Da anni c’è il problema delle indennità accessorie che non sono state riconosciute dalla Regione. Un mestiere difficile che conta su meno di 200 controllori per 400.000 imprese
PALERMO – Senza indennità di missione e senza il rimborso delle spese anticipate per attività ispettiva. Così vanno avanti da anni gli ispettori del lavoro nei vari uffici provinciali in Sicilia. Non solo con uno stipendio base abbastanza magro considerata la difficoltà ed i rischi legati all’attività ma anche con tutta una serie di pagamenti accessori di fatto bloccati. Un disagio della categoria che va avanti da tempo e a cui la Regione nel tempo non ha mai saputo dare risposte.
Passano i governi e gli interlocutori politici ma alla fine solo chiacchiere e nessun intervento legislativo concreto. In tutta onestà oggi, nella situazione finanziaria in cui versa la Regione, appare difficile avanzare richieste di tipo economico. Il Comitato ispettori del lavoro di Sicilia ha deciso di scrivere una lettera aperta inviata alla Regione ed alle organizzazioni sindacali a cui si appellano per risolvere controversie mai appianate. Precisamente dal 2006 gli ispettori del lavoro siciliani lamentano il mancato ripristino dell’indennità dimissione: “Per quanto irrisorio – scrive l’ispettore Giuseppe Disma del Comitato – rappresentava comunque un esile ristoro rispetto al disagio sofferto dal personale impegnato in condizioni climatiche non sempre ottimali e in ogni parte del territorio di competenza, compresi quelli più impervi, garantendo un servizio che dovrebbe essere una risposta concreta al fenomeno dilagante del lavoro irregolare e dell’economia sommersa, della sicurezza nei luoghi di lavoro sempre più trascurata, incidendo gravemente sia sulla qualità del lavoro e le politiche di sviluppo e distributive della Regione Sicilia, sia sul fronte previdenziale per l’enorme cifra di evasione contributiva che esso genera”.
Ad aggravare il disagio degli ispettori del lavoro si è aggiunto il problema del mancato rimborso delle spese anticipate per attività ispettiva: Tale problema è stato rappresentato dai sindacati – si legge nella lettera – e siamo consapevoli che si stiano attivando tutti gli strumenti per farvi fronte, ma intanto il tempo scorre e ormai diversi sono gli Uffici che segnalano grosse difficoltà: i responsabili di Unità Operativa, se presenti, sono ormai impegnati in una programmazione limitata e focalizzata sulle emergenze.
Gli ispettori continuano ad anticipare somme divenute ormai considerevoli, sottraendole alla già magra retribuzione, risalenti allo scorso mese di aprile”. In alcune realtà territoriali tale situazione è già sfociata nel ritiro dell’uso del mezzo proprio con la conseguenza di un sensibile ridimensionamento della performance ispettiva del singolo funzionario e con ricadute, a cascata, su tutta la struttura organizzativa fino ad incidere sugli obiettivi regionali annuali da raggiungere: “Conseguenze ancor più gravi – aggiunge Disma – si possono tranquillamente immaginare sul versante della mancata vigilanza con particolare riguardo alla verifica della sicurezza sui luoghi di lavoro e alla prevenzione del fenomeno infortunistico. Chiediamo maggiori delucidazioni sulla situazione creatasi e sulle prospettive reali di risoluzione dei problemi in tempi ragionevoli”.
Indennità di funzione. Un altro problema “dimenticato” che paralizza
Ci sono poi le legittime richieste, da diversi anni avanzate dagli ispettori, che riguardano l’istituzione dell’indennità di funzione di polizia giudiziaria e la stipula, da parte del competente assessorato regionale, di un apposita polizza assicurativa a favore degli ispettori del lavoro operanti in Sicilia a copertura dei rischi derivanti dall’esercizio delle funzioni a loro assegnate dalla vigente normativa. “Vogliamo evidenziare – continua il Comitato – il disagio che l’ispettore vive, oggi più di ieri, entrando per lavoro in azienda nel dover farei conti spesso con una realtà economica in fase di collasso. Spesso ci troviamo di fronte titolari che hanno investito nella propria azienda tutti i loro risparmi. Quindi un ispettore che visita un’azienda in queste condizioni, dove tra dipendenti e datore di lavoro si è creato per necessità di sopravvivenza un rapporto paragonabile a quello di una squadra legata da fortissima solidarietà, genera situazioni irreali. Non occorre nemmeno di parlare perché, alla sorpresa del primo impatto, si sostituisca nell’imprenditore e spesso negli stessi dipendenti, un evidente senso di rabbia e di rancore. E’ in questi momenti che il confine tra reazione e rassegnazione è un sottilissimo filo”.