La Società italiana di psichiatria, sul proprio profilo Facebook, ha attaccato il ministro dell’Interno Matteo Salvini accusandolo di aver diffuso false notizie sui pazienti psichiatrici e di alimentare paure e discriminazioni.
Durante il raduno della Lega a Pontida il primo luglio e il tre luglio durante una trasmissione televisiva, Salvini si era scagliato contro la chiusura dei manicomi e aveva affermato, "C’è quest’anno un’esplosione di aggressioni per colpa di malati psichiatrici".
"Gli italiani debbono sapere – scrive la Società italiana di psichiatria in un post – che si tratta di una notizia destituita di ogni fondamento: il 95% dei reati violenti commessi nel nostro Paese è attribuibile a persone cosiddette normali. È più probabile invece che una persona che soffre un disturbo mentale sia vittima, non carnefice".
"Diffondere – continua il post – false notizie come quelle date dal Ministro non fa altro che aumentare paure infondate sulle persone affette da disturbi psichici, etichettandole ingiustamente ed indiscriminatamente come pericolose, aggravandone il già tremendo fardello dello stigma e della discrimiminazione".
"Forse il Ministro – affermano ancora gli psichiatri – non sa che una delle poche eccellenze riconosciute nel Mondo all’Italia è il sistema della salute mentale , che conta una vasta e capillare rete di strutture psichiatriche. Se davvero vuole aiutarci come dice, si dia da fare per porre fine allo sfascio progressivo di un sistema assistenziale costruito faticosamente in 40 anni che sta andando alla malora per un finanziamento ridicolo, che è meno del 3,5% del totale della spesa sanitaria italiana, mentre in paesi come Francia, Germania, Inghilterra e Spagna si investe dal 10 al 15%".
"Non abbiamo bisogno di nuove Leggi – conclude il post – ma di fondi per assumere medici, psicologi, assistenti sociali, riabilitatori, per non lasciare sempre più sguarniti di personale servizi che attualmente hanno un deficit di operatori che va dal 25 al 75% in meno dello standard previsto di 1 operatore ogni 1500 abitanti in 14 regioni/province autonome su 21. Meno parole Ministro, la preghiamo, più fatti".
