L’emergenza lavoro si aggrava ma la Sicilia ha tutto congelato - QdS

L’emergenza lavoro si aggrava ma la Sicilia ha tutto congelato

L’emergenza lavoro si aggrava ma la Sicilia ha tutto congelato

martedì 15 Settembre 2009

Ci sono 55 milioni di euro dei cantieri di lavoro non ancora utilizzati ed altri fondi già disponibili. In ballo anche 90 milioni che potrebbero essere stornati sulla cantieristica navale

PALERMO – Mentre l’intero comparto produttivo boccheggia, le industrie e le imprese sfornano licenziamenti e aumentano sempre di più i cassaintegrati, la Regione sembra starsene con le mani in mano e per di più tiene congelati ben 55 milioni di euro, somme che dovrebbero essere destinate ai cantieri lavoro, una delle misure a sostegno dei disoccupati. Una Sicilia che anche in questa vicenda sembra vivere davvero di enormi contraddizioni.
Mentre le organizzazioni di categoria lanciano l’allarme sul blocco dei 55 milioni di euro dei cantieri lavoro, si consuma l’ennesima “tragedia” nel già martoriato mercato del lavoro siciliano con oltre 2 mila operai della Fincantieri di Palermo e delle aziende dell’indotto che hanno sfilato in corteo per protestare contro l’assenza d’investimenti e di carichi di lavoro. Condizione che, secondo Fim, Fiom e Uilm, mette a rischio il futuro della fabbrica. Sarebbe davvero una tragedia per il settore occupazionale dell’Isola ed in questa occasione spunta fuori un altro “pacco” di soldi che la Regione non ha mai impegnato.
Lo ammette candidamente lo stesso assessore all’Industria Marco Venturi: “Ci sono delle risorse del ministero dello Sviluppo Economico che potrebbero essere stornate sulla cantieristica navale siciliana e ai cantieri navali di Palermo, in particolare. Si tratta di circa 90 milioni di euro provenienti dall’accordo quadro per il parco di Regalbuto che poi non è stato più realizzato. Dal punto di vista tecnico lo storno di queste somme – ha proseguito Venturi – è fattibile. Spero di riuscire ad incontrare il ministro Scajola al più presto per definire dal punto di vista politico questa operazione. Si tratterebbe di somme che darebbero una boccata di ossigeno ai cantieri navali di Palermo”.
Una contraddizione nella contraddizione quindi che fa emergere chiaramente i limiti amministrativi di una Regione che, pur avendo le risorse, non sembra avere ancora ingranato la marcia giusta. “La Finanziaria regionale ha previsto 55 milioni per cantieri di lavoro in tutti i Comuni dell’Isola – hanno detto i tre presidenti di Confindustria Palermo, Nino Salerno, della Piccola Industria, Giosi Di Trapani, e dei Giovani Imprenditori, Marcello Cacace -. Le risorse, disponibili nei fondi Fas, hanno avuto il riconoscimento da parte del Cipe, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, con un atto del 31 luglio scorso. Eppure ancora mancano i bandi che farebbero partire i cantieri di lavoro. Questi finanziamenti, direttamente gestiti dall’assessorato regionale al Lavoro, sono destinati alle amministrazioni comunali. Ma l’avvio dei cantieri metterebbe in moto un meccanismo vitale per l’economia dell’indotto. Normalmente ogni cantiere di lavoro alimenta un circuito economico che per un terzo è destinato ai materiali. In questo caso circa 20 milioni di euro darebbero una scossa di energia all’economia locale. Solo per il Comune di Palermo sono previsti dalla manovra regionale per il 2009 almeno 15 cantieri. Ora urge pubblicare i bandi”.
 

 
Approfondimento. Emergenza sociale, tanti soldi da spendere
 
In Finanziaria la Regione ha stanziato 55 milioni di euro per il 2009 e 166 milioni per il 2010 per l’emergenza sociale, ovvero per l’attivazione di cantieri di lavoro nei Comuni siciliani. Saranno finanziati l’esecuzione o la manutenzione straordinaria di opere di pubblica utilità appartenenti al demanio. La gestione dei cantieri sarà affidata direttamente ai Comuni. Sarà autorizzato un numero di cantieri che va da 2 a 15, a seconda del numero di abitanti.
La spesa è legata alla disponibilità dei Fondi Fas. Su questo punto si è registrato a suo tempo, in fase di approvazione della Finanziaria, il giudizio positivo il giudizio dell’opposizione. I cantieri di lavoro della Regione servono sostanzialmente a garantire un reddito minimo ai disoccupati di alcune aree fortemente a rischio sociale, specie di alcuni Comuni dell’entroterra siciliano dove negli ultimi anni l’economia è risultata particolarmente stagnante. Basti pensare al solo settore dell’edilizia, che smuove un vastitissimo indotto, che in Sicilia ha subito contraccolpi notevoli con un’edilizia pubblica calata in termini d’investimento addirittura dell’80 per cento rispetto all’anno precedente.

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