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In Sicilia suona l’allarme acustico nelle strade udito a dura prova

Rosario Battiato

In Sicilia suona l’allarme acustico nelle strade udito a dura prova

venerdì 21 Agosto 2009

Dal rapporto Osserva Salute emerge che soltanto 5 comuni su 390 hanno approvato la classificazione. La Legge Quadro 447/95 inapplicata nell’Isola, non bastano le centraline Arpa

PALERMO – L’impatto acustico in Sicilia continua a rappresentare una delle note dolenti sia dal punto di vista della gestione legislativa del fenomeno, che non è ancora definita, sia perché l’alta esposizione alle onde acustiche causa disturbi e danni all’uomo e all’ambiente. Calcolare lo stato di tollerabilità acustica della popolazione è oramai prassi consolidata da diversi anni. “Un’inchiesta socio-acustica – si legge nel rapporto Osserva Salute 2008 sullo stato dell’inquinamento acustico – è costituita dall’insieme di interviste con idonei questionari ad un campione significativo di popolazione esposta a rumore e di una serie di misure acustiche volte a caratterizzare il livello di esposizione degli edifici di residenza o della zona di lavoro: l´integrazione delle informazioni desunte dalle due attività parallele consente di studiare quale sia la “forza” della relazione che esiste tra la causa (il rumore) e l´effetto (le reazioni percettive della collettività)”.
Il primo problema da affrontare si pone sul fronte legislativo dal momento che l’isola assieme a Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, non ha disponibilità dei dati relativi all’attuazione della Legge Quadro 447/95 ed all’emanazione di una propria legge regionale. Il netto ritardo di applicazione delle norme anche a livello amministrativo locale non rende semplice la gestione del fenomeno. Dei 390 comuni isolani, secondo il rapporto Osservasalute 2008, solamente in 5 hanno approvato la classificazione acustica, pari all’1,3%, con una popolazione zonizzata pari al 7,4% ed una superficie zonizzata del 3,2%. Il dato appare in tutta la sua sconcertante incompletezza se si mette a confronto con la Toscana, 241 comuni su 287 hanno proceduto alla classificazione acustica, 84% del totale, 89% della popolazione zonizzata e 84% della superficie zonizzata.
Anche l’Emilia Romagna ottiene un risultato meno disastroso di quello isolano con 134 comuni su 341, 39,3% del totale, 55,9% di popolazione zonizzata e 39% di superficie zonizzata. Abbastanza rilevanti inoltre sono state anche le percentuali di sorgenti controllate per cui si è riscontrato almeno un superamento dei limiti: 31 per le attività produttive, 59 per le attività di servizio e/o commerciali, 79 per cantieri, manifestazioni, e 92 per le infrastrutture stradali, superando buona parte dei valori della media nazionale.
L’Arpa Sicilia da anni lavora, attraverso il sistema di centraline installate sul territorio, per consentire agli enti comunali di avere un metodo per procedere alla classificazione del territorio e al risanamento. “Una direzione di intervento – si legge sul sito dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente – è quella della predisposizione dei piani degli interventi di abbattimento e contenimento del rumore provocato da servizi pubblici di trasporto e delle relative infrastrutture”. Le attività dovranno sempre sorreggersi sul doppio binario della prevenzione ambientale e della protezioni ambientale, cercando così di realizzare un ulteriore passo importante verso la definizione di un territorio ecosostenibile.

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