Formazione professionale, tutto fermo: la Regione prende tempo - QdS

Formazione professionale, tutto fermo: la Regione prende tempo

Formazione professionale, tutto fermo: la Regione prende tempo

martedì 08 Ottobre 2013

Ancora anno formativo al palo, paura per la possibile mancanza di fondi per far partire i corsi. Si va ventilando l’ipotesi dell’assenza dei soldi, torna lo spauracchio licenziamenti

PALERMO – Ci risiamo. I corsi di formazione in Sicilia stentano a partire. Passano gli anni, si succedono i presidenti della Regione e i loro assessori in pectore, persino le riforme del settore (ben due negli ultimi 3 anni, ndr) ma nonostante tutto i problemi atavici stentano ad essere definitivamente superati.
In questi giorni potrebbe cominciare a muoversi qualcosa ma non sembra una decisione imminente. Tutti gli enti che hanno presentato una proposta di riedizione dei pacchetti formativi, destinatari di finanziamento dell’Avviso 20/2011, sono stati convocati alla Regione. “Per intervenute esigenze di servizio e al fine di assicurare una funzionale gestione degli incontri con i singoli enti necessita un incontro presso l’assessorato alla Formazione” avverte la dirigente generale del Dipartimento regionale della Formazione Anna Rosa Corsello.
 
Insomma, della graduatoria definitiva dei progetti formativi di cui al Piano giovani (Pac-Piano di azione e coesione) non vi è traccia. Si passa, oramai, da un’emergenza all’altra in questo settore: prima gli Sportelli multifunzionali, il cui futuro appare nebuloso e poco certo, ora si torna a parlare di Avviso 20 dopo che già questo apparato è stato messo in discussione e ridimensionato attraverso dei tagli netti ai finanziamenti. Il dato di fatto è che da giugno ad oggi, periodo di chiusura delle attività formative dello scorso anno, di fatto questi enti sono rimasti fermi e senza lo straccio di risorse stanziate dal governo regionale. Il che significa ennesimo accumulo di stipendi che dovranno essere saldati.
Si sussurra dai palazzi del governo regionale che addirittura non ci sarebbe neanche l’idea di avviare i nuovi progetti, o forse anche la volontà politica. Il che spingerebbe gli enti di formazione ad avviare licenziamenti e richieste di attingimento alla cassa depositi e prestiti, come successo lo scorso anno.
 
“Malgrado le richieste e gli atti ispettivi già depositati – scrive il deputato regionale Marco Falcone del Pdl in una interrogazione depositata all’Ars – ancora nessuna notizia arriva in merito al mancato avvio delle attività formative per l’anno 2013/2014, purtroppo a fronte delle diverse motivazioni, ma anche rassicurazioni che si rincorrono, non vi è nessuna certezza né sulla tempistica, né tantomeno sulla data di inizio del percorso corsuale in Sicilia”.
Altra voce insistente è quella che mancherebbero addirittura le risorse in bilancio per il nuovo anno formativo, nonostante sotto questo aspetto ci siano state le rassicurazioni di rigore del presidente Rosario Crocetta e dell’assessore alla Formazione Nelli Scilabra. Preoccupazione che investono anche l’Ars: “Vorremmo sapere – aggiunge Falcone – le reali ragioni che di fatto sottendono alla mancata firma del decreto di approvazione della graduatoria dei progetti della seconda annualità dell’Avviso 20. Spero che il Governo e l’assessore Scilabra non stiano cercando di prendere tempo per nascondere la verità che, come sostiene qualcuno, è legata alla mancanza dei necessari fondi”.
 


L’approfondimento. Sono circa 50.000 i giovani coinvolti dal Piano
 
La dotazione complessiva del Piano giovani, a dire il vero, ammonta a circa 452 milioni di euro, derivati dalla riduzione del cofinanziamento nazionale del Po Fse Sicilia 2007-2013. E’ stato stimato un coinvolgimento di almeno 50 mila giovani nelle nuove misure occupazionali. I soldi derivano dal cosiddetto “Piano di coesione”. Un ramo di finanziamenti europei finalizzato soprattutto all’occupazione e che segue, nella sostanza, i metodi del Fondo sociale europeo. Il Piano giovani si articola in tre azioni: “Occupabilità giovani”, “Rafforzamento del sistema”, “Assistenza e promozione”. Ognuno di questi, ovviamente, ha finalità e stanziamenti diversi. Andiamo con ordine. L’azione “occupabilità giovani” agisce in cinque direzioni diverse: giovani professionisti, giovani in impresa, formazione giovani, pratica dell’apprendistato e transizioni al lavoro stabile, prima impresa giovani. Ma è l’azione denominata “Formazione giovani” a ricalcare, in un certo senso, l’ormai defunto Avviso 20 che prevede diversi interventi, rivolti a enti e lavoratori. L’incertezza in questo settore, quindi, continua a regnare sovrana, così come la confusione assoluta.

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