La proposta di Pippo Gianni (Centro Democratico): “Cofinanziamento da un miliardo di euro per le bonifiche”. Molte parole tornano sull’argomento, ma senza il censimento della Regione si può fare niente
PRIOLO (SR) – A Priolo non si scherza con l’amianto. La scorsa settimana l’Osservatorio nazionale amianto (Ona) ha organizzato la Conferenza Regionale Amianto – Regione Sicilia alla presenza di autorevoli esponenti della politica locale e regionale e di addetti ai lavori che da anni si occupano del tema. Nell’occasione è stato presentato il disegno di legge “Norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto” che a breve sarà in discussione all’Assemblea regionale siciliana e che al momento si trova al vaglio della commissione Sanità e della commissione Bilancio.
Pippo Gianni, deputato regionale in quota Centro Democratico e membro del comitato tecnico scientifico dell’Ona Onlus, ha rilanciato la necessità di procedere alla bonifica dell’intero territorio regionale attraverso una richiesta di cofinanziamento dell’importo di un miliardo di euro. Soldi che servirebbero a ripristinare la salubrità dei luoghi e a fare della Sicilia “un cantiere”, così da attivare le maestranze locali e rimettere in circolo liquidità e occupazione. Agire appare necessario non solo perché la Sicilia è tra le poche regioni italiane ad essere profondamente in ritardo nella definizione del censimento dei siti da bonificare (la legge numero 257 del 1992 ha messo fuorilegge il pericoloso materiale), ma anche perché nel 2012 l’Ona ha inoltrato al Parlamento Europeo una petizione che è stata alla base dell’avvio di una procedura di infrazione a carico dello Stato italiano. A dare pieno sostegno politico al ddl ci ha pensato Pippo Digiacomo (Pd), presidente della Commissione sanità all’Ars, annunciando che “se il disegno di legge non dovesse trovare immediata approvazione sono pronto a fare le barricate”.
A dare i numeri sul rischio amianto e patologie correlate all’esposizione ci ha pensato Ezio Bonanni, presidente nazionale dell’Ona. Secondo le indagini epidemiologiche eseguite è emersa “un’aumentata incidenza di patologie asbesto-correlate – si legge in una nota curata da Calogero Vicario, coordinatore siciliano dell’Ona – nell’intera isola”. Tra le richieste dell’Ona ci sono in primo luogo “la bonifica di Montecalvario a Biancavilla (CT), alle falde dell’Etna”. Il comune della provincia di Catania, considerato sin (sito di interesse nazionale con priorità di bonifica) è a rischio fluoroedenite, un minerale di amianto, anche se la legge non lo considera ancora come tale. Da valutare anche il capitolo che riguarda “il risarcimento dei danni e i prepensionamenti, in base all’art. 13, comma 8, della legge 257/92 (benefici contributivi per esposizione ad amianto)”.
Nel corso dell’incontro sono stati evidenziate le aree a maggiore rischio che, com’è noto da tempo, rientrano nei poli industriali di Sicilia, o nelle loro immediate vicinanze. “I profili di maggior allarme sono emersi nelle città di Gela, nel comprensorio di Priolo-Augusta-Melilli, Milazzo, Biancavilla (questi sono tutti sin, ndr) e Siracusa”.
Intanto a Torino la seconda tranche del processo Eternit potrebbe prevedere l’ingresso delle istanze di giustizia relative all’Eternit di Siracusa, così come avvenuto per gli stabilimenti continentali di Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Bagnoli. Un filone di inchiesta che tramite le prime indagini epidemiologiche ha preso in esame 900 persone (la cosiddetta "Coorte") di cui 420 decedute; fra queste ultime, circa 130 sono state colpite da patologie collegabili direttamente all’esposizione all’amianto come il mesotelioma pleurico e l’asbestosi. I dati sono comunque ancora provvisori
Procedimenti ovunque, presto anche nell’Isola
PALERMO – Si moltiplicano i procedimenti in tutta Italia in materia di amianto e patologie correlate nei luoghi di lavoro. Ieri, in ordine di tempo, l’ultimo provvedimento: il gup di Milano Luigi Varanelli ha rinviato a giudizio 11 persone, tra ex componenti del cda ed ex amministratori della Pirelli, nel procedimento che vede al centro la morte di alcuni operai colpiti da tumori causati dall’amianto presente in fabbrica. Tra le accuse rivolte agli imputati: omicidio colposo e lesioni colpose gravi e gravissime in relazione a 19 casi (15 decessi e 4 lesioni). Nella prima tranche del procedimento penale sono andati a processo gli undici ex
manager Pirelli per 24 casi, tra operai morti per mesotelioma pleurico o che si sono ammalati di tumore. Tornando in Sicilia a dicembre inizierà il processo a carico di undici esponenti delle Ferrovie dello Stato accusati di omicidio colposo plurimo nei confronti di cinque operai uccisi dall’amianto killer durante il periodo di lavoro nell’Isola. Le Fs si difendono tramite i legali dichiarandosi tra le prime aziende in attività in Italia ad attivarsi per contrastare il fenomeno.