PALERMO – Non ci vogliono proprio rinunciare all’equiparazione al Senato, i deputati dell’Assemblea regionale siciliana. Loro – in barba alle dimissioni di Antonello Cracolici da presidente della commissione per la “Spending review” – continuano a incassare i loro 11.780 euro netti (bonus esclusi), quando un qualsivoglia consigliere regionale di altra Regione percepisce intorno agli 8 mila euro.
Ieri riunione lampo della commissione, che ha aggiornato la seduta di una settimana, a venerdì prossimo, per l’assenza di alcuni componenti, a partire dai democrats impegnati nell’Assemblea del partito. In ogni caso, il rapido vertice è servito a Giovanni Ardizzone, presidente dell’Ars, per ribadire la sua linea della fermezza: o verrà recepito in un apposito disegno di legge il decreto Monti, che prevede un tetto massimo di 11.000 euro lordi al mese per i consiglieri regionali, oppure sarà lui stesso a provvedere alla decurtazione degli emolumenti.
“Mi assumerò la responsabilità fino in fondo – ha tuonato Ardizzone – anche se dovessi rimanere da solo, applicherò il decreto Monti con decreto presidenziale”. “Ho constatato che nessun componente della commissione mette in discussione i parametri massimi del decreto Monti per quanto riguarda le indennità dei parlamentari, pari a 11.100 euro lordi – ha detto Ardizzone – Questo obiettivo sarà raggiunto. Quando mi sono insediato ho dichiarato che il decreto Monti sarà applicato e così sarà, perché è una legge dello Stato e perché è eticamente corretto”. La Sicilia è l’unica Regione a non avere ancora applicato i parametri. “Il taglio alle indennità scatterà dal primo gennaio del 2014”, ha assicurato il presidente dell’Ars.
Rispetto alle resistenze da parte di alcuni deputati ad applicare tout court il decreto Monti, Ardizzone ha ammesso che “qualche nota stonata in Parlamento c’è”. Il capo dell’Assemblea, poi, ha rivendicato i tagli ai costi dell’Ars fatti alla fine della scorsa legislatura e all’inizio di quella attuale, in particolare per quanto riguarda le spese per i gruppi parlamentari e le indennità per il trasporto su gomma, “ridotte del 50%”. “Io ho l’auto di servizio – ha detto – per cui non posso certo usufruire dell’indennità di trasporto”. E ha ricordato che i tagli “hanno consentito un risparmio complessivo di 2 milioni di euro”, mentre il costo del personale dell’Assemblea è stato tagliato di circa un milione di euro. “Non è vero – ha concluso Ardizzone – che siamo allineati al Senato, in maniera autonoma infatti abbiamo portato avanti i tagli e continueremo a farlo”.
Venerdì prossimo la commissione per i tagli eleggerà il nuovo presidente. Finora sono stati approvati sette dei dieci articoli del ddl elaborato da Cracolici e dal suo ufficio di presidenza: lo scoglio da superare è proprio l’indennità dei parlamentari. Due le posizioni: recepire il decreto Monti così com’è e dunque allinearsi a tutte le altre Regioni fissando il tetto a 11.100 euro mensili lorde, oppure ridurre sempre a 11.100 euro lordi al mese l’indennità ma rimanendo agganciati al Senato in modo da poter intervenire, in futuro, sulle buste paga in modo autonomo, in virtù della specialità dello Statuto.

