La storica struttura protagonista della prima guerra mondiale è oggetto di studi internazionali. Problemi di sicurezza, tetto e portone da riparare. Fruibile solo il parco circostante
AUGUSTA (SR) – L’Hangar per dirigibili di Augusta, uno dei pochi edifici di questo tipo esistenti ancora oggi in tutto il mondo, è chiuso dalla scorsa estate alla pubblica fruizione. Attualmente è possibile visitare solamente il parco circostante. Lo storico edificio, costruito nel 1917 nel corso della prima guerra mondiale, necessita di vari interventi tra cui quelli per la sistemazione del tetto e del portone di ingresso.
Il commissario straordinario del Comune megarese, Antonino La Mattina, ha affermato di voler mettere in sicurezza il monumento militare. “Ho dato disposizione di chiudere definitivamente il cancello di ingresso dell’hangar – ha dichiarato La Mattina – in modo che nessuno possa entrare dentro perché bisogna prima metterlo in sicurezza e poi aprirlo. Stiamo realizzando un progetto esecutivo per effettuare questi lavori. Non appena avremo il progetto lo invieremo al demanio e avremo la concessione dell’area a titolo gratuito. Ho avuto in questo senso la rassicurazione da parte del direttore del demanio. Ho già fatto un mandato per poter pagare la progettazione di massima per renderlo sicuro, occorre sistemare l’area circostante che consentirebbe a tutto il mondo di poterlo ammirare; le scolaresche di tutta Italia potrebbero venire a vedere l’hangar che dovrebbe essere inserito nei percorsi turistici e potrebbe essere destinato a fare conferenze ed utilizzato nell’interesse della collettività”.
L’Hangar che si trova davanti all’ex idroscalo, in contrada Pastandrea, attualmente presenta un buco nella copertura e diversi problemi al portone di ingresso centrale che dovranno essere sistemati. È stata invece ristrutturata nel 2006, dalla scorsa amministrazione comunale, la struttura portante in cemento armato grazie ad un progetto di consolidamento realizzato con i fondi della legge n. 433 post terremoto del 13 dicembre 1990. Le spese per quei lavori assommarono complessivamente ad un milione e mezzo di euro. Non si hanno invece più notizie di un progetto del ministero dei Beni Culturali finanziato con i fondi “Arcus”, pari a 600 mila euro, per la progettazione e l’avvio di una prima sistemazione del parco del Mediterraneo comprendente l’hangar, l’ex idroscalo ed il vasto parco circostante.
Nel corso degli ultimi anni l’hangar è stato oggetto di studio da parte di tecnici provenienti da varie università di tutto il mondo che in più di un’occasione hanno effettuato dei rilievi sulla struttura in cemento armato. Dell’hangar si è occupato negli ultimi anni anche Ray Bondin, presidente onorario del comitato delle città storiche e componente del consiglio “Iccrom” (International centre for the study of preservation and restoration of cultural property) l’organizzazione intergovernativa internazionale dell’Unesco, che ha sottolineato che per la sua importanza universale merita di essere iscritto tra i beni mondiali tutelati.