Pubblico e privato, insieme per i Beni culturali - QdS

Pubblico e privato, insieme per i Beni culturali

Pubblico e privato, insieme per i Beni culturali

venerdì 13 Settembre 2013

L’assessore regionale ai Beni culturali, Mariarita Sgarlata, è convinta dell’importanza della collaborazione per rilanciare i nostri musei. Principi di trasparenza e legalità garantiti da un attento controllo da parte dell’Assessorato

PALERMO – Musei e siti archeologici siciliani perdono, fra il 2011 e il 2012, complessivamente, 1,2 milioni di euro. L’incasso per 65 beni culturali passa da 14,4 milioni di euro (2011) a 13,2 nel 2012.
L’inchiesta pubblicata ieri ha evidenziato alcune delle possibili cause puntando i riflettori, soprattutto, sugli ingressi gratuiti cresciuti di quasi 70 mila unità rispetto ai visitatori paganti (che diminuiscono del 9 percento). Considerato che si è soliti prendere più sul serio ciò che costa e non ciò che è gratuito, resta sacrosanto il principio secondo cui la tutela e la condivisione del patrimonio artistico e culturale non debba avere limiti di accessibilità, né può generare profitto. Ma nel caso in cui le casse pubbliche non sono nelle condizioni di sostenere alcune spese fondamentali, come i costi del personale, del riscaldamento, della luce elettrica, della manutenzione ordinaria, queste ricadono comunque sulle spalle dei cittadini che devono sostenere il sistema con le loro tasse. 
La Regione e i Comuni, infatti, non sono in grado di far fronte al 95 per cento delle spese, pertanto, vista la nostra situazione finanziaria, far pagare un contributo ai visitatori, anche minimo, ci sembra un dovere sacrosanto. E’ esattamente opposta la strategia adottata nella nostra Regione che non fa ben sperare.
Non conosciamo al momento gli esiti del 2013, secondo l’assessore Sgarlata nei primi sei mesi di quest’anno sarebbe stata rilevata nei principali siti archeologici una crescita di visitatori, rispetto al 2012, che si stima sia del 15/20 per cento. Non abbiamo, invece, parametri anche parziali di quali siano gli incassi per il primo semestre. Ma non ci aspettiamo importanti variazioni di segno opposto per via di una nota emessa dall’assessorato regionale ai beni culturali, a gennaio di quest’anno (fonte funzionari museali) in base alla quale dirigenti di musei e siti archeologici, che hanno registrato nel 2012 un ridotto numero di visitatori e incassi esigui, sono stati costretti a convertire gli ingressi a pagamento in gratuiti. L’incidenza sugli incassi, già irrisori, sarà inevitabile, senza contare che il dato sull’affluenza è in calo già da diversi anni.
L’unione di questi due fattori non può che generare un aggravamento, semmai, degli attuali segni negativi, sia in termini di incasso che di servizi. Due voci fondamentali il cui controllo, secondo disposizioni regionali, è affidato, già da diversi anni a privati.
Nonostante tutto, l’assessore regionale ai Beni culturali, MariaRita Sgarlata, “continua a credere che la partnership tra pubblico e privato, legata a principi di trasparenza e legalità, sia l’unica strada percorribile”.
Per i bandi sospesi, chiarisce Sgarlata, “si attende un pronunciamento del TAR il prossimo 23 ottobre;  c’è quindi  un procedimento giudiziario che chiarirà le responsabilità, delle società appaltanti e, se vi siano state, degli uffici dell’amministrazione”.
In merito alle nuove aggiudicazioni la vigilanza verrà curata direttamente dall’assessorato “sin dal primo giorno sull’espletamento dei servizi dati in concessione”, fa presente l’assessore. Quanto alla crescita degli ingressi gratuiti, previsti dalle normative dell’Unione europea e destinati ai minori di 18 ed i maggiori di 65 anni, secondo Sgarlata la motivazione è legata alle attuali formule di turismo organizzato che favorirebbero pullman o gruppi di crocieristi particolarmente affollati da ‘over 65’”. Ci domandiamo a questo punto come mai la fascia 18-65 abbia smesso di visitare i nostri beni culturali, ma per questa risposta rimandiamo alla prossima inchiesta.
Intanto l’attuale gestione regionale ha deciso di superare numerosi limiti nella gestione dei beni culturali siciliani grazie all’introduzione del bancomat e dal ticketing on line. I siti pilota sono: Villa di Piazza Armerina, museo di Aidone e sito di Morgantina. Il biglietto integrato è in dirittura di arrivo anche negli altri beni culturali e speriamo possa generare gli introiti necessari al miglioramento dei servizi e dei collegamenti (altro grande ostacolo al raggiungimento dei siti) che si sa attirano turisti e visitatori.
 

 
L’approfondimento. Siti culturali siciliani senza una vetrina in Rete
 
In Sicilia le opportunità che potrebbero derivare dal settore culturale e artistico sono indicate come fonte primaria di generazione di valore economico per il settore delle industrie culturali e creative e per l’intera economia, ma dagli studi degli ultimi anni emerge chiaramente come questo potenziale culturale ed economico sia fortemente inespresso, non consentendo alla Sicilia, di averne un adeguato ritorno in termini di Pil e di occupazione.
In un quadro di arretratezza generale, la Sicilia è fra le regioni che non riescono a sfruttare a pieno le potenzialità di un territorio ricco e diversificato in termini di offerta culturale. Soprattutto sul web. “C’è una mancanza pressoché totale di una capacità imprenditoriale e manageriale del ‘sistema’ culturale regionale attraverso la rete”, parla con amarezza l’assessore Mariarita Sgarlata – ed aggiunge – “certamente con notevole ritardo, la Sicilia ha  iniziato a dotarsi di siti web museali attraverso cui promuovere, comunicare e valorizzare il suo patrimonio culturale.
Magari bastasse essere la regione con un numero considerevole di siti Unesco. In realtà la domanda culturale cresce in relazione allo sviluppo delle politiche culturali”.

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