Le estorsioni “in divisa” a costruttori compiacenti - QdS

Le estorsioni “in divisa” a costruttori compiacenti

redazione

Le estorsioni “in divisa” a costruttori compiacenti

mercoledì 27 Marzo 2013

La Forestale chiedeva la tangente sui prelievi abusivi in cava

PALERMO – Avrebbero taglieggiato numerosi imprenditori edili compiacenti, adottando modalità estorsive tipiche dell’organizzazione mafiosa, pur indossando una divisa. Mazzette, cioè, per chiudere un occhio sui controlli antiabusivismo e per consentire ad alcuni imprenditori di prelevare materiale per le costruzioni in aree non autorizzate ovviando al più dispendioso acquisto dalle cave.
 
È questa l’accusa contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare che la Squadra mobile di Palermo ha notificato a cinque persone, un imprenditore edile e quattro appartenenti al Corpo Forestale della Regione Siciliana in servizio presso il distaccamento di Bagheria. Nel provvedimento, emesso dal Gip Angela Gerardi su richiesta della Procura di Palermo, si ipotizzano i reati di corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, omessa denuncia ed abuso d’ufficio.
L’operazione scaturisce da una indagine più complessa svolta tra il 2011 ed il 2012 dalla Squadra Mobile di Palermo in collaborazione con quella di Agrigento relativa agli assetti mafiosi dell’area orientale della provincia. In una vicenda che presentava le caratteristiche classiche dell’estorsione è emerso il coinvolgimento di un rappresentante del Corpo Forestale.
Le indagini hanno fatto emergere come un gruppo di appartenenti al distaccamento di Bagheria avrebbe acquisito benefici economici personali, attraverso pratiche di fatto estorsive. Gli investigatori avrebbero accertato numerosi episodi di corruzione che tendevano a favorire imprenditori compiacenti. Secondo gli inquirenti l’attività illecita sarebbe stata pianificata con modalità tipiche delle organizzazioni criminali, con notevoli pressioni di carattere psicologico.
Le indagini hanno infine registrato come gli imprenditori considerassero gli operatori della forestale come soggetti privi di dignità e di ogni limite, a causa delle loro continue pretese. Sono finiti in carcere Pietro Rammacca, 50 anni, di Ficarazzi e Rosario Spataro, 51 anni, di Palermo. Si trovano invece ai domiciliari Domenico Bruno, 51 anni di Bagheria, Giovanni Fontana, 52 anni di Villabate e Rosario Azzarello, 45 anni di Ventimiglia di Sicilia.

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