Mille euro al minuto, tanto sarebbero costate le sedute parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana, che l’anno scorso si è riunito 7,52 giorni al mese, pari a una media di 20 ore, a fronte di una spesa per le casse pubbliche, per indennità e stipendi, di 15 milioni di euro: pari "a un mese e mezzo di un lavoratore full-time".
I numeri sono contenuti in un dossier diffuso dal Movimento cinque stelle.
In totale i deputati – grillini compresi – sono stati in aula 87 giorni nell’arco dell’ intero anno approvando in totale 21 leggi su 394 disegni di legge depositati ma mai arrivati a sala d’Ercole. Con una performance negativa nel mese di maggio: appena 4 ore e 34 minuti di lavori in aula.
Il M5s ha affermato che il Parlamento siciliano è costato addirittura di più della Casa Bianca ai tempi di Obama: 137 milioni contro 136. Un raffronto che ha mandato su tutte le furie il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, che manda a dire ai tre componenti M5s del Consiglio di presidenza: "In un Cda chi rema contro o contesta si dimette".
L’attacco è anche a Musumeci: "Se scomputiamo dalle leggi approvate l’anno scorso i documenti