A pochi mesi dalla riapertura parziale, il Giardino pubblico si presenta già abbandonato a se stesso. Dal Comune promettono maggiori controlli e una più attenta pulizia quotidiana
CATANIA – Era il 16 gennaio scorso quando il sindaco Raffaele Stancanelli ha inaugurato l’apertura parziale della villa Bellini, il giardino storico della città di Catania, chiuso completamente dal mese di gennaio del 2008 per le opere di restauro. Alcune scelte possono essere condivise o meno. Sorvoliamo quindi su quelle compiute per la pavimentazione, sorvoliamo sulla presenza di un chiosco metallico in grigio e verde che stona con l’ambiente della villa, sorvoliamo sull’utilizzo di corteccia concimante nelle aiuole e sulla collinetta dove un tempo capeggiava la data del giorno fatta con le piante che, nonostante sia di gradevole aspetto, rischia di dilavarsi con le piogge.
Occorre segnalare, però, che oggi, a circa 9 mesi di distanza l’area del Giardino Bellini inclusa tra l’ingresso di via Etnea e piazza Roma, sembra un po’ abbandonata. Nonostante un sistema di controllo con le telecamere e la presenza di un vigile urbano, sui lampioni, sui muretti e sulle panchine campeggiano scritte di ogni tipo. Le foglie cadute dagli alberi sono libere di occupare le quasi totalità dei viali nella parte di piazza Roma, dove anche una delle fontane appena restaurata è stata rotta e riassestata.
La pulizia, poi, lascia a desiderare. Certo, i catanesi soprattutto, ma tutti quanti frequentano la villa ne sono responsabili. Sono proprio loro infatti che buttano le carte a terra senza preoccuparsi di raggiungere il primo cestino disponibile, ma il Comune che fa?
Il Giardino rimane sempre una delle mete più gradite da catanesi e no perché luogo di svago, di relax, di passeggiate e di incontri, ma tra una buona parte ancora chiusa e di cui non si sa pressoché nulla, l’inciviltà delle persone che la frequentano e il non proprio capillare controllo da parte del Comune, la villa Bellini, che già intorno alla metà dell’Ottocento fu acquistata dal Comune di Catania dalla famiglia Paternò Castello per costruirvi un parco pubblico, poi ampliato, è oggi uno degli esempi dell’abbandono della città.
Una urbe piena di cantieri mai chiusi, dove le strade sono piene di buche anche a causa di lavori mal eseguiti e i cui cittadini disconoscono o fanno finta di non conoscere, forti della consapevolezza di non subire conseguenze, le regole civili.
“La situazione non è facile – spiega Marco Morabito, responsabile dei servizi operativi esterni e della nettezza urbana. – abbiamo installato una serie di telecamere atte al controllo dei vandali che purtroppo sono numerosi e poi c’è un vigile urbano che fa servizio di controllo, ma i ragazzi vengono la notte, scavalcano e imbrattano, soprattutto. La pulizia della villa, poi, viene fatta ogni mattina. Noi cerchiamo di sensibilizzare la gente, ma è una impresa ardua. Per quanto riguarda le foglie – conclude – quelle sono solo in alcuni dei viali accessibili, vicino piazza Roma. Il fatto è che in quelle vie alberate è stato fatto un riempimento con delle pietre che non permettono la pulizia con i mezzi tradizionali che hanno a disposizione gli operai comunali. Ci stiamo attrezzando con dei soffiatori, presto tutti i viali saranno liberi dalle foglie”.
Vigileremo.