Ti serve un prestito? Chiedi al parroco. Abi e Cei, microcredito alle famiglie - QdS

Ti serve un prestito? Chiedi al parroco. Abi e Cei, microcredito alle famiglie

redazione

Ti serve un prestito? Chiedi al parroco. Abi e Cei, microcredito alle famiglie

giovedì 23 Maggio 2013

Di recente, invece, in riferimento al Mezzogiorno, la percentuale è balzata al 62% (Campania e Sicilia soprattutto). Nel biennio 2009-2010 il 33% delle richieste ha riguardato il Sud. Il 46%, invece, il Nord

Roma – La crisi continua a ‘mordere’ soprattutto le famiglie italiane. Una ulteriore conferma viene dalla Cei che ha attivato una forma di microcredito, per le situazioni di difficoltà econimica. Un progetto che prevede un prestito al massimo di 6mila euro per le famiglie e di 15mila per le aziende da restituire in 60 mesi a un tasso agevolato. Per l’erogazione è previsto l’intervento delle principali banche italiane grazie a un accordo tra l’Abi e la Cei.
Vi possono far ricorso anche disoccupati e cassaintegrati con un unico reddito in famiglia o persone che non hanno mai lavorato, piccole imprese “a serio di fallimento”.
A dare spazio all’iniziativa, la Radio Vaticana che, in un servizio del suo radiogiornale, ha fatto il punto sui risultati dell’iniziativa. Nel biennio 2009-2010, si ricorda, il 46% delle richieste riguardava il Nord, il 20% circa il Centro, il 33% il Sud. Il 57% dei richiedenti, si sottolinea, sono risultati italiani. Da un paio di anni a questa parte, invece, la percentuale degli italiani che sono ricorsi ai prestiti è balzata a oltre l’80%, investendo per oltre il 62% il Mezzogiorno (Campania e Sicilia soprattutto).
A richiedere l’intervento del “Prestito della Speranza” sono per il 67% famiglie in cui la persona che ha perso il lavoro ha tra i 35 e i 54 anni, dunque soggetti nel pieno della capacità produttiva ma che hanno difficoltà a trovare una nuova occupazione.
“Rimane che, nonostante la sensibilità di parte anche degli operatori bancari, le banche ancora non investono sullo strumento del microcredito. – ha commentato all’emittente vaticana don Adriano La Regina, responsabile del Prestito della Speranza – è un ritardo, io reputo di natura culturale, che impedisce alle banche di pensare al microcredito come a uno dei segmenti della nuova economica, che puo’ essere a vantaggio anche del profit, che la banca deve fare perchè è anche un’azienda”.

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