Lingue e tecniche di apprendimento grammatica, memoria e pratica - QdS

Lingue e tecniche di apprendimento grammatica, memoria e pratica

Chiara Borzi

Lingue e tecniche di apprendimento grammatica, memoria e pratica

venerdì 24 Maggio 2013

Al Dipartimento di Economia e Impresa (DEI) di Catania il ciclo di seminari “Plurilinguismo, Comunicazione e mondo del lavoro”. Serragiotto (Univ. Ca Foscari di Venezia): “Un’esperienza di sopravvivenza in contesti diversi dal proprio”

CATANIA – Imparare una nuova lingua è sempre molto affascinante, tuttavia non basta una conoscenza certificata, anche ad alti livelli, per far sì che essa rimanga intatta tra le nostre competenze.
Il plurilinguismo si coltiva continuamente, scegliendo la pratica accanto la conoscenza della grammatica, quindi comunicare direttamente per aumentare le nostre competenze di linguaggio.
“Lingua straniera: apprendimento e Life Long Learning” è il titolo del sesto incontro del ciclo di seminari professionalizzanti organizzati dalla professoressa Veronica Benzo, Economia Aziendale – Dipartimento di Economia e Impresa (DEI).
Tra i relatori dell’incontro, il prof Graziano Serragiotto dell’Università Ca Foscari di Venezia che, citando Von Humboldt ha detto: “Le lingue non s’insegnano: si possono solo ricreare le condizioni perché l’apprendimento abbia luogo”. Il compito dell’insegnante è infatti proprio quello di fornire gli elementi per migliorare l’assimilazione delle lingue, ma ci sono situazioni che non posso essere prevedibili, perché tutto dipende delle capacità d’apprendimento delle singola persona.
La glottodidattica, ha spiegato Serragiotto, è la disciplina che studia il miglioramento di questi aspetti attraverso un approccio interdisciplinare che coinvolge la psicologia, la scienza del linguaggio e la scienza della cultura. Insieme alle componenti cognitive, infatti, oggi è sempre più importante stimolare l’interculturalità negli individui, sia che siano studenti, lavoratori o dipendenti di grandi aziende che si affacciano al mercato internazionale.
Ogni singola persona, ha continuato Serragiotto, può apprendere attraverso due stili di acquisizione: diretto, in cui osserva, formula ipotesi e rimpiega immediatamente ciò che ha acquisito; indotto, quando riceve lo stimolo da un insegnante e altri input comandati.
Imparare la lingua all’estero permette sicuramente un apprendimento diretto e duraturo.
L’esigenza di comunicare in un contesto diverso dal proprio, diventerà infatti un’esperienza di sopravvivenza che coinvolgerà a pieno la sfera emotiva. L’importanza del cosiddetto filtro affettivo è sempre determinante.
È sconsigliato vivere in modo ansiogeno i momenti in cui si parla una lingua straniera, perché sarà proprio l’insicurezza a spingere verso l’errore.
Oggi, ha concluso il professore veneto, “chi non conosce più lingue può essere considerato un’analfabeta. Pochi sanno che il Ministero ha legiferato per l’inserimento di materie insegnate solo in lingua straniera nelle scuole superiori. Da adulti la scelta d’imparare una nuova lingua è invece più consapevole, servono motivazioni maggiori e quindi una strategia molto efficace”. L’ingresso delle tecnologia anche nell’apprendimento delle lingue non da davvero più altre scuse.
Mauro Cantoia, formatore Pnl (Programmazione Neurolinguistica) ha dimostrato come, proprio nel processo di acquisizione delle lingua, una buona strategia sia fondamentale. Un circolo virtuoso di apprendimento si può essere attivato solo capendo le caratteristiche psicologiche degli studenti e il loro approccio pratico alle azioni quotidiane. Stimolare correttamente la memoria è, ad esempio, una delle chiavi per ottenere un ricordo a lungo termine delle lingue. Ciò è possibile capendo profondamente le motivazioni degli studenti, i loro indici di stress e i limiti che hanno nell’apprendimento. Per un insegnamento a tutto tondo serve stimolare il piano auditivo, il visivo e cinestesico, considerando un altro elemento fondamentale: la particolarissima predisposizione di ognuno. “Per imparare la lingua serve sfruttare tutte le caratteristiche della mente umana – ha detto Cantoia – la tecnica dell’associazione di esperienze e parole è forse il miglior modo per “costringere” a memorizzare. È tutt’oggi valido il metodo storico con cui Socrate stimolava l’apprendimento nei suoi discepoli. La maieutica, invoglia il bisogno intimo di sapere, fissando un ricordo che sarà difficile da dimenticare”.

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