Il risparmio non cessa, ma si riduce - QdS

Il risparmio non cessa, ma si riduce

Chiara Borzi

Il risparmio non cessa, ma si riduce

martedì 03 Dicembre 2013

L’Acri ha realizzato l’indagine “Gli italiani e il risparmio”: i fondi previdenziali si sostituiscono al “mattone”. Il 50% delle famiglie siciliane considera “scarse” le risorse economiche di cui dispone

Palermo – Mezzogiorno e Italia vogliono credere ancora nel risparmio e sentono fortemente il bisogno di farlo. Ad ogni anno di crisi, il risparmio si è andato consolidando come unica forma di rimedio per alleviare la sofferenza data dalla mancanza di risorse. Il risparmio non cessa, sicuramente si riduce, ma quel che stanno cambiando sono principalmente le sue forme, in evoluzione rispetto le esigenze e le realtà economiche delle società regionali.
È una conclusione questa che può essere tratta dalla lettura dell’indagine “Gli Italiani e il risparmio” elaborata dall’Acri (Associazione che riunisce  le fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio). Il 61 per cento degli italiani ritiene che il risparmio sia fondamentale per dare la possibilità alle imprese di assumere, il 46 per cento lo reputa fondamentale per dare alle imprese la possibilità di investire in ricerca e innovazione. Il 41 per cento degli italiani desidera che il suo risparmio venga investito per rilanciare il Paese (lo vuole il 13% in più rispetto al 2009) e il 29 per cento desidera che si utilizzi il proprio risparmio per rilanciare i singoli territori.
 
Che il risparmio faccia parte della vita degli italiani lo si capisce quando l’Acri rileva che il 45 per cento dei concittadini dichiara di non dormire sereno la notte se non mette da parte del denaro. La percentuale d’italiani che sono riusciti a risparmiare negli ultimi mesi è tuttavia cresciuta solo dell’1 per cento. Dietro la scelta di essere parsimoniosi stanno numeri particolarmente negativi: solo 1 italiano su 50 ha sperimentato un miglioramento del proprio tenore di vita, mentre per 40 milioni è stato registrato un peggioramento, solo il 40% le famiglie colpite dalla crisi.
Quel che ne consegue è un forte sentimento di negatività, sentimento rintracciato anche nel rapporto Acri: meno di un italiano su 4 pensa che il Paese possa rilanciarsi in tempi brevi, il maggior numero d’insoddisfatti si trova nel Mezzogiorno (31 per cento, 7 punti percentuali in più del 2012) dove le precondizioni esistenza sono già disastrose. A riguardo siamo in grado di fare un focus sulla Sicilia. Il giudizio espresso dalle famiglie siciliane sulla personale condizione economica è emblematico: nel 2012 il giudizio “scarso” è balzato dal 42,2 per cento al 50,2 per cento, il giudizio assolutamente insufficiente da 9,6 per cento a 10,5 per cento, il giudizio “adeguato” è crollato dal 46,5 per cento al 37,4 per cento.
 
I siciliani che possono dire di aver avuto una situazione economica “molto o poco peggiorata” sono diminuiti dal 3,1% al 2,8 per cento, quanti possono considerare “invariata” la loro situazione sono passati dal 48,1 per cento al 33,8 per cento nel 2012, la situazione è invece “poco peggiorata” per il 33,8 per cento dei siciliani (-14,3 per cento rispetto il 2012), infine le condizioni economiche sono molto peggiorate per il 18,2 per cento dei siciliani (+6,7 per cento rispetto il 2012). La “Relazione sulla situazione economica della Regione Sicilia” pubblicata recentemente dall’Assessorato all’Economia dell’Isola, conferma un altro elemento determinante rilevato dal rapporto Acri: i siciliani, al pari delle restanti popolazioni meridionale, hanno scelto di supplire al peggioramento delle condizioni economiche aumentando il risparmio sui beni durevoli. E’ a Sud che si registra, infatti, il cosiddetto crollo del “mattone” e scompare la frase “risparmio per mettere su casa”.
 
La preferenza per gli immobili registra a Sud e le Isole registra il calo più alto del marcato: – 28 per cento (era 37 per cento nel 2011). Il 2012 è stato – come già evidenziato nelle pagine del Qds – annus horribilis per il mercato immobiliare siciliano. Da quanto è emerso a maggio 2013 dal Rapporto immobiliare 2013 realizzato dall’Agenzia delle Entrate e dall’Abi, la percentuale siciliana ha fatto registrare un -27,7 per cento di perdita di compravendita ed un calo di fatturato stimalo per il 29,9 per cento rispetto al 2011. 
Dove sono diretti i risparmi non solo dei siciliani, ma di tutti gli italiani, è presto detto. Nel 2012 è cresciuto il ricorso alle soluzioni di risparmio cosiddette sicure: il 34 per cento degli italiani (maggior numero nel Nord Ovest) hanno dirottato i loro risparmi in fondi previdenziali, libretti postali, obbligazioni, titoli d Stato. Continua inoltre a cresce il numero di coloro che smettono completamente d’investire. Questa fetta è oggi composta dal 32 per cento degli italiani, erano il 18 per cento appena tre anni fa.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017