Teenagers, triplicati in 5 anni i casi di malattie veneree - QdS

Teenagers, triplicati in 5 anni i casi di malattie veneree

Adriana Zuccaro

Teenagers, triplicati in 5 anni i casi di malattie veneree

venerdì 27 Settembre 2013

La “prima volta”: sempre più precoce il debutto. Uno su cinque fa sesso prima dei 14 anni. Iss: “Occorre vaccinare gli adolescenti maschi contro il papilloma virus”

Rosso come la rabbia diffusa per l’impotenza manifesta contro una malattia ancora oggi letale. Rosso come segno di avvertimento per non ignorare uno dei più grandi problemi del nostro tempo. Rosso è il fiocchetto divenuto simbolo universale della lotta all’Aids: ogni giorno milioni di persone lo appuntano sul proprio abito mentre, purtroppo, ogni 2 ore avviene un nuovo contagio imputabile in primis a rapporti sessuali non protetti.
 
Aumentano le campagne informative e di sensibilizzazione al problema ma la piaga delle malattie sessualmente trasmissibili (Mts) persiste e le grida di allarme piuttosto che assopirsi, incalzano. Di fatto, dal primo caso di sieropositività diagnosticata nel 1982 alle ultime indagini rese note dall’Istituto Superiore di Sanità, solo in Sicilia sono stati registrati 2.731 casi, con picchi di contagio più alti rispetto ad altre aree del territorio nazionale come le regioni Lazio, Piemonte, Emilia Romagna e Marche. In generale, in Italia, dove ogni anno 4.000 persone contraggono il virus dell’Aids, nonostante la curva di incidenza dell’Hiv non disegni un andamento decrescente ma pressoché stabile, si registra un cambio di rotta dell’Hiv e dei principali virus sessualmente trasmissibili verso i giovani.
 
“In Italia il 3% dei ragazzi e il 5% delle ragazze sotto i 25 anni hanno già contratto un’infezione di tipo sessuale. In particolare, 400 di loro ogni anno si infettano con Hiv e i casi di condilomatosi genitale tra maschi e femmine dai 14 ai 19 anni sono triplicati dal 2004 al 2009”. Con questi dati alla mano, l’obiettivo espresso dal direttore del centro operativo Aids dell’ISS Barbara Suligoi durante l’ultima conferenza organizzata dalla Federazione italiana dei medici pediatri sulla medicina di genere nell’infanzia e nell’adolescenza, non si limita all’informazione.
 
Occorre infatti prendere atto della diffusione del fenomeno e iniziare ad avvalersi di nuovi strumenti di contrasto come le vaccinazioni preventive contro quelle infezioni sessuali di tipo batterico che facilitano l’insorgenza di malattie dell’apparato riproduttivo e ne provocano la sterilità. Perché ad esempio, l’infezione da Clamidia, “prima causa di sterilità se non trattata con antibiotici, riguarda ben l’8,3% delle under 19 in Italia”, spiega Suligoi. Sono poi altissimi anche i numeri relativi alla diffusione dell’Hpv (Human papilloma virus) contratto dal 10% delle donne e il 60% degli uomini, se pure il grido di allarme si acuisce per il preoccupante 25% delle giovanissime affette che non raggiungono neanche i 20 anni di età.
 
“Cifre rilevanti che suggeriscono l’opportunità di vaccinare anche i maschi per limitare in modo importante la diffusione del virus”, quando ad oggi, conclude Suligoi, “il vaccino riguarda invece solo le ragazze dodicenni, e in questa fascia interessata, la copertura si aggira intorno al 56-60% e varia molto da regione a regione”. Anche fuori dall’Isola e dall’Italia, i dati mondiali sulla diffusione delle Mts non disegnano un panorama meno preoccupante. Più di 700 mila casi di condilomi e carcinomi correlati all’Human papilloma virus si registrano ogni anno in Europa insieme a quei tumori dovuti al medesimo virus che non riguardano solo 32 mila donne ma anche più di 15 mila uomini.
Ogni anno nel mondo 111 milioni di giovani sotto i 25 anni si ammalano di infezioni sessuali di tipo batterico. Perché? Una delle principali cause è il precocissimo debutto sessuale che i teenager di questo Terzo Millennio hanno deciso di anticipare oltremodo, ignorando ogni rischio. Per il 19% degli adolescenti italiani, quindi quasi 1 su 5, la prima esperienza sessuale ha luogo prima dei 14 anni. In soli dodici mesi il dato è quasi raddoppiato: le stime del 2012 registravano infatti punte del 10% circa.
 
E non è tutto. I risultati dell’indagine portata alla luce dall’Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza – che ha coinvolto sette scuole in cui ragazzi dai 15 ai 25 anni sono stati intervistati mediante questionari anonimi – hanno rivelato una preoccupante fotografia: durante i primi rapporti intimi, giovani e giovanissimi non contemplano l’uso di precauzioni. Di fatto, solo il 35% dei maschi e il 29% delle ragazze ricorre al preservativo e solo pochi sono informati in tema di contraccezione e infezioni virali. Pochissimi, nel campione sondato, dichiarano di voler attendere un’età più matura per sperimentare il sesso, con percentuali in forte calo rispetto a quanto risulta da altre indagini degli ultimi anni: dal 43% del 2011 al 23% del 2012, fino all’odierno 12%. Ed è buio anche sui rischi a cui si va incontro con rapporti sessuali non protetti: il 73% dei ragazzi non conosce neanche cinque fra le principali malattie a trasmissione sessuale, il 33% pensa che l’incidenza sia trascurabile e il 57% non sa stimare il tasso di Hiv. Il risultato? Gli adolescenti risultano più esposti alle malattie sessualmente trasmesse.

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