le pubbliche amministrazioni, possiamo tranquillamente portare a 4,3 mld l’ammontare dei crediti delle pmi siciliane nei confronti degli enti pubblici.
Le pmi siciliane utilizzano i propri affidamenti bancari per finanziare gli enormi ritardi di pagamento dell’amministrazione regionale e di quelle locali. Inconcepibile!
La destinazione del credito bancario, infatti, dovrebbe essere destinato al finanziamento della crescita del volume d’affari, per la quale sono necessari anche investimenti in strutture, cioè in cespiti materiali e immateriali.
Si rende perciò indispensabile sbloccare l’enorme quantità di crediti verso la Pa, in tutto o in parte, il che significherebbe renderla liquida con la conseguenza positiva di potere utilizzare tale liquidità.
Dobbiamo dire che il legislatore siciliano ha colto molto bene questa grande difficoltà di liquidità e con legge regionale n. 6/09 ha inserito l’importante articolo 14. In sintesi, esso indica il percorso come segue: l’impresa creditrice chiede all’amministrazione un certificato dal quale risulti che il credito sia certo, liquido ed esigibile. Il certificato richiesto deve essere rilasciato entro 20 giorni e, solo in via subordinata ed eccezionale, il rifiuto del rilascio, adeguatamente motivato, deve essere notificato al richiedente entro 30 giorni.
Il possesso di detto certificato consente all’impresa di cedere in via definitiva (pro-soluto) ad un istituto bancario il suo credito vantato nei confronti dell’amministrazione, il che significa che l’azienda viene in possesso di una liquidità pari al credito stesso.
Seppure la legge sia entrata in vigore il 20 maggio di quest’anno, non ci risulta che essa abbia trovato iniziale applicazione, probabilmente perché sconosciuta al mondo delle imprese. Però, sarebbe opportuno che l’assessore al Bilancio prendesse iniziative concrete per stipulare le convenzioni col mondo bancario, oggi e non domani, in modo tale da renderla operativa subito.
Quando riferiamo ad ambienti imprenditoriali bancari e regionali dell’esistenza di questa norma, vediamo sguardi sorpresi, proprio per l’ignoranza della stessa. Successivamente, secondo il siculo costume, ognuno degli interlocutori comincia a fare obiezioni non per facilitarne gli effetti. Con diverse uscite, rendiamo alla pubblica opinione imprenditoriale questa importante novità, talché nessuno possa poi dire di ignorarne la portata.
Vogliamo evidenziare anche il grande vantaggio per l’Istituto di credito che acquistasse a titolo definitivo il credito di un’impresa verso l’amministrazione regionale o locale. Il vantaggio consiste nel diventare titolare dell’interesse legale oltre all’interesse di mora fissato col d. lgs. 231/02 da Tremonti. La banca quindi, vanterebbe con l’acquisto del credito un interesse dell’8% che giustifica pienamente l’operazione. Infatti, non vi è nessun’altra operazione bancaria che consenta un simile utile.
L’innovazione è notevole e bisogna darne ancora atto al legislatore. Sarebbe un peccato se l’assessore regionale al ramo non attivasse subito questa leva, se le imprese non procedessero con rapidità allo smobilizzo dei loro crediti e se il terzo interlocutore (il sistema bancario siciliano) non comprendesse la convenienza dell’operazione stessa.