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Contraffazione monetaria, un mercato che vale 4,4 milioni

Contraffazione monetaria, un mercato che vale 4,4 milioni

Diffuso dal Dipartimento del Tesoro del ministero dell’Economia e Finanze il Rapporto Statistico 2012. Falsificazione dell’euro, al Sud e Isole “solo” il 19% del totale degli illeciti

PALERMO – Resta alto e diffuso in Italia il fenomeno della falsificazione monetaria, ma in calo rispetto al passato e soprattutto più diffuso al Nord che al Sud. E’ quanto emerge dal "Rapporto Statistico 2012 sulla falsificazione dell’Euro", frutto del lavoro svolto dal ministero dell’Economia e delle Finanza, attraverso il dipartimento del Tesoro, per fornire uno strumento di studio e di costante ricerca volta a garantire l’integrità della moneta e la sicurezza di chi la usa. Il legislatore comunitario, fin dall’introduzione della moneta unica, ha voluto predisporre una valida ed efficace architettura di protezione e di contrasto alla sua falsificazione, meccanismo di cui l’Ucamp (Ufficio centrale Antifrode dei mezzi di pagamento), presso il ministero del Tesoro, costituisce il fulcro di osservazione in sinergia con la Banca d’Italia, l’Istituto poligrafico Zecca dello Stato, le banche, le Forze di polizia e le Associazioni di categoria interessate.
Nel 2012 dunque il fenomeno della contraffazione monetaria ha registrato un calo rispetto all’anno precedente, con 68.615 banconote sequestrate e/o ritirate (inclusi i tagli falsi rilevati nei territori di San Marino e del Vaticano) per un valore complessivo di 3.395.050 euro, ovvero il 19% in meno rispetto al 2011 quando ne erano state sequestrate 84.488 per oltre 4 milioni di euro. Il fenomeno si è concentrato soprattutto nelle regioni settentrionali del Paese, con il 57% di sequestri e ritiri: in testa il Nord-Ovest con una percentuale del 32% pari a 21.951 banconote false, poi il Nord-Est con il 25% e il Centro con il 23%. E’ rimasto in coda il Sud, per una volta in classifiche riguardanti illeciti, con 9.799 banconote false pari al 14%, e solo il 5% nelle Isole con 3.675 casi.
 
Evidentemente in termini di falsificazione monetaria la concentrazione più alta si manifesta nelle aree economicamente più avanzate, dove circola maggiore ricchezza, piuttosto che nei territori dove la criminalità è da sempre in genere più marcata.
In questo contesto la Sicilia si è piazzata al nono posto tra le regioni italiane, sia per numero che per valore di banconote false sequestrate o ritirate nel 2012, pari a 2.874 biglietti del valore complessivo di 152.135 euro, ben distante dalla Lombardia che è stata invece la regina dei falsari con 11.757 biglietti contraffatti del valore di 615.750 euro.
 
Rispetto al 2011 anche in Sicilia si è registrato un sensibile calo del fenomeno: il numero di banconote sequestrate era stato di 7.271 unità pari a 385.895 euro. Un peso maggiore la Sicilia lo ha rivestito invece riguardo monete false, dove si è piazzata sesta tra le regioni in virtù di un solo sequestro operato nel 2012 in provincia di Agrigento, del valore di 64 euro, e anche in questo caso un calo drastico rispetto al 2011 quando le monete false erano state 1.138. Ancora una volta è stata una regione del Nord a farla da padrone, il Veneto con ben 3.556 monete ritirate o sequestrate del valore di 5.129 euro, ma su un totale di 10.149 pezzi contraffatti rilevati su tutto il territorio nazionale, la maggiore concentrazione si è avuta nelle regioni del Centro, 6.012 monete pari al 59%. Soltanto 208 pezzi al Sud più le 32 monete sequestrate nell’Isola.
In conclusione, tra banconote e monete false insieme, il calo rispetto al 2011 su tutto il territorio italiano è stato del 39% per quantità e del 17% per valore. Un lavoro duro e certosino, quello del Centro di Analisi nazionale della Banca d’Italia per accertare la falsità di banconote e monete sospette di falsità: in particolare sono state 123.622 le banconote analizzate pari ad oltre 6,1 milioni di euro e 23.120 monete. Un dato particolare inoltre è che, tra le banconote false individuate la maggior parte non riportava la combinazione alfanumerica riservata all’Italia, ma quella di altri Paesi europei, su tutti Germania (13.179 pezzi) e Spagna (8.978 pezzi).
 

