Viaggio tra le maggiori criticità della zona, denunciate dai residenti ma ignorate dal Comune
MODICA (RG) – Il quartiere Dente, uno dei più popolosi della Città della Contea, continua a permanere nel degrado e nell’abbandono nonostante le continue e incessanti richieste dei residenti. Un’azione incisiva portata avanti negli anni dal Comitato di quartiere che ben poco, però, è riuscito a ottenere da amministrazioni comunali sorde e noncuranti delle problematiche quotidiane. Oggi, il quartiere è uno dei più invivibili dell’intera città, pieno di i problemi da affrontare e risolvere al più presto.
Il nostro viaggio inizia dalla piazzetta Don Bellassai, adiacente la vecchia scuola Milano-Palermo. che attende da oltre cinque anni la messa in sicurezza. Tale piazzetta, adibita anche a spazio ludico, è presa costantemente di mira dai frequentatori dei locali pubblici del quartiere, che la utilizzano per disfarsi di qualsiasi rifiuto. Qui, nonostante la pulizia degli operatori ecologici e di volontari cittadini, la gente incivile riesce a sporcare e a degradare il posto da un giorno all’altro senza alcun rispetto per nulla.
Ci dirigiamo lungo la scalinata di via Dente e subito ci appare davanti il vecchio ponte di via Occhipinti, che conduce verso il centro storico e di cui non possiamo non notare la precarietà, contraddistinta dai segni evidenti del degrado sulle ringhiere di protezione, che rischiano di venire giù da un giorno all’altro. Occorrerebbe, a riguardo, un’immediata messa in sicurezza per preservare l’incolumità di persone e cose. Come se ciò non bastasse, al di sotto del ponte un’enorme discarica abusiva permane e cresce di anno in anno. Qui, in realtà, il Comune ha provveduto a rimuovere persino carcasse di auto abbandonate, ma alcuni cittadini incivili continuano a lanciare dall’alto la spazzatura che va a finire sugli alberi sottostanti.
Lasciamo a malincuore tale posto e ci appaiono dinanzi le transenne che delimitano il crollo del muro sulla via Michele Pulino e che restringono da oltre quattro anni la già stretta carreggiata, così come avviene cento metri più avanti dove una parte di tale muro pericolante è stata messa in sicurezza. Uno stato di cose che procura non pochi disagi a chi in via Pulino ci vive e vede tutt’oggi inascoltate le ripetute segnalazioni presentate dai residenti al Comune. Questi lamentano anche la mancata scerbatura di quel che rimane dei muri crollati, difficile per l’accumulo dei calcinacci che impedisce anche la sostituzione delle lampade spente dei lampioni, lasciando al buio la via. Una via il cui manto stradale, quasi del tutto dissestato, racchiude non pochi rischi per l’incolumità pubblica.
Andiamo, successivamente, a perlustrare il parco comunale Villa Cascino, il più grande spazio verde della città e il più degradato e abbandonato. La Villa, ricuperata alla fine degli anni Novanta dall’allora amministrazione comunale di centrosinistra, è stata progressivamente abbandonata a se stessa e infine, nel 2009, dopo il crollo di un’ampia parte di muro che sovrasta via Nuova Sant’Antonio, è stata chiusa a scopo precauzionale per preservare l’incolumità del pubblico frequentatore. I pericoli al suo interno, infatti, erano diventati parecchi: muri di cinta pericolanti, ringhiere inesistenti, alberi e siepi abbandonati, lampioni rotti, scale di legno fradice e servizi igienici completamente distrutti e inutilizzabili. Oggi possiamo presumere, anche da quanto si evince dall’esterno, che le condizioni della villa siano peggiorate e che ormai l’area assomigli molto di più a una zona naturalistica abbandonata, in cui la vegetazione spontanea ha preso il sopravvento su tutto. Diversi i progetti e le proposte che negli anni sono stati pensati per la valorizzazione del sito, ma a oggi, purtroppo, nulla è stato ancora realizzato e la Villa continua nella sua inesorabile decadenza e autodistruzione.
Tanti altri problemi attanagliano il quartiere e le sue zone periferiche, con i cittadini che continuano a sperare in soluzioni ancora lontane. Tra le criticità più evidenti, le continue perdite idriche, le vecchie fontane pubbliche abbandonate e fuori uso, le innumerevoli buche stradali, le numerose lampade spente, le minidiscariche abusive presenti ovunque, gli atti di vandalismo nei confronti di qualsiasi ben pubblico e privato, la cementificazione che continua a imperversare e a sfigurare il volto di un quartiere già abbastanza degradato e abbandonato.
Alla nuova amministrazione il non facile compito di dare risposte ai cittadini.
Tante promesse fatte ancora da rispettare
MODICA (RG) – Nell’ultimo incontro tra i residenti e l’ormai ex amministrazione Buscema, da parte di quest’ultima sono stati presi diversi impegni in merito alle problematiche che insistono nel quartiere. L’incontro ha permesso ai numerosi cittadini di una serie di criticità e di conseguenti interventi ancora da eseguire.
Sono stati i singoli cittadini a prendere la parola e a evidenziare i guai del quartiere, insieme ad alcune proposte per risolverli. A rispondere, per l’amministrazione comunale, l’ex sindaco Antonello Buscema e gli ex assessori, Tato Cavallino, Peppe Sammito e Giovanni Spadaro.
Sulle problematiche ambientali, Spadaro ha annunciato una lotta congiunta con la Polizia locale per combattere l’abbandono indiscriminato di rifiuti ingombranti e l’impegno di una maggiore pubblicizzazione del numero telefonico per il ritiro a domicilio gratuito. Sulle manutenzioni, l’assessore Cavallino ha annunciato degli interventi per la ripavimentazione di via Pluchino e per la riapertura di Villa Cascino, uno degli obiettivi dell’amministrazione. Sulle opere pubbliche, l’assessore Sammito a rimarcato l’intenso lavoro per sbloccare e velocizzare l’iter riguardante la realizzazione del sistema di rotatorie di contrada Crocicchia, all’ingresso della città. Infine, il sindaco ha evidenziato il lavoro già svolto per il quartiere, promettendo ancora una maggiore attenzione nei vari settori e ringraziando i numerosi cittadini intervenuti per la loro fattiva partecipazione.
Tutto però è rimasto in sospeso e adesso tocca al nuovo sindaco, Ignazio Abbate, dar seguito alle promesse fatte.