Nobiltà e inutilità dei Club service - QdS

Nobiltà e inutilità dei Club service

Carlo Alberto Tregua

Nobiltà e inutilità dei Club service

martedì 04 Giugno 2013
In Italia vi sono decine di associazioni di servizio, liberamente costituite ai sensi dell’articolo 18 della Costituzione, alcune delle quali denominate Club service.
Servizio a chi? Ovviamente ai cittadini, deboli e bisognosi, che non ce la fanno ad avere una vita dignitosa, per tante malattie che affliggono il corpo sociale del Paese, e soprattutto quello dell’Italia meridionale
Leggendo gli scopi di ognuna di esse, non si può che convenirne, e ancor più d’accordo si è quando si scorrono le regole etiche alle quali si dovrebbero improntare le azioni dei propri soci-volontari.
Tali associazioni dovrebbero integrare l’azione delle Istituzioni dei tre livelli (statale, regionali e locali) quando dimostrano insufficienza, come accade nei nostri tempi.
La loro azione si definisce di sussidiarietà orizzontale, vale a dire affiancamento di pezzi della società all’attività che le Istituzioni dovrebbero svolgere. Diversa è la sussidiarietà verticale, prevista dall’articolo 118 della Costituzione, che si può sintetizzare in una breve frase che rende immediatamente l’idea.

Faccia la Regione quello che non fanno i Comuni; faccia lo Stato quello che non fanno le Regioni. Cioé, un intervento ad adiuvandum, o in sostituzione, quando gli Enti locali o le Regioni non provvedono a soddisfare, in tutto o in parte, i bisogni dei cittadini.
Le associazioni di servizio (definirle umanitarie è pleonastico e superfluo, perché certo non servono le piante o gli animali) hanno proprio una funzione di sussidiarietà.
Essa va esercitata in almeno due direzioni: la prima, svolgere attività sul territorio, in modo che i cittadini abbiano benefici dalla loro funzione di volontariato. La seconda, collaborare con le Istituzioni di ogni livello. Collaborazione che può estrinsecarsi nel fare, in modo addizionale; o nel pungolarle, quando esse sono insufficienti o incapaci di soddisfare tali bisogni; o, ancor meglio, svelare i retroscena dei giochetti dei responsabili portando all’opinione pubblica, senza peli sulla lingua, tutto quello che nascondono, o fanno male, o non fanno affatto.

 
Qualche giorno fa ho assistito, da cronista, ad un Congresso nazionale di una di tali associazioni che è collegata a un’organizzazione internazionale. Ho subito notato alcuni elementi positivi: avere portato a Taormina, luogo del Congresso, duemilacinquecento persone che hanno riempito alberghi, ristoranti e negozi. Un’iniziativa meritoria che andrebbe ripetuta continuamente se i sindaci dei 390 Comuni siciliani, anziché pensare agli affari propri (non tutti) si dessero da fare, anche consorziandosi, per attirare convegni e congressi da tutto il mondo, creando così eventi ed iniziative attraenti.
Un secondo elemento positivo è stato il tentativo di produrre alcuni disegni di legge regionali su due elementi molto importanti: il rischio antisismico e la sussidiarietà orizzontale.
Dopo di che, per obiettività e completezza, dobbiamo elencare alcuni elementi negativi.
Un primo riguarda l’eccesso di formalismi e rituali fuori dai tempi, che forse rallegrano alcuni partecipanti, ma annoiano mortalmente la maggioranza di essi. Quando è stata annunciata una sessione per distribuire medagliette e apprezzamenti dalla sala si è elevato un buuuuu.

Un secondo riguarda l’assenza di discussioni relative ai gravissimi problemi che pesano sulle spalle degli italiani e, segnatamente, su quelle dei meridionali.
Riflettevo a voce alta con alcuni partecipanti come fosse anacronistico e fuori dai tempi trascorrere quasi tre giorni riuniti in un congresso senza affrontarne due o tre e senza formulare ordini del giorno ed altri atti programmatici, con lo scopo di intervenire presso le Istituzioni nazionali e locali.
Nessuno ci dica che questi non sono compiti di un’associazione di servizio, perché se così facesse dimostrerebbe l’ignoranza degli scopi per cui esse sono nate. Ma vi è di più: le regole etiche impongono di occuparsi, nella massima misura, del supporto a tutte le fasce dei ceti medio-bassi mediante soluzioni istituzionali.
I Club service possono essere nobili o inutili a seconda dei risultati che conseguono, non delle vuote discussioni.

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