Aumentano le reti d’impresa. Ma la Sicilia resta indietro - QdS

Aumentano le reti d’impresa. Ma la Sicilia resta indietro

Antonio Leo

Aumentano le reti d’impresa. Ma la Sicilia resta indietro

martedì 27 Agosto 2013

Secondo il monitoraggio effettuato da Infocamere sono 995 i contratti siglati alla fine di luglio. Nell’Isola il fenomeno stenta a decollare, sono solo 40 i soggetti aderenti

PALERMO – L’unione tra le imprese fa la forza, una tendenza che in tutta Italia si sta diffondendo sempre più. Sono 995 i contratti di rete siglati dalle imprese italiane alla fine di luglio 2013. È quanto emerge da un monitoraggio effettuato da InfoCamere su questo tipo di accordi iscritti nel Registro delle imprese gestito dalle Camere di commercio italiane. Dopo tre anni dalla costituzione della prima rete di impresa, sono complessivamente 5.000 le imprese che hanno deciso di giocare di squadra.
In Sicilia, però, il fenomeno ancora fa fatica a decollare. Fino a oggi, nell’Isola sono stati siglati soltanto 21 contratti, con circa 40 soggetti aderenti alle “Reti”. Numeri molto bassi rispetto alla Lombardia, che guida la classifica con oltre 1.300 imprese (1.308 per la precisione) aderenti a un contratto (seguita da Emilia-Romagna e Toscana, con rispettivamente 714 e 579 imprese). Diffusi ormai in tutte le province (102 su 105), le reti d’impresa parlano soprattutto milanese. È infatti il capoluogo lombardo a contare, in Italia, il maggior numero d’imprese (391) aderenti a un contratto di rete; ai primi posti della classifica delle province per maggior numero di imprese coinvolte si piazzano poi Brescia (268 realtà), Firenze (196), Roma (184) e Modena (183). Ancora ferme a “quota zero” Enna, Vercelli e Vibo Valentia.
In ogni caso la dimensione di questi agglomerati di aziende risulta essere ancora relativamente modesta. “Sommando le reti con tre imprese e quelle composte da quattro a nove imprese – spiega Infocamere in un comunicato – si ottiene un totale di 762 contratti di rete su 995. Dunque, oltre i due terzi dei contratti riguardano un numero di imprese che varia da 3 a 9. I due dati rilevanti sono, da un lato, il numero elevato di reti bilaterali (il 13% del totale) e, dall’altro, la quasi totale assenza di macro-reti con un numero di imprese partecipanti superiore alle 50 imprese (una sola rete su 995 contratti)”.
Le imprese partecipanti ai contratti sono prevalentemente società di capitali (67%), con un numero limitato di imprese esercitate con la forma di società di persone e di imprese individuali. Contenuto il numero delle imprese cooperative (341 realtà per un peso % pari al 6,9), segno che il contratto di rete non ha ancora trovato adeguato sviluppo nel mondo dell’impresa senza scopo di lucro.
La mappa dei settori rileva come il contratto di rete si sia diffuso ampiamente sia tra le imprese manifatturiere che del terziario. Oltre 1.800 soggetti (il 37,5%) delle imprese che hanno sottoscritto un contratto di rete fanno parte dell’industria in senso stretto. Più contenuta, invece, è l’incidenza dell’edilizia e del commercio (9,5%) e dell’agricoltura (5%).
Il contratto di rete, introdotto dal decreto incentivi del 2009 e ritoccato dalla legge di stabilità, prevede la possibilità per le aziende di creare alleanze senza sacrificare la loro autonomia: si condividono obiettivi e strategie, si scambiano informazioni e servizi, senza rinunciare alla propria indipendenza.

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