiente. Parte delle nuove norme non sono però ancora in vigore, per statuto infatti devono essere prima varate dalla giunta di governo regionale. Il principio che cavalchiamo è rivolto a chiedere più attestazioni, privilegiando le autocertificazioni”.
Da cinque anni si tiene un “premio legalità”. Si terrà anche la sesta edizione?
“Esattamente, questo è il sesto anno. Si svolgerà il 28 febbraio. Stiamo definendo i dettagli di un’iniziativa da svolgere coinvolgendo la società civile ed il mondo delle cooperative. E’ importante conoscere e sfruttare queste risorse, questo è il senso delle iniziative pubbliche”.
In sintonia con quanto fatto da altri istituti pubblici di credito si è pensato ad una moratoria per il credito?
“Nelle scorse settimane abbiamo prorogato il termine per la richiesta da parte delle cooperative siciliane della moratoria di un anno dei debiti contratti con l’Istituto. Abbiamo quindi fatto slittare il pagamento di dodici mesi. Chiaramente questa moratoria è rivolta solo a quelle cooperative che erano in regola con i pagamenti correnti”.
Che momento economico vivono le coop siciliane?
“Devo dire che il nostro settore non è in crisi. Lo strumento con cui possiamo valutare lo stato di salute delle cooperative è la loro situazione debitoria. Nel 2012 questa è allineata agli anni precedenti, non ha subito nessun incremento. Negli altri settori non è così”.
Periodicamente si è parlato di una possibile fusione dei tre organismi regionali che si occupano di credito. Ritiene si tratti di una strada utile?
“Il nostro è un settore di nicchia. Un settore di nicchia che merita l’eccellenza, perché funziona. Certo i nostri dipendenti sono diminuiti e oggi sono solo sessanta. Nel 2020 saranno la metà, e dovremmo pensare a rivitalizzare la nostra struttura. Il nostro patrimonio umano andrebbe alimentato”.
A proposito di sviluppo dell’ente, negli ultimi anni l’Ircac si è aperto al territorio. Dove è presente l’Istituto?
“Nel periodo compreso fra maggio 2008 e luglio 2012, quindi durante la mia gestione commissariale, sono stati aperti tre nuovi sportelli decentrati. In particolare si tratta delle sedi di Caltanissetta, Enna e Siracusa. In precedenza il consiglio di amministrazione aveva deliberato l’apertura di sportelli nelle città di Catania, Agrigento e Caltagirone. Storico è invece lo sportello di Messina”.
 
Il tema del credito alle piccole imprese è particolarmente caldo. In che modo date un supporto alle start-up?
“Dal 2010, quando abbiamo approvato il nuovo regolamento di aiuti alle imprese, sono stati approvati ben 86 crediti di esercizio finalizzati alle start-up di impresa. Abbiamo permesso a queste cooperative di trasformare le proprie idee in realtà produttivo. Attenzione particolare l’abbiamo riservata ai giovani e alle donne. Il tasso di interesse annuo è particolarmente basso, pari allo 0,5 per cento annuo”.
 
Perché serve così tanto dare fiducia alle piccole imprese?
“Ci sono le idee dei giovani che meritano fiducia. Non dobbiamo dimenticare che il lavoro genera credito. I nostri finanziamenti sono di circa 30-40mila euro, da restituire in tre anni. Spesso basta poco per dare un aiuto alle realtà produttive. Valutiamo garanzie diverse rispetto a quelle richieste da altri istituti privati, per prima cosa valutiamo la bontà del progetto. La nostra carta vincente è la capacità di essere moltiplicatori di risorse per centinaia di imprese, dando una vera sterzata all’economia. La controprova è il fatto che le imprese finanziate poi nascono e crescono”.
Chi ha fatto maggiori richieste per accedere alla vostra offerta di microcredito?
“La maggior parte di questi finanziamenti sono stati erogati a cooperative catanesi, ben 41. Altri 25 a Palermo, 7 a Trapani, 6 a Messina, due ciascuno a Ragusa, Siracusa ed Agrigento, uno a Caltanissetta. E a Catania abbiamo soltanto un piccolo sportello, aperto appena una volta a settimana presso la Camera di commercio. Questo dimostra la vocazione imprenditoriale della città etnea”.
 
Quali numeri può snocciolare l’Ircac in merito alla sua attività?
“Abbiamo un bilancio di circa 100 milioni di euro. Dal 2004 siamo sempre in attivo: da uno a tre milioni di euro. Chiaramente la maggior parte del nostro bilancio è rivolto al pagamento del personale. Ci sono pure dei contenziosi per il recupero crediti di cui si occupa il nostro ufficio legale. Si tratta di finanziamenti a fondo perduto dati negli anni Settanta che poi non sono stati restituiti”.
Quale futuro vi attende?
“Dobbiamo andare ad attuare quelle esigenze già esplicitate dalle modifiche regolamentari effettuate, che attendono i decreti attuativi da parte della Regione”.
Di cosa si tratta nel dettaglio?
“Ci sono quattro norme in attesa di emanazione del decreto da parte della giunta regionale, oltre ad altre tre legate alla modifica del nostro regolamento che deve essere approvata sempre da parte della  Regione Sicilia. Parliamo del nuovo regolamento di aiuti alle imprese, dei decreti attuativi della legge regionale 25/2011 e di quella 26/2012. In ballo ci sono le capitalizzazioni delle nuove cooperative agricole, i crediti delle cooperative sociali nei confronti della pubblica amministrazione, le esposizioni nei confronti degli enti previdenziali delle cooperative agricole ed i contributi di interesse alle cooperative. Parliamo di leggi pubblicate sulla Gazzetta ufficiale fra il 2010 ed il 2012, che però non possono avere un reale impatto sul tessuto economico senza che l’amministrazione intervenga”.
 


Curriculum Antonio Carullo
 
Antonio Carullo è nato a Caltagirone, in provincia di Catania, nel luglio 1941. Laureato in Giurisprudenza, ha svolto numerosi incarichi direttivi presso le aziende sanitarie di Caltanissetta. E’ stato sindaco di Caltagirone per tre legislature: dal 1978 al 1985. Deputato all’Assemblea regionale siciliana a metà degli anni ’90 con la Democrazia cristiana. Nel 2004 è stato nominato presidente del cda dell’Istituto regionale per il credito alla cooperazione (Ircac), di cui oggi è commissario straordinario.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017