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Lavoro: in Sicilia persi 39mila posti nel 2012. Siracusa è la provincia più licenziata d’Italia

Lavoro: in Sicilia persi 39mila posti nel 2012. Siracusa è la provincia più licenziata d’Italia

Gli istituti di statistica concordano sul fatto che il Mezzogiorno è nella morsa di una crisi sociale senza precedenti. Disoccupazione giovanile: l’Isola con il 51,3% supera persino la Grecia che registra il 44,4%

PALERMO – Crisi sociale nel Mezzogiorno. Oltre ad essere il titolo di un recente dossier pubblicato da Censis è pure quello che sta realmente accadendo nel meridione, con sfumature preoccupanti. Per capire l’allarme sociale, che ormai quasi tutti gli istituti di statistica stanno confermando in relazione al Sud, focalizziamo l’attenzione sulla tematica del lavoro, divenuto oggi più un sogno che un diritto soprattutto per i giovani e le donne.
Dando un’occhiata ai dati Istat sul totale degli occupati registrati nel IV trimestre del 2011 e confrontandoli con quelli dello stesso periodo relativi al 2012, sopraggiunge quasi un senso di smarrimento. Si è passati da un totale di 1 milione e 433mila lavoratori ad un milione e 378mila: 55 mila lavoratori sono stati mandati a casa. Di questi, 42mila sono quelli di sesso femminile. Mentre se andiamo a vedere i dati complessivi, non relativi soltanto a due trimestri, ma al numero degli occupati tra il 2011 e 2012 la perdita si attesta sui 39mila posti di lavoro.
A livello provinciale la situazione è grave soprattutto per quelle città proprie di un tessuto industriale, il cui comparto è in forte crisi. Siracusa è la provincia, come lei solo Vicenza, dove vi sono stati più posti di lavoro andati in fumo in Italia (14.000 lavoratori licenziati). Il dato ancor più preoccupante è che, se nelle altre regioni vi è almeno una città che ha registrato un aumento di occupati, nella nostra invece sono tutte in negativo, eccetto Trapani che invece si tiene in pari con l’annata precedente.
Per quanto riguarda i dati sulla disoccupazione vi sono notizie tutt’altro che rassicuranti. Cresce il tasso di disoccupazione , salendo dal 15,2% al 19,2%, quello giovanile segue a ruota passando dal 42,8% al 51,3% superando persino la Grecia. Secondo Censis, la situazione è gravissima per la Sicilia, per l’intero Mezzogiorno e per alcune categorie sociali come i giovani e le donne. Il Sud d’Italia, secondo i dati Istat, è la zona italiana più colpita dalla recessione, dei 505.000 posti di lavoro persi negli ultimi quattro anni il 60% ha riguardato il meridione. Facendo riferimento ancora ai dati provinciali il tasso di disoccupazione è in vertiginoso aumento, a Trapani e Ragusa vi sono state registrate le variazioni più gravi. il primato della provincia con più disoccupati va al capoluogo siciliano. Palermo è passata da 64mila disoccupati nel 2011 ad 81mila nel 2012.
Per quanto concerne lo stato di salute delle aziende tra il 2009 e il 2012 sono state a migliaia le imprese che hanno chiuso, all’interno di una crisi senza precedenti. Che si fosse entrati nell’era della deindustrializzazione si era capito già da molto tempo. Allo stesso modo è chiaro ormai che l’Italia non è più terra di occasioni per le grandi imprese manifatturiere e il caso Fiat di Termini Imerese in questo senso fa scuola. Nel meridione sono uscite dal mercato oltre 7.600 imprese manifatturiere in 4 anni, con una flessione del 5,1%. Nell’Isola il calo registrato è stato del -4,6% con la chiusura di oltre 1500 aziende del settore. Il tessuto industriale non regge l’urto della crisi, mentre il terziario a sorpresa mostra punte positive chiudendo per la prima volta il 2012 con un totale di imprese fallite inferiore rispetto all’anno precedente.