Regione indebitata per 5 miliardi - QdS

Regione indebitata per 5 miliardi

Lucia Russo

Regione indebitata per 5 miliardi

mercoledì 02 Settembre 2009

Spesa cattiva. I mutui contratti per pagare i debiti.
Sanità. Le aziende sanitarie e ospedaliere cessate hanno prodotto un deficit, al 31 dicembre 2007, che ha fatto crescere l’esposizione debitoria della Regione dell’83,14 per cento.
Mani bucate. Nel 2008 la Regione siciliana a fronte di un preventivo di 24,8 miliardi di euro ha speso 28,8 miliardi e per il 2009 è stato approvato un preventivo di 29,6 miliardi.

PALERMO – Mani bucate alla Regione, come negli anni precedenti, nel 2008 ha speso di più di quanto preventivato: 28,8 miliardi anzicchè i preventivati 24,8 e per il 2009 la previsione di spesa è ancora in crescita fino a 29,6 miliardi di euro.
Intanto, scrive la Corte dei conti, nella Relazione al Rendiconto per l’esercizio finanziario 2008, il residuo debito complessivo della Regione siciliana al 31 dicembre 2008 è cresciuto fino a “5.009 milioni di euro (5 miliardi), di cui 4.540 milioni a carico della stessa Regione e la restante parte di 469 milioni interamente rimborsata dallo Stato”. Proprio nell’esercizio 2008 l’esposizione debitoria della Regione ha subito un incremento elevato, addirittura dell’83,14%, rispetto al debito residuo al 31 dicembre 2007. La ragione di questo notevole aumento è dovuta alla sottoscrizione nel 2008 di un prestito trentennale con il ministero dell’Economia, con scadenza nel 2037, per l’erogazione di una somma massima di 2.800 milioni (2,8 miliardi) di euro destinata al pagamento dei debiti delle aziende sanitarie e ospedaliere registrati alla data del 31/12/2007. Questo, scrive la Corte, determinerà un ragguardevole incremento della spesa per interessi e un’altrettanto rilevante crescita dell’onere per il rimborso del capitale.
Precisamente il costo sopportato dalla Regione per rimborsare i prestiti è stato di 395 milioni di euro nel 2008, di cui 224 milioni per il rimborso della quota capitale e 171 milioni per pagare gli interessi. In totale si tratta di una cifra inferiore a quella del 2007 di 510 milioni di euro, ma, spiega la Corte, ciò è avvenuto grazie all’estinzione di un mutuo contratto nel 1997 con Credit Suisse First Boston, contratto per il pareggio del bilancio 2006 per circa 900 milioni di euro.
Dall’anno prossimo la quota capitale e per il pagamento degli interessi tornerà ad aumentare a causa dell’attivazione da parte della Regione di nuovi consistenti prestiti. Tra le causali dei mutui in corso della Regione siciliana, oltre al mutuo con il ministero dell’Economia di 2,8  mld per il Piano di rientro del debito della Sanità, per citarne alcuni,  ci sono il “Ripianamento del disavanzo Uu.ss.ll. anno 1999” (contratto con Dexia Crediop con scadenza 31/12/2006, importo 345,6 milioni di euro); “Emergenza vulcano Etna” (contratto con Cassa Depositi e prestiti , scadenza 31/12/2016 importo 21,6 milioni); “Acquisto immobile per sede istituzionale” (contratto con Cassa Depositi e prestiti, scadenza 31/12/2025, importo 8,2 milioni). Eppure ogni anno, almeno per gli ultimi tre 2007-2008-2009, proprio nel mese di agosto, l’assessore al Bilancio, insieme al Ragioniere generale della Regione e al responsabile del Servizio Bilancio, provvede ad emanare una circolare (l’ultima è la n. 12 del 13 agosto 2009) con la quale, rendendosi conto della situazione deficitaria perdurante della Regione, richiama tutti gli assessorati al contenimento delle spese.
Un invito che contiene un particolare riferimento alle spese di funzionamento ed alle spese per l’erogazione di servizi a qualsiasi titolo richiesti agli uffici dalla Regione, “le quali dovranno essere ridimensionate nel loro ammontare”. Per tutte le altre spese rientranti comunque nella categoria dei “consumi intermedi”, quali spese per relazioni pubbliche, convegni, mostre, manifestazioni, pubblicità e rappresentanza, conferimento di incarichi esterni, rapporti di collaborazione e commissioni, si invitano i vari responsabili dei centri di costo ad “effettuare un’attenta analisi e revisione delle stesse tendente al contenimento delle spese in questione”.

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