Combattere l’ignoranza peggiore della corruzione - QdS

Combattere l’ignoranza peggiore della corruzione

Carlo Alberto Tregua

Combattere l’ignoranza peggiore della corruzione

giovedì 07 Marzo 2013
Qualcuno sosteneva che è meglio avere a che fare con un diavolo intelligente piuttosto che con un buono fesso e, aggiungiamo noi, ignorante. Non sappiamo se sia vero, o meno, ma sappiamo che l’intelligenza è il legame più forte che ci sia fra persone,  le quali hanno bisogno di dialogare sulla base della logica, della comprensione, per capire i problemi e trovarvi adeguate soluzioni.
Il corrotto è persona che non ha principi morali. Si vende ad un certo prezzo. Si dice che ogni persona abbia il suo. Anche in questo caso non sappiamo se l’affermazione sia vera, o meno, ma certo è che per resistere alle tentazioni ci vuole San Francesco. Per contro Oscar Wilde (1854-1900) sosteneva “Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni”.
Ci sono corrotti intelligenti e corrotti stupidi. Quelli intelligenti sanno di essere nel versante del male, ma cercano ogni argomento per giustificare la loro presenza nel versante sbagliato. Gli stupidi? meglio non parlarne.

L’ignorante, lo dice la stessa parola, non ha consapevolezza di ciò che lo circonda, di quello che fa, di come lo fa, perché non mette a confronto eventi, fatti, non cerca di capirli e di interpretarli. Non usa la logica e la razionalità, ma si muove solo in base all’istinto, a ciò che gli viene di fare, che fa spesso senza rendersene conto.
L’ignorante non è necessariamente stupido, potrebbe essere intelligente. In questo caso avvertirà che davanti a sé ha una parete che lo divide dal mondo della conoscenza e sentirà il bisogno di acquisire informazioni per saperne di più, ogni momento di più.
Peraltro, ognuno di noi nasce ignorante, poi va a scuola e comincia a leggere, qualche volta all’università, fa dei master si avvia al lavoro, e impara. Quanto impara dipende dalla fame di notizie che vuole acquisire e dalla capacità di collegarle.
È nota la differenza fra informazione e conoscenza. L’informazione è un punto, la conoscenza è una rete che mette insieme le informazioni in modo organizzato.
Non è semplice capire l’ignorante che vuole restare tale, però, quando si incontra, bisogna aiutarlo a uscire dal buio.

 
L’ignoranza fa più danno della corruzione perché a quest’ultima si possono prendere le misure, in altre parole, si può scovare ed identificare, ed asportare, come si fa con le cellule cancerogene. In ogni caso combattere. L’ignoranza, invece, non solo è diffusa e non solo nelle fasce medio – basse della società, ma spesso è nascosta. L’ignorante vuole apparire colto, ma poi si tradisce anche perché chi ostenta è ignorante.
L’ignoranza più insidiosa si nasconde tra le persone che sembrano colte ma non lo sono, fra quelle che non hanno la consapevolezza che la loro conoscenza è ben poca rispetto a quella universale e la trasformano in supponenza. La supponenza di chi vuole imporre il suo sapere che in effetti non conosce.
La supponenza si trasforma in arroganza, in pretenziosità e in altri comportamenti di prevaricazione nei confronti di terzi. Il contraltare a questi comportamenti è l’umiltà. Vi sono umili per sé stessi, ma i veri umili sono quelli che sanno di non sapere.

Ne uccide più l’ignoranza che la spada. È un vecchio detto sempre attuale. Perché l’ignorante può uccidere? Perché non sa di essere ignorante e non vuole uscire dalla nebbia e dal buio dell’ignoranza. Proprio rimanendo in queste condizioni può fare danno anche inconsapevolmente.
L’ignorante può essere in buona fede, ma anche in questo caso può fare danno. Quando è, invece, in malafede è consapevole di fare danno perché non cerca di risolvere i problemi, ovvero cerca  soluzioni che favoriscono sé stesso in una sorta di egocentrismo spesso senza limiti.
Ci si accorge subito di avere a che fare con un ignorante quando cerca di propinare il suo supposto sapere anche a dosi massicce. Mentre chi non lo è, resta piuttosto prudente nell’esporre opinioni e nel cercare, o meglio, interloquire con il prossimo.
Non è facile combattere l’ignoranza, eppure chi più sa deve adoperarsi con umiltà perché tutti i membri della propria comunità siano in condizione di capire e di sapere. Solo chi sa può valutare e decidere per il meglio. Solo chi sa capisce cosa è il bene e cosa è il male. Con il proprio libero arbitrio decidere se stare di qua o di là.

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