“Premetto che la nostra è stata ed è una politica per territorio. Sì, esistono settori collaterali di servizio a quello di traghettamento, ad esempio una piccola attività industriale creata svariati anni fa che si occupa di riciclaggio di accumulatori a piombo esausti. Siamo inoltre presenti nel settore immobiliare, sia per quanto riguarda la costruzione di immobili residenziali che commerciali di vari livelli. Nel periodo dello sviluppo della Framon ci siamo dedicati alla ristrutturazione di alberghi preesistenti ed alla costruzione di alcune nuove strutture. Abbiamo, poi, dei cantieri navali che, garantiscono i continui collegamenti”.
“È un’attività che ha avuto senso creare proprio in Sicilia. Perché la materia prima, ossia le batterie della macchine, è fastidiosa da trasportare mentre il prodotto finito, ossia lingotti di piombo, può essere spedito ovunque, facilmente ed in qualunque modo. È un impianto progettato per smaltire tutti gli accumulatori esausti raccolti in Sicilia, che sono circa quindici mila tonnellate all’anno. Questa piccola azienda, unica in Sicilia, ha circa venti dipendenti, inoltre, voglio sottolineare che in tutta Italia ne esistono soltanto cinque di questo tipo. È stata creata nella logica che la Sicilia è una isola, dunque, il trasporto di merci al di fuori di essa diventa maggiormente costoso”.
“Per il settore Autostrada del mare utilizziamo tre grandi navi; per il traghettamento sullo stretto ed Isole Eolie abbiamo un set di quattordici navi di varie misure, utilizzate in media da sei ad otto sullo Stretto e due in Milazzo – Eolie – Ustica. Abbiamo anche una linea interna nelle isole sarde e infine altre navi di riserva”.
“I dipendenti, in totale, nei vari traghettamenti sono seicento”.
“Il bilancio di C&T è stato di 150 milioni”.
“Mio padre era un uomo eccezionale ed ha creato, con mio nonno, tutto quello che, poi, noi di famiglia abbiamo cercato di portare avanti. Abbiamo proseguito con tanto impegno e con la voglia di lavorare e di fare”.
“Il grande problema è, a mio parere, la nostra totale estraneità dai flussi economici. Con la caduta del muro di Berlino e il conseguente pangermanesimo che si è sviluppato, l’asse della comunità si è spostato verso il Nord e noi siamo diventati la periferia di una specie di impero che, però, ha un suo centro e motore di sviluppo situato tra la metà est della Francia e che finiscein Polonia. Siamo come tornati indietro nel tempo! A ciò si aggiunge il dramma degli accordi di liberalizzazione di scambi per prodotti agricoli del Maghreb di cui noi siciliani abbiamo risentito moltissimo in negativo! Il calo delle esportazioni siciliane, in termini di ortofrutta, è stato notevolissimo ed era, forse, l’unica industria rimasta veramente attiva”.
“Il 2012 ha visto un improvviso calo di quasi il 12-15%, nel traghettamento complessivo sul traffico dei mezzi pesanti. Per quest’anno il rischio è un ripetersi del dato dell’anno precedente".
“Anche nel campo passeggeri c’è stata una grossa flessione ma questo dato è legato non solo alla crisi ma anche al cambio dei mezzi utilizzati ad esempio per andare in vacanza. Oggi è più agevole spostarsi in aereo".
“Le istituzioni cittadine, attualmente, sono commissariate o in via di cambiamenti importanti”.
“No. Non credo sia il momento giusto per sviluppare”.
“Le infrastrutture sono inadeguate ed obsolete. Manca un piano regionale dei trasporti. Unica recente novità importante è stata l’apertura della Catania -Siracusa, che reputo un “miracolo”. A tal proposito credo che la Sicilia dovrebbe ringraziare Nino Bevilacqua”.
“Il ponte è stato denigrato: sono state dette così tante corbellerie da distruggerlo! Il ponte non è una opera completa; è un pezzo di un insieme che diventa indispensabile ma all’interno di una serie di nuovi collegamenti ad oggi inesistenti”.