La consegna dell'impianto deve essere effettuata entro giugno 2015, pena sanzioni salatissime. La società si è detta disponibile al dialogo, ma intanto prosegue nei lavori
PALERMO – Tra Roma e Palermo non c’è intesa e si producono ancora i soliti segnali contrastanti. Sull’elettrodotto Sorgente-Rizziconi ferve un’intensa battaglia che coinvolge, ormai a diversi livelli, amministrazione regionale, governo nazionale, Terna, partiti e movimenti nostrani, in una bolgia senza soluzione di continuità.
Nella giornata di giovedì, come di consuetudine, sono arrivati segnali completamente contrastanti: l’Ars, sull’onda della protesta cittadina e sulla pressione del Movimento 5 Stelle, ha approvato la revisione del progetto di Terna, mentre a Roma l’incontro al ministero dello Sviluppo economico tra Rosario Crocetta e i vertici della società è stato liquidato con la promessa di continuare il dialogo. Molto più pragmaticamente: non si fermeranno i lavori.
Tutto è andato come previsto, almeno per Terna. Giovedì al Mise la società guidata da Flavio Cattaneo ha messo le cose in chiaro: noi andiamo avanti con i lavori, ma nessuna preclusione alla discussione. Terna si è detta “disponibile” a modificare il progetto esecutivo dopo la richiesta di Crocetta che aveva proposto alcune variazioni nella parte del progetto che riguarda l’attraversamento del Comprensorio del Mela, area definita ad elevato rischio di crisi ambientale e, in particolare, nella Zona di protezione speciale. Modifiche che, ribadiscono da Terna, saranno possibili solamente a lavori completati e quando la messa in esercizio dell’opera verrà attuata.
La società avanza come un treno e si riserva di valutare eventuali modifiche solo a cose fatte. Perché tanta fretta? Basta andare indietro di qualche settimana per svelare l’arcano. L’elettrodotto Sorgente-Rizziconi è stato inserito tra le opere considerate “top” dall’autorità per l’Energia per lo sviluppo della rete di trasmissione nazionale gestita da Terna. Si tratta di quel gruppo di infrastrutture considerato decisivo per l’assetto energetico dell’intero paese.
Una “particolarità” che contempla tempi rigidi e priorità assoluta: Terna avrà tempo fino al giugno del 2015 per completare i lavori. Nessun ritardo sarà tollerato e in caso di mancato rispetto dei tempi l’Autorità ha promesso penali salate. Unica giustificazione sarebbero ritardi causati da problemi “nell’iter autorizzativo, ovvero a cause che oggettivamente non sono sotto il controllo del gestore del sistema di trasmissione”.
Ben altra accelerazione c’è stata in aula all’Ars. Sempre giovedì a Sala D’Ercole è stato votato il via libera alla revisione del progetto Terna. Protagonista della battaglia il Movimento 5 Stelle che ha voluto precisare la non contrarietà a prescindere al progetto Terna, anche se in primo piano – secondo gli attivisti del movimento – devono essere messe “le questioni della salute e dell’ambiente”.
Nei piani di Terna la Sicilia non è soltanto l’elettrodotto Sorgente-Rizziconi. Il colosso dell’energia prevede investimenti anche con l’elettrodotto 380 kV “Paternò – Pantano – Priolo”, consegna entro il dicembre del 2017, l’elettrodotto 380 kV “Chiaramonte Gulfi-Ciminna” da chiudere per giugno 2019, e infine il riassetto dell’area metropolitana di Palermo per dicembre del 2016.
La speranza è che per ogni intervento non debba scattare un sommovimento popolare, un masochismo tutto siculo che blocca gli interventi persino quando servono necessariamente allo sviluppo dell’Isola.