Furono avviate così le operazioni di recupero del carburante sulla petroliera il 15 marzo 2012, dopo aver sistemato le panne galleggianti per prevenire un eventuale sversamento in mare delle 400 tonnellate di carburante.
Il comandante della Capitaneria di porto di Siracusa, capitano di vascello Luca Sancilio spiega l’iter. “Si trattava di una motochiminiera, potenzialmente pericolosa anche se a cargo vuoto, si era preoccupati di eventuali sversamenti. Sono occorsi 40 giorni di grande impegno per la rimozione totale del carburante. Trattandosi di una nave che avrebbe potuto causare un inquinamento notevole, in un sito protetto e riconosciuto tale anche dal decreto del ministero dell’Ambiente, la struttura del Comando generale delle Capitanerie di porto si è attivata per inviarci un Laboratorio ambientale marino. Così abbiamo monitorato la situazione con interventi espletati sia sotto un profilo di prevenzione meccanica dall’inquinamento, con la necessaria delimitazione utilizzando delle barriere galleggianti – panne che la circoscrivono completamente – che potessero contenere i potenziali sversamenti e sia con il supporto del l è ancora a aboratorio ambientale abbiamo verificato la salubrità delle acque, attraverso un prelievo giornaliero con sostanziale corrispondenza tra il prima e dopo l’accaduto. In ogni caso non c’è mai stato uno sversamento”.
“La rimozione poteva avvenire seguendo due modalità: il trasferimento dell’unità previa attivazione della galleggiabilità per trasferirla altrove, o attraverso il taglio in più tronconi” –prosegue il comandante. Per questa doppia possibilità, l’armatore ha deciso di indire una gara internazionale per verificare chi potesse assumere, sotto il profilo economico e sostanziale, l’incarico. Le società italiane, “Augustea” e “Fratelli Neri”, sono intervenute quale società di altissimo rilievo e profilo. Quale modalità più idonea, sotto il profilo tecnico-sostanziale nonché economico, è stato ritenuto più appropriato optare per il taglio in 5 tronconi, da mare per sfruttare la posizione della nave che è a pelo d’acqua. I cinque tronconi saranno trasferiti su delle chiatte per lo smaltimento. I tempi per la rimozione sono previsti in 90 giorni, non appena sopraggiungeranno le autorizzazioni da parte dell’amministrazione del ministero dell’Ambiente, mentre le altre amministrazioni, VF e Asp hanno dato il loro assenso a collaborare. Ma per di più il ministero dell’Ambiente, prescindendo dalle modalità di rimozione, proprio per le caratteristiche del sito, deve occuparsi della tutela. In questi giorni, abbiamo dato l’autorizzazione alle Società per iniziare un monitoraggio preliminare per valutare se il “taglio” della nave possa apportare nuovi casi di inquinamento, se non solo potenziale. Il termine dei 90 giorni indicato in questa richiesta di autorizzazione è un termine soggetto a delle elasticità che dipenderanno dalle condizioni meteo marine che dovranno essere ottimali. Il termine finale è dunque fine novembre”.