CATANIA – Nel 2012 in Italia si conferma il trend negativo nello scenario dei pagamenti commerciali: si allungano i tempi di pagamento concordati con i clienti, calano i buoni pagatori e aumentano le imprese che saldano le fatture con ritardi superiori ai 30 giorni.
Al 31 dicembre dello scorso anno, infatti, solo il 44,3% delle imprese italiane risultava aver saldato alla scadenza concordata i propri partner commerciali, 1,4 punti percentuali in meno rispetto al 2011, ben lontano dai valori rilevati prima dell’inizio della crisi economica (50,8% nel 2007). Ma a colpire maggiormente l’attenzione sono i ritardi oltre i 30 giorni, tornati ad aumentare nel 2012, fino a raggiungere il 10,5% del totale (erano il 5,50% solamente 2 anni fa). È quanto si evince dallo Studio Pagamenti 2013, presentato a Milano l’8 Maggio da Cribis D&B al Sole 24Ore, che ha analizzato i comportamenti di pagamento delle imprese italiane e di altri 20 Paesi nel mondo.
Nel confronto con le principali realtà Europee, per quanto riguarda il pagamento alla scadenza, l’Italia è lontana dalle nazioni più virtuose come la Danimarca (la più virtuosa a livello Europeo con l’83,3% di pagatori regolari) e la Germania (78,8%). Ma è soprattutto analizzando i ritardi oltre i 30 giorni che le nostre imprese mostrano la situazione più critica: peggio solo 4 paesi, cioè Portogallo (23,9%), Polonia (18,5%), Turchia (16,8%) e la Spagna (14,5%), mentre si collocano meglio tutte le grandi economie europee come Regno Unito, Francia e Germania.
Anche nel 2012 sono state le micro imprese a rispettare maggiormente i termini contrattuali, con il 47,9% di pagamenti puntuali. I pagamenti in ritardo si sono invece concentrati maggiormente nella classe “entro i 30 giorni” (41,2%) e in quella “30-60 giorni” (5%). Tra le imprese large solo il 13,8% onora gli impegni commerciali alla scadenza.
Come già osservato negli anni precedenti, il panorama dei pagamenti commerciali in Italia appare estremamente diversificato. Infatti, mentre le imprese del Nord mostrano una maggiore propensione a rispettare i termini pattuiti e a contenere il ritardo (50,7% di pagamenti puntuali), nell’Italia del Sud e delle Isole i pagamenti sono complessivamente meno puntuali (35,4%). Indipendentemente dalla collocazione geografica di riferimento, le imprese italiane prediligono la stipula dei contratti con termini di pagamento compresi fra i 30 e i 60 giorni (valori superiori all’87%).
Il Sud e le Isole sono le aree che evidenziano una maggiore percentuale di aziende che scelgono delle condizioni contrattuali superiori ai 60 giorni (almeno il 9,9% del totale), mentre si assesta al 7,4% per il Nord Est.
In relazione alla scadenza inferiore ai 30 giorni, si osserva una concentrazione maggiore per il Sud con l’1,7% del totale, mentre per l’Italia settentrionale e centrale resta sotto l’1%. Rispetto al 2011 i cambiamenti sono stati più rilevanti per il Sud: i termini contrattuali superiori ai 60 giorni hanno guadagnato 4,3 punti percentuali, mentre la concentrazione nella classe “30-60 gg” è diminuita del 3,6%. Le variazioni sono molto consistenti, invece, per il Nord Est se si confrontano i risultati del 2012 con il 2008: il delta relativo alla classe centrale (“30-60 gg”) supera l’11%, mentre i termini inferiori ai 30 giorni diminuiscono di 8 punti percentuali.
Il pagamento puntuale conferma il trend negativo iniziato già negli scorsi anni: infatti, la quota di “buoni pagatori” ha subito un decremento dell’1,4% rispetto al 2011 e si assesta al 44,3% del totale.
Il Nord Est presenta una quota di pagatori oltre i 90 giorni medi inferiore al dato medio rilevato in Italia (1,7% vs 2,7%) ed esibisce una buona performance in relazione al pagamento puntuale: infatti, per tutto il campione di riferimento si osserva una concentrazione di aziende che riescono a regolare le transazioni commerciali alla scadenza superiore al 49% (52,2% nel caso dell’Emilia Romagna).
Situazione positiva anche per il Nord Ovest, dove la quota di pagamento puntuale è pari al 47,6% del totale (48,8% per la Lombardia). I pagatori regolari nell’Italia centrale si mantengono al di sopra del livello medio nazionale, ad eccezione del Lazio con il 33,4% nella classe considerata.
Situazione più problematica quella riscontrata nell’Italia meridionale e insulare, dove tutte le regioni presentano una quota di aziende puntuali inferiore al dato aggregato: per Campania, Calabria, Sardegna e Sicilia la concentrazione in questa categoria resta al di sotto del 33,4%. Inoltre, per i ritardi più gravi (oltre 90 giorni) la peggiore performance spetta alla Campania con il 5,4% delle sue imprese e un delta del 2,7% circa con il dato aggregato Italia. Solo la Basilicata si contraddistingue per una migliore performance di pagamento rispetto alle altre regioni meridionali: il pagamento alla scadenza interessa, infatti, il 43,1% delle sue aziende, mentre i ritardi oltre i 90 giorni medi il 3,1%.

