PALERMO – Quattrocentomila pratiche in attesa di essere esitate, documenti che potrebbero portare quasi 850 milioni di euro nelle casse dei 390 Comuni siciliani ma che, attualmente, sono buone soltanto per raccogliere polvere all’interno dei cassetti degli uffici tecnici dei vari Enti locali siciliani.
Stiamo parlando delle domande per le sanatorie edilizie presentate nel corso degli ultimi trent’anni (la prima legge in materia risale al 1985, l’ultima a dieci anni fa, al 2003), che allo stato attuale rappresentano quasi una manna per i sindaci che piangono miseria a causa del drastico taglio dei trasferimenti di Stato e Regione.
I primi cittadini, insomma, hanno già in casa la soluzione per incrementare le entrate in maniera considerevole. Occorre solo rimboccarsi le maniche e destinare agli uffici competenti risorse adeguate. (continua)
Stiamo parlando delle domande per le sanatorie edilizie presentate nel corso degli ultimi trent’anni (la prima legge in materia risale al 1985, l’ultima a dieci anni fa, al 2003), che allo stato attuale rappresentano quasi una manna per i sindaci che piangono miseria a causa del drastico taglio dei trasferimenti di Stato e Regione.
I primi cittadini, insomma, hanno già in casa la soluzione per incrementare le entrate in maniera considerevole. Occorre solo rimboccarsi le maniche e destinare agli uffici competenti risorse adeguate. (continua)

