Nel fine settimana, Lo Bello e Crocetta hanno proposto un tavolo tecnico e la creazione della compagnia di bandiera. Il caro prezzi riguarda tutta la Sicilia, ma il problema della tratta Catania-Roma è il più pressante
PALERMO – Un tavolo tecnico per capire come attrarre gli investimenti delle compagnie aeree e rompere il monopolio di Alitalia in Sicilia: è questa una delle proposte del vice presidente di Confindustria, Ivan Lo Bello, lanciata in un’intervista pubblicata da La Sicilia venerdì. Da quando Wind Jet ha chiuso i battenti (con tutti gli strascichi, anche giudiziari, su cui si sta tornando a parlare in questi giorni), la Sicilia è sempre più lontana dall’Italia. Il QdS lo denuncia da mesi: i turisti, per arrivare nell’Isola, devono sborsare sempre più soldi; i siciliani rinunciano ad andare nella Penisola per evitare di dover lasciare uno stipendio all’agenzia di viaggio.
Proprio pochi giorni fa, è stato presentato il piano per il quadriennio 2013-2016 della compagnia di bandiera, che aumenterà ancora la presenza nell’Isola (anche attraverso il vettore AirOne), senza però rendere più competitive le tariffe. Ancora è piccola la fetta di mercato che le poche altre compagnie riescono a ritagliarsi. Le straniere Ryanair (soprattutto a Trapani, ma anche a Palermo, Catania – con appena una tratta – e, presto, a Comiso), German Wings, EasyJet e Wizzair gestiscono pochi voli, l’italiana BlueExpress propone ancora una certa concorrenza, ma soffre la crisi e non riesce quindi ad intaccare il monopolio dell’Alitalia.
Forse il problema più pressante riguarda il volo Catania-Roma, considerato quello più remunerativo e sicuramente il più frequentato per uscire dalla Sicilia. È qui che la compagnia di bandiera può dettar legge senza alternative credibili.
È per questo che negli ultimi giorni sia il vice presidente di Confindustria che il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta sono tornati sull’argomento, tentando di dare delle possibili soluzioni, che dipendono, però, soprattutto dall’iniziativa dei privati.
“Bisogna ricreare – ha dichiarato a Tony Zermo – le condizioni per una low cost in grado di fare la concorrenza ad Alitalia e bisogna capire perché ancora oggi molte compagnie sono restie a entrare in questo mercato. Questo è anche un problema nazionale perché abbiamo pochissimi vettori interni e non tutti messi bene, mentre abbiamo una grande concorrenza sui voli internazionali. Bisogna sedersi attorno a un tavolo con tutti gli interessati, dal presidente Crocetta agli altri e cercare una soluzione praticabile e non chimerica”.
E quale potrebbe essere la soluzione? Crocetta ha provato a dare la sua versione domenica: “Il problema – ha spiegato in un’altra intervista – è che da un lato c’è il monopolio di Alitalia e dall’altro se noi cerchiamo di scardinare questo monopolio intervenendo magari a sostegno di una compagnia di bandiera siciliana l’Unione europea ci dice che sarebbe un aiuto di Stato. Quando andrò a trattare a Roma con il governo, e lo farò presto, porrò queste questioni. E comunque non ritengo chiuso il capitolo che riguarda Wind Jet, più passa il tempo e più mi rendo conto della necessità della Sicilia di avere una sua compagnia aerea”.
Wind Jet, l’adunanza per il concordato è il 19 luglio
CATANIA – Malgrado le considerazioni del presidente Crocetta e le voci su cordate imprenditoriali pronte a rilevare quella che fu la compagnia di Nino Pulvirenti, le uniche notizie sicure sul destino della Wind Jet sono quelle che possono essere lette sul sito ufficiale, www.volawindjet.it. Il 1º giugno 2013 è stata infatti pubblicata la proposta di concordato preventivo per evitare il fallimento della società (unico spiraglio affinché qualcuno possa rilevarla e magari rilanciarla).
I creditori della società sono stati divisi in tre gruppi: saranno pagate integralmente l’Iva e le ritenute fiscali; saranno saldati per il 47,825 per cento i debiti nei confronti dei lavoratori dipendenti; solo il 5 per cento andrà in tasca degli altri creditori. È così che degli oltre 181 milioni di euro di debiti nei confronti di questi ultimi verranno saldati solo 9 milioni, per di più spalmati su cinque rate annuali da saldare entro il 30 giugno 2018. Infine, anche per i debiti per i quali sono stati accantonati i fondi rischi (44,5 milioni di euro al massimo), sarà saldato solo il 5 per cento. Il 19 luglio si terrà l’adunanza dei creditori dinnanzi al Tribunale di Catania.