Non tutti i parlamentari del centro destra sono con Berlusconi
ROMA – Tra falchi, colombe, scissionisti e non scissionisti, fiduciosi e catastrofisti l’opinione pubblica italiana assiste inerme ad un teatrino di prese di posizione e smentite che va avanti da mesi e che si è acuito nelle ultime ore.
Ieri, in un’altalena di vertici ed incontri, Enrico Letta, a colloquio dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha più volte ribadito che prima al Senato, poi alla Camera cercherà una maggioranza politica ampia per una legislatura che duri almeno fino al 2015. Il segretario del Pdl Alfano ha invece incontrato Berlusconi ed ha affermato: “Nel Pdl non ci sono gruppi”, auspicando che tutto il partito voti la fiducia a Letta. Di ben altre vedute, il Cavaliere, fino al giorno prima, aveva invece parlato di elezioni anticipate. Uno strappo nel Pdl è in corso ed è evidente nonostante i toni conciliatori di Alfano.
A distruggere i sogni di chi sperava ancora nell’unità del Pdl ci ha pensato il senatore Pdl Carlo Giovanardi che si è così espresso in merito alla fiducia al governo Letta: “Abbiamo i numeri, siamo anche più di 40, e siamo fermi nel voler mantenere l’equilibrio di governo. Per questo voteremo la fiducia. Il problema dei numeri, al massimo, è degli altri”.
Il nuovo gruppo autonomo farebbe riferimento al Partito popolare europeo e si chiamerebbe Nuova Italia. Tutto ciò mentre qualcuno, all’interno del Pdl, continua a fare il nome di marina Berlusconi per la successione. La figlia del Cavaliere dribbla le domande dei cronisti a riguardo e si dice indignata nei confronti di chi sta girando le spalle al padre. Di fronte ad un Pdl diviso da correnti tumultuose, il Pd assiste compatto: “Noi sosteniamo Letta e lo sosterremo nell’operazione verità” di domani (oggi) in Parlamento ha dichiarato Enzo Amendola.
Altro incontro importante è stato quello tra Letta e Renzi che ha scritto su facebook: "Ho detto oggi al premier Letta che da sindaco, da militante democratico ma soprattutto da cittadino spero che prevalga l’interesse del Paese. E continuo a fare il tifo per un Governo solido che faccia bene per le famiglie, per le imprese, per l’Italia. Tutto il resto lo lascio ai professionisti della chiacchiera".
L’assemblea dei senatori M5S sta invece valutando la possibilità di presentare una mozione di sfiducia al governo, da presentare nel caso in cui Letta dovesse decidere di non porre la questione di fiducia. Lo ha confermato il neo capogruppo M5S al Senato, Paola Taverna. Mentre gli ex Cinque stelle sarebbero pronti a dare la fiducia.
Scelta civica con Mario Monti e Pier Ferdinando Casini si è riunita nella tarda serata di ieri in attesa dei risvolti in casa Pdl. La Lega non approverebbe le comunicazioni del presidente del Consiglio, questo è risaputo.
In un quadro quanto mai incerto e per molti versi preoccupante si aspetta il discorso in Aula di oggi del presidente del Consiglio. Il voto di fiducia sembra inevitabile e una larga maggioranza non è ancora un dato da dare per scontato.