“Si. I dati sono costanti e confortanti. I furti, di abitazione e di attività commerciale, sono rimasti nel numero uguali all’anno precedente. Il numero delle rapine è diminuito dello 0,1 per cento. La città di Messina nel 2012 era posizionata in un posto molto invidiabile, al ventiseiesimo, in termini di sicurezza ed in rapporto reati/abitanti: una delle città più sicure in Italia. La città oggi, nonostante una crisi maggiore, mantiene un trend positivo.”
“In questo settore non ci sono novità. I progetti Pon sono stati presentati per mezzo della Prefettura di Messina a quella di Catania, che funge da catalizzatore. Si aspettano i finanziamenti per potere avviare una sorveglianza per quei comuni definiti più a rischio. Vedremo se nell’anno nuovo saranno approvati e si potrà intraprendere questo sistema di video sorveglianza.”
“Le problematiche restano presenti sul territorio. Questi sono reati sommersi e si denunciano ancora poco. Resiste il concetto che la vittima si sente come aiutata, si sente confortata da chi gli dà somme di denaro in usura e, di conseguenza, in questa sbagliata logica non tradisce. E poi c’è ancora molta ignoranza nonostante si cerchi sempre più di diffondere il concetto che chi denuncia ha la possibilità di avere dei contributi notevoli. Un grande lavoro lo ha fatto e lo sta facendo Confindustria ed inoltre ci sono normative che favoriscono chi denuncia e penalizzano chi trova intese.”
“E’ un problema di convenienza. Ritengono che denunciare non sia conveniente. Non c’è paura, piuttosto ignoranza! Bisogna ancora lavorare molto per rendere sempre più chiari i vantaggi della denuncia ed anche avere un sempre maggiore rapporto di fiducia con gli imprenditori. C’è poi, purtroppo, il problema del credito sul quale, a livello normativo, a mio parere bisogna intervenire. Le imprese oggi sono soffocate.”
“Gira di tutto. In particolar modo è ritornata sul mercato l’eroina.”
“Si. In provincia resistono i collegamenti con ”Cosa nostra”; c’è una grossa presenza di origine mafiosa che trova base su Barcellona Pozzo di Gotto e da li si irradia sul territorio circostante. Continuano ad esserci varie operazioni per debellare. Sono però chiaramente organizzazioni ben radicate e tutti questi nostri tentativi servono a ridimensionare e ad infierire”.
“Io ho dialogato fin da subito e dialogo molto con la città. Ho ridotto moltissimo i servizi di ordine pubblico: 30 per cento nell’ultimo anno e 50 per cento rispetto a tre anni fa. Metto, ad esempio, meno gente nelle manifestazioni sportive o anche nelle manifestazioni di piazza. Scelta questa nata da tutta una serie di incontri con le associazioni sindacali e con i vari rappresentanti e, quindi, dalla comprensione di quelli che sono i loro motivi e le nostre esigenze. E questo risparmio lo impieghiamo in altri servizi di controllo del territorio. Ho ridotto anche la presenza negli uffici. Questo potrebbe allungare taluni tempi di consegna ma bisogna avere delle priorità!”
“Personalmente mi pongo l’obiettivo di continuare così come si sta procedendo e così come abbiamo iniziato. Ritengo fondamentale dialogare dentro e fuori dando disposizioni chiare.”
“Le mie priorità sono, sicuramente, la presenza sul territorio, il contatto con la gente sulla strada e quindi, ad esempio, anche momenti di incontro con gli studenti. La volontà di essere presente in convegni e conferenze; l’incontro ripetuto e costante anche con i quadri sindacali, per capire e confrontarsi.”
“Emerge la presenza di una grande insicurezza ma a volte ingiustamente. Aumenta la percezione della insicurezza mentre la sicurezza reale è identica e questo è dovuto ad un fatto di malessere e di situazione economica disastrosa.”
“Comporta un bisogno di maggiore sicurezza: ad esempio le chiamate al 118 sono aumentate anche per motivi non validi. E noi dobbiamo essere ancor più presenti. Il cittadino si deve sentire poliziotto, partecipe del progetto sicurezza. La sicurezza è un bene che tutti dobbiamo difendere.”
“I rapporti con le altre forze dell’ordine sono costanti, ottimi e totali.”
“In tutta la provincia siamo settecentoventi uomini.”