La Corte d’Appello di Milano ha disposto il "non doversi procedere per mancanza di querela" per Umberto Bossi e il figlio Renzo imputati per appropriazione indebita con l’ex tesoriere Francesco Belsito.
Per quest’ultimo, l’unico querelato dalla Lega, a quanto pare per decisione del capo del partito, Matteo Salvini, la Corte ha rideterminato la condanna a un anno e 8 mesi e 750 euro di multa pena sospesa.
"Sono rimasto – ha detto Belsito – con il cerino in mano e pago lo scotto di essere stato il tesoriere che ha eseguito determinati ordini. In questo caso paga l’esecutore ma non il mandante. Speriamo che la Cassazione faccia chiarezza".
I Bossi sono stati dunque "salvati da Salvini" che, non avendo sporto querela nei loro confronti, ha obbligato i magistrati a dichiarare il "non doversi procedere", come vuole una recente norma.
"Francesco Belsito, prima di andarsene, ha lasciato nelle casse della Lega la bellezza di 49 milioni di euro" ha detto nella sua arringa dell’avv. Rinaldo Romanelli, legale dell’ex tesoriere del Carroccio, facendo riferimento alla cifra che la Lega deve restituire agli italiani.
