Consulenze d’oro nella vecchia Sanità - QdS

Consulenze d’oro nella vecchia Sanità

Lucia Russo

Consulenze d’oro nella vecchia Sanità

mercoledì 26 Agosto 2009

Consulenti. Quanto hanno pesato sui bilanci delle aziende.
Trasparenza negata. Solo 17 su 29 hanno comunicato i dati al ministero per la Pubblica amministrazione. Delle altre 12 solo quattro hanno pubblicato gli incarichi sul proprio sito internet.
Le più spendaccione. Al primo posto l’Ao V. Emanuele-Ferrarotto-S. Bambino di Catania con 1,2 mln €, seguita dall’Ao Villa Sofia e Cto di Palermo con 1,1 mln €, poi l’Asl 3 di Ct con 900 mila €

PALERMO – Sono classificati dalla Corte dei conti come costi comprimibili nella sanità, quelli per consulenze esterne, costi che, insieme a quelli per beni, sanitari e non, e servizi non sanitari esternalizzati, presentano appunto maggiori margini di comprimibilità al fine di realizzare economie nella spesa pubblica.
Per le consulenze esterne la Corte dei Conti, sezioni riunite in sede di controllo, nell’ambito della Relazione sul rendiconto della Regione per il 2008, ha rilevato una riduzione della spesa del 9,58 per cento. Ma rimane sempre alta.
Per analizzare nel dettaglio questa spesa si devono prendere in esame le 29 aziende sanitarie e ospedaliere siciliane, quelle che, a partire dal prossimo 1 settembre 2009, a seguito della riforma, saranno ridotte a 17. Molte di queste hanno comunicato i dati degli incarichi esterni per il 2008 al ministero per la Pubblica amministrazione, che li ha pubblicati a partire dal 24 luglio 2009, sul sito internet www.innovazionepa.it, nell’ambito dell’Operazione trasparenza relativa questa volta alle consulenze, e che ha riguardato non solo la Sanità, ma anche Scuola, Università, Enti di ricerca ed Enti di vigilanza. Su 29 aziende solo 17 hanno trasmesso i dati al ministero di Brunetta, quattro delle dodici inadempienti, però, li hanno pubblicati in buona evidenza sul proprio sito internet. Si tratta del Policlinico di Catania, dell’Asl n. 4 di Enna, dell’azienda ospedaliera “Papardo” di Messina e dell’Asl n. 9 di Trapani. Le restanti otto, elencate qui al centro, né hanno trasmessi i dati sulle consulenze 2008 al ministero, né li hanno pubblicati in evidenza sul proprio sito: trattasi di tutte tre le aziende dell’agrigentino (l’Ao “S. Giovanni Di Dio”, l’Ao di Sciacca e l’Asl n. 1), dei due Policlinici di Messina e Palermo, dell’Ao “Cervello” di Palermo, dell’Asl 7 di Ragusa e dell’Ao “Umberto I” di Siracusa. C’è ragione di ritenere che quest’ultime o non hanno conferito alcun incarico oppure non hanno trasmesso i dati. Alla Corte dei Conti il compito di verificare ciò, visto che, in base al co 14 dell’art. 53 del Dlgs 165/01, il dipartimento della Funzione pubblica deve trasmettere ai magistrati contabili l’elenco delle amministrazioni che hanno omesso la comunicazione. La stessa legge prevede, tra l’altro, che tali amministrazioni non possono conferire nuovi incarichi fino a quando non adempiono alla comunicazione.
Il totale della spesa per consulenze esterne resa nota tramite il sito di Brunetta e il sito delle quattro aziende è di 5,6 milioni di euro per un totale di 21 aziende. A spendere di più nel 2008 è l’Azienda ospedaliera “Vittorio Emanuele-Ferrarotto-S. Bambino” di Catania che ha conferito 102 incarichi per un importo totale erogato di 1,2 milioni di euro, di cui ben 86 destinati a prestazioni mediche, con particolare attenzione alla “Chirurgia maxillo facciale”. Per questa prestazione sono stati conferiti, infatti, incarichi per più di trecento mila euro in un solo anno a tre professionisti. A Marco Gerardi per un totale di 12 mesi (nov 2007-ott 2008) sono stati corrisposti 86.530 euro, ovvero 7.210 euro al mese; a Marcello Marchi per lo stesso periodo due incarichi da 117.475 euro in tutto, cioè 9.789 euro al mese; e ancora due incarichi ad Alfio Scalisi, stesso periodo, per 96.879 euro, ovvero 8.073 € al mese.
L’Ao Villa Sofia e Cto di Palermo ha speso quasi 1,1 milione di euro con 58 incarichi, distribuiti in diversi settori fra i quali si riscontra spesso che rispetto all’importo preventivato si è arrivati ad erogare anche sei volte tanto, come nel caso della consulenza economico-finanziaria contabile conferita con due incarichi a Pietro Genovese per un importo totale preventivato di circa 14 mila euro, che all’erogazione è invece schizzato a 80.542 mila euro. Altro esempio la consulenza tecnica come architettto settore patrimoniale e tecnico conferita a Sergio Averna con un importo preventivato di 8.068 euro diventato 58.832 all’erogazione. Si riscontrano anche 11 incarichi, di cui alcuni alla stessa persona e per lo stesso periodo, come “Componente nucleo per valutazione dirigenti” preventivati a 1.300 euro ciascuno, che invece sono lievitati all’erogazione a 7.800 euro o persino a 9.100 euro per una spesa totale di 84.500 euro. L’Asl 3 di Catania del totale di 875.919 euro per 83 incarichi, ha speso molto per interventi ingegneristici e di architettura. Per esempio, per progettazione, direzione, misura, contabilità e collaudo laboratorio ci sono due incarichi da più di 200 mila euro ciascuno. Anche in questa azienda la consulenza legale è ricorrente e si va da incarichi gratis fino a 8.500 euro, nonostante le 2 mila euro preventivate.
Tra le aziende che hanno speso di più anche l’Asl n. 8 di Siracusa con 126 incarichi da 791.054 euro totali, di cui ben settanta ad avvocati per tutele in giudizio, con lo stesso professionista che ha avuto conferiti anche fino a dieci incarichi, con la nota positiva, però, che rispetto ad importi previsti anche di 5 mila euro ci sono poi erogazioni ricorrenti per ogni ricorso da 979 mila euro massimo.

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