ROMA – Quella della Cassa integrazione è una bolla che, se ancora non è del tutto esplosa, è sulla buona strada. Da Milano a Palermo non si contano più le manifestazioni di rabbia dei lavoratori, spettatori paganti di una crisi di cui non hanno nessuno colpa. Ieri nella Capitale dell’Isola erano duemila a manifestare davanti a Palazzo D’Orleans per chiedere gli ammortizzatori sociali in deroga. Oggi nella Capitale, ma d’Italia, il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, incontrerà tutte le parti sociali, da sindacati fino alle imprese, per affrontare la questione spinosa targata Cig.
Il ministro non è parco di buone intenzioni e, anzi, arriva anche a fare previsioni sulle cifre. “Se riuscissi a destinare al finanziamento della cassa integrazione un altro miliardo di euro – si è sbilanciata la Fornero – potrei dirmi soddisfatta”. Ma poi ha aggiunto, smorzando gli entusiasmi: “C’è il rischio che possa non essere ancora sufficiente”.
Il tempo, però, stringe e i lavoratori sono con l’acqua alla gola. Ne sanno qualcosa i dipendenti della catanese Aligrup o quelli della palermitana Gesip, tanto per citarne un paio.
Il tempo, però, stringe e i lavoratori sono con l’acqua alla gola. Ne sanno qualcosa i dipendenti della catanese Aligrup o quelli della palermitana Gesip, tanto per citarne un paio.
Il rischio che le risorse vengano meno pesa come una spada di Damocle, ma il ministro ha assicurato di “aver già iniziato a predisporre un piano”. E ha risposto alla leader della Cgil, Susanna Camusso: “Io non so se i tempi che abbiamo a disposizione prima dell’esaurirsi delle risorse per la Cassa integrazione siano ancora più stretti di quelli da me richiamati nei giorni scorsi, tra l’altro sulla base di dati ancora non definitivi forniti dalle Regioni: quello che so è che sono pienamente consapevole del problema e che noi, anche se siamo un governo in carica solo per l’ordinaria amministrazione, non rimarremo di certo con le mani in mano. Io posso promettere questo, e lo farò: finché sarò al Ministero mi impegnerò al massimo per trovare almeno parte delle risorse necessarie”.
Ma dove trovare le risorse necessarie, almeno un miliardo di euro come ha stimato il Ministro, per far fronte alle ingenti richieste? Un’altra manovra non sembra possibile, dato che il governo Monti è in carica solo per l’ordinaria amministrazione e si tratterebbe di una forzatura. A questo proposito la Fornero ritiene che non “sia necessaria un’altra manovra e mi fido a questo riguardo delle parole del ministro Grilli”. Cioè vale a dire una nuova sforbiciata alla spesa pubblica. La professoressa di economia del Lavoro, infine, non lesina critiche ai partiti.
“Mi auguro – ha concluso – siano consapevoli della gravità di questa emergenza ma qualche volta l’impressione è negativa. Mi sembra che le forze presenti in parlamento siano ancora più concentrate su questioni che riguardano l’esistenza e l’evoluzione dei partiti piuttosto che non ai problemi del Paese”.
Dall’Isola, però, la bocciatura è unanime e si estende anche all’esecutivo. Per Giorgio Tessitore, della segreteria regionale della Cisl, “a Palermo come a Roma partiti e governo sono distratti dalla cura dei loro interessi e sottovalutano l’emergenza sociale”. Chi è senza peccato, scagli la prima pietra.
Dall’Isola, però, la bocciatura è unanime e si estende anche all’esecutivo. Per Giorgio Tessitore, della segreteria regionale della Cisl, “a Palermo come a Roma partiti e governo sono distratti dalla cura dei loro interessi e sottovalutano l’emergenza sociale”. Chi è senza peccato, scagli la prima pietra.
Antonio Leo

