Lavoro. Centri per l’impiego svuotati e non garantiti.
Ai margini. I centri per l’impiego oggi sono una struttura ai margini del mercato del lavoro. Questo perchè la legge non obbliga le imprese a consultarli per la ricerca dei profili professionali.
Nuovi strumenti. Gli sportelli multifunzionali non hanno svolto il loro compito per cui sono stati attivati: quello di fare incontrare domanda e offerta nel mercato del lavoro
Palermo – I centri per l’impiego ridotti quasi a delle “larve” viventi, snaturati dai compiti per cui originariamente erano nati: far incontrare domanda ed offerta di lavoro. Di fatto però queste strutture oggi sono state “svuotate” dall’avvento dei super costosi Sportelli multifunzionali che, per fare qualcosa in più sulla carta, rispetto ai vecchi collocamenti, costano quasi 20 volte di più. Avete letto proprio bene: mentre i Centri per l’impiego costano all’incirca 3 milioni di euro l’anno, secondo i dati in possesso del dipartimento Lavoro della Regione siciliana (da cui dipendono, ndr), gli Sportelli multifunzionali invece costano all’incirca 50 milioni di euro in base al decreto emanato dall’assessorato regionale al lavoro nel 2008 per i costi di gestione da sostenere.
Sembra proprio di essere davanti ad un vero e proprio scempio delle risorse pubbliche se si considera che gli Sportelli multifunzionali, nati proprio per supportare e migliorare l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro in Sicilia, dalla loro nascita ad oggi non hanno concretamente portato a nessun miglioramento dal punto di vista dell’occupazione, statistiche alla mano.
Oggi in pratica un centro per l’impiego è diventata una struttura ai completi margini del mercato del lavoro siciliano e si limita ad attività per lo più burocratica: il maggior carico di lavoro è legato al controllo della rendicontazione di cantieri, enti di formazione e apprendistato. Una serie di normative nel tempo hanno reso praticamente il centro per l’impiego assolutamente superato. Prima il Decreto Legislativo numero 297/2002 con il quale è stato riconfermato il principio dell’assunzione diretta, già sancito dalla legge 608/96, per i datori di lavoro privati, e gli enti pubblici economici; poi è arrivato il Decreto Interministeriale del 30 ottobre 2007 che ha reso obbligatorio l’invio delle comunicazioni per via telematica, in attuazione di quanto previsto dalla Legge Finanziaria 2007 (L. 296/06). Il che significa che un Centro può non essere interpellato da un’azienda per la ricerca di appositi profili professionali e non avvia nemmeno più al lavoro il disoccupato.
“Le aziende non passano di qui per cercare il profilo professionale che cercano – afferma Gioacchino Vitale, dirigente del Centro per l’impiego di Partinico in provincia di Palermo – perché di fatto non sono obbligati. Le leggi danno alle imprese la possibilità di poterci scavalcare”.
Facendoci carico noi di una tradizione, potremmo dire: ma che ci sta a fare allora il centro per l’impiego? Solo per rendicontare e limitarsi a lavori burocratesi tipici di ragionieri? Cosa c’entra con lo spirito progettuale per il quale sono nati? “In realtà – precisa Cecilia Calderaro, che guida il Centro per l’impiego di Messina – noi non ci limitiamo soltanto a fare incontrare domanda ed offerta, ma poniamo l’attenzione anche sull’aspetto formativo e su altri servizi. Il fatto che le aziende ci scavalchino per trovare manodopera qualificata è assolutamente vero, ma penso che sia un problema che esiste in tutta Italia. Il perché non si rivolgano a strutture come le nostre, che sono gratuite, non me lo so affatto spiegare”.
“Forse – dice il dirigente del Centro per l’impiego di Catania, Salvatore Drago – non siamo stati bravi neanche noi a far sapere all’imprenditore tutti i servizi di cui può disporre nei Centri per l’impiego. C’è stato anche un difetto di comunicazione. In queste strutture infatti il datore di lavoro può usufruire di banche dati sulle professionalità alla ricerca di lavoro, può effettuare anche una preselezione ed il tutto in forma assolutamente gratuita. Non c’è tra l’altro nessun vincolo di graduatoria o di assunzione.
“Si può anche decidere alla fine della selezione di non scegliere nessun profilo tra quelli presentati. Io mi sono insediamento da poco più di un mese e voglio proprio lavorare sull’aspetto della comunicazione. Voglio far conoscere all’imprenditore tutti i vantaggi che può avere se si rivolge a noi”.