Partitocrati buuuuuuuu - QdS

Partitocrati buuuuuuuu

Carlo Alberto Tregua

Partitocrati buuuuuuuu

mercoledì 29 Maggio 2013

I grilletti, palloni sgonfiati

Ancora una volta i sette milioni di cittadini aventi diritto al voto hanno voluto plasticamente mostrare disgusto per la partitocrazia e i suoi irresponsabili conduttori, che continuano a prenderli in giro. I dati ufficiali hanno confermato il calo drammatico dell’affluenza nei 563 Comuni coinvolti in queste elezioni amministrative: ha votato il 62,38% degli aventi diritto, contro il 77,16 della tornata precedente. Risulta ridicolo sentire commenti da parte dei politicastri come se tutto questo ulteriore terremoto non fosse accaduto.
Nonostante la batosta del 24 febbraio (sono trascorsi oltre tre mesi) non si decidono a tagliarsi le indennità e i privilegi, a eliminare la spesa clientelare che alimenta i favori, a cancellare le prebende agli amici degli amici e tutti quei privilegi di cui godono le varie caste, prima fra le quali quella burocratica. Non si decidono a mettere mano alla legge elettorale e alla riforma delle riforme, cioè quella burocratica, inserendovi i valori di merito e responsabilità.
Alcuni sindaci sono stati eletti, avendo conseguito la maggioranza dei residui votanti; altri andranno al ballottaggio in cui è prevedibile un aumento dell’astensione, soprattutto in quei Comuni nei quali si sono ripresentati personaggi vetusti che hanno distrutto le loro città.

Nella pagina interna riproduciamo l’invito ai cittadini siciliani, elettori dei 141 Comuni che andranno al voto il 9 e 10 giugno, di bocciare senza esitazione i sindaci uscenti che non hanno mantenuto la parola data o che, addirittura, hanno peggiorato lo stato economico, sociale, finanziario e occupazionale del loro Comune.
Se i cittadini siciliani, in questa unica occasione, non si ergeranno a giudici inflessibili, non dovranno poi lamentarsi se la loro Amministrazione comunale non riuscirà a far funzionare i servizi. La conseguenza sarà la penalizzazione delle fasce medio-basse e più bisognose della popolazione.
Fra le cause del disgusto degli aventi diritto al voto, già sopra elencate, vi è anche la crisi finanziaria che ha, di fatto, tagliato la spesa clientelare, per cui non sono andati a votare, per ragioni meno nobili, tutti quelli che nelle tornate precedenti si aspettavano dall’eletto il favore. Favore che ora non può più essere fatto, ormai l’hanno capito tutti, perché i soldi sono finiti. Come dire: la festa è finita, andate in pace.
 

La Sicilia sta peggio di altre regioni. Il presidente, Rosario Crocetta, aveva promesso una rivoluzione, ma la sua maggioranza ha compiuto solo due atti concreti: l’approvazione della Legge regionale che ha trasformato le Province elettive in Province consortili e il recesso dei contratti dei 21 giornalisti che stavano alla Regione.
Il turn-over dei dirigenti non ha prodotto alcuno sveltimento nel percorso dei fascicoli, che a migliaia ammuffiscono negli armadi degli assessorati. Non ha messo in moto nessun processo per digitalizzare l’intero apparato, condizione essenziale per rendere minimamente efficiente la macchina regionale. Non ha sbloccato le migliaia di cantieri di opere, già finanziate dai fondi europei, per cui la Regione avrebbe dovuto garantire una parte necessaria al cofinanziamento.
Crocetta non ha costituito una squadra di validi dirigenti con la missione di catturare congressi e convegni in tutto il mondo da portare in Sicilia.

Invece, sono circolate due bufale. La prima riguardante un supposto tesoretto da cento milioni che, a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale, sarebbero arrivati alla Regione. Si tratta solamente di una partita di giro perché gli stessi cento milioni, prima destinati alle Province, ora arriveranno alle stesse, ma distribuite dalla Regione.
La seconda riguarda un altro supposto tesoretto di cinquecento milioni che arriverebbero all’assessorato Sanità. Gli stessi cinquecento milioni sono dovuti dallo Stato per la sua partecipazione alla spesa sanitaria e arrivano unicamente perché la Regione sta rispettando il Piano di rientro. Si tratta nient’altro che di un normale trasferimento, già previsto e non addizionale, come si è voluto fare intendere.
Avevamo aperto una linea di credito alla Giunta regionale e, nonostante tutto, la manteniamo. Ma Crocetta diventi una locomotiva, utilizzando i migliori siciliani disposti a lavorare, anche gratis. Oppure, anche il suo Megafono urlerà: vot’Antonio, vot’Antonio.
Infine, non commentiamo i grilletti, se non rilevando che sono diventati palloni sgonfiati.

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