 
Ucamp. Ruolo centrale nell’attività di controllo
L’Ufficio centrale Antifrode dei mezzi di pagamento (Ucamp), diretto da Antonio Adinolfi, ha un ruolo centrale nel processo di lotta alla falsificazione monetaria. E’ il soggetto che riceve le segnalazioni dai "gestori del contante" e dalle Forze di polizia, attraverso appositi "verbali di ritiro" che vengono compilati dagli intermediari (es. banche), o di "formulari" di sequestro redatti invece dalle Forze dell’ordine al momento del sequestro. Una copia del verbale viene inviata alla Banca d’Italia nel caso di banconote, con i pezzi sospetti, mentre le monete vengono segnalate all’Istituto Poligrafico zecca dello Stato. I "falsi" vengono poi trasmessi al Reparto della Guardia di finanza territorialmente competente per la redazione della notizia di reato per l’Autorità giudiziaria. E’ in questo tale contesto che l’Ucamp funge da Ufficio centrale italiano per la raccolta e lo scambio, fra organi competenti, dei dati tecnici e statistici sulle falsificazioni individuate in tutto il territorio nazionale, anche per valutare l’impatto del fenomeno sul sistema economico e finanziario.
L’analisi costante dell’Ucamp consente di porre in evidenza eventuali variazioni del trend della falsificazione: rilevate le criticità esso può interessare gli organismi nazionali e comunitari competenti alla prevenzione, repressione ed analisi del fenomeno della falsificazione. L’invio delle segnalazioni è avvenuto da sempre via fax, ma adesso l’Ufficio ha sviluppato un nuovo modello telematico denominato Sirte (Sistema informatizzato Rilevazioni falsificazioni euro) pronto ad entrare a regime dopo la recente pubblicazione del Decreto ministeriale del primo febbraio scorso.
 

 
In Sicilia confermato il trend nazionale di maggiore diffusione di tagli falsi da 20 euro
Tra le tante banconote circolanti, sarà bene tenere gli occhi aperti soprattutto sui classici biglietti blu da 20 euro: più della metà delle 68.615 banconote ritirate e sequestrate nel 2012 ha riguardato infatti il classico taglio medio piccolo in 33.350 casi, pari al 48,6%. Nel caso delle monete, invece, il conio più frequente non poteva non essere quello raffigurante l’uomo vitruviano da 1 euro, falso in 5.280 casi pari al 52% del totale sequestrato.
In Sicilia invece l’unico caso di monete false ha riguardato un sequestro di 32 pezzi da 2 euro, in provincia di Agrigento, per un valore totale di 64 euro. Nessun altro caso si è registrato nell’Isola, dove sul fronte banconote si è confermato il trend nazionale di maggiore diffusione di tagli falsi da 20 euro, in 1.299 casi per un valore di 25.980 euro. A seguire i più ambiti tagliandi verdi da 100 euro, falsi in 846 unità per 84.600 euro, poi i classici 50 euro con 663 banconote false e un valore di 33.150 euro, 22 pezzi da 10 euro (220 euro), 18 pezzi da 200 (3.600 euro), 17 pezzi da 5 (85 euro) e anche 9 banconote false del taglio più alto, quello da 500 euro per un totale di 4.500 euro.
Questa la distribuzione delle banconote false in Sicilia in funzione dei differenti tagli. Per quanto riguarda invece la distribuzione su scala provinciale, la palma d’oro è andata a Catania dove nel 2012 sono state sequestrate o ritirate 902 banconote per un valore di 42.540 euro. Secondo posto per Palermo, con 39.805 euro frutto di 683 biglietti falsi, e terzo posto per la provincia di Ragusa, con 18.640 euro e 289 falsi. Seguono poi Messina (13.665 euro), Siracusa (11.260 euro), Trapani (11.185 euro), Agrigento (7.355 euro), Caltanissetta (5.670 euro) e Enna (2.015 euro).
Anche su scala locale, sono state le banconote da 20 euro quelle che hanno riscosso maggior successo tra i falsari. Nella maggior parte delle province si è registrato un calo del fenomeno rispetto al 2011, soprattutto a Palermo dove lo scorso anno il valore dei sequestri aveva toccato 278.865 euro, a differenza di Catania dove invece la circolazione di banconote false è aumentata considerando i 30.655 euro sequestrati nel 2011. Dando uno sguardo all’incidenza del fenomeno in tutta Italia vediamo che la provincia regina delle banconote false è stata Roma, con 291.935 euro, seguita da Milano con 200.605 euro. Risultati già scritti trattandosi delle due maggiori città del Paese. Meno scontati invece i luoghi di più alta concentrazioni di monete false, dove il primato è andato a Pisa con 3.386 euro e Treviso con 2.961 euro.