Frodi informatiche, i crimini on line valgono 290 miliardi l’anno - QdS

Frodi informatiche, i crimini on line valgono 290 miliardi l’anno

Anna Claudia Dioguardi

Frodi informatiche, i crimini on line valgono 290 miliardi l’anno

martedì 21 Maggio 2013

I dati forniti dalle 4 Corti d’Appello siciliane segnalano tra il 2011 ed il 2012 un aumento delle iscrizioni per tali reati. Un’economia parallela, frutto dell’era digitale, che fa leva su tecnologie sempre più sofisticate

CATANIA – Phishing, Smishing, Malware. Termini quasi impronunciabili e che, tradotti con un termine di paragone, sono come la pistola per un omicidio. Sono infatti alcuni dei mezzi usati per compiere i nuovi reati, quelli che passano per il web: le frodi informatiche. In un tempo in cui la trasmissione di dati e gli acquisti si fanno sempre più digitalizzati sorgono infatti anche nuovi pericoli che minano la nostra privacy, mettendo così a rischio anche i nostri risparmi.
Secondo i dati forniti da Symantec i profitti dei crimini online arriverebbero a quota 290 miliardi di euro l’anno, mentre per quanto riguarda il reato di danneggiamento di apparecchi informatici, secondo i dati della Commissione europea sono circa 148 mila i computer danneggiati ogni giorno nel mondo.
La natura stessa di tali tipologie di reato ci fa ben comprendere come si tratti di un problema trasversale e anche la nostra Isola non ne esce certamente indenne. I dati forniti dalle quattro Corti d’appello siciliane segnalano infatti, nel periodo compreso tra giugno 2011 e luglio 2012, un sostanzioso aumento di iscrizioni per reati di tale natura. La crescita è generalizzata, in particolare, per quanto riguarda i reati disciplinati dall’articolo 615 del Codice penale, ossia gli accessi abusivi a sistemi informatici o telematici. Le iscrizioni per tale tipologia di reato sono aumentate di circa 102 unità nel distretto palermitano, arrivando a quota 468 mentre registrano un aumento rispettivo del 9 e del 22 percento nei distretti etneo e nisseno.
In preoccupante aumento anche i reati di frode informatica disciplinati dagli articoli 635 e 640 del C.P riguardanti in sostanza il danneggiamento o manomissione di strumenti e dati informatici. La corte etnea registra un aumento di 195 iscrizioni, arrivando a 950 casi,poco meno a Palermo in cui l’aumento è di 133 casi. Scendono invece le iscrizioni per illecita intercettazione di comunicazioni informatiche o telematiche, in crescita solo nel distretto nisseno dove passano da 12 a 21 casi.
A sottolineare la pericolosità e la necessità di aumentare il contrasto di tali reati è, nella sua relazione, il Presidente della Corte d’appello di Palermo, Vincenzo Oliveri che, nel commentare i dati sovra citati aggiunge: “Trattasi di un settore nel quale la diffusione ormai generalizzata delle tecnologie informatiche – capillarmente utilizzate dalla Pubblica Amministrazione, da Istituti di credito e da un numero sempre maggiore di utenti per acquisti on line, per ogni tipo di operazione bancaria e di borsa, nonché per lo scambio di corrispondenza – impone la massima vigilanza e l’attivazione di sistemi di controllo che seguano il vorticoso innalzamento delle capacità offensive della criminalità organizzata”.
Il preoccupante dilagare del fenomeno è sottolineato anche dalla Polizia postale, competente in materia che vi dedica infatti una sezione apposita del sito web. La Polizia sottolinea come la crescita del numero di reati sia favorita da alcune condizioni: “é ancora diffusa la cultura della non rilevanza penale dei crimini informatici, il numero delle denunce presentate agli uffici di Polizia e all’Autorità Giudiziaria é irrisorio perché spesso i titolari delle aziende, reputano il danno d’immagine più grave di quello economico; essenzialmente manca una cultura della sicurezza, talvolta anche nelle persone addette alla gestione tecnica dei sistemi informatici”.
Ma se è vero che i “ladri” sul web si fanno sempre più furbi e le truffe sempre più sofisticate, è anche vero che vi sono degli accorgimenti da adottare per evitare di cadere nella trappola. Sul sito della Polizia postale troviamo una breve guida con alcuni semplici consigli quali l’utilizzo di firewall e di antivirus o la scelta accurata di una password sicura.

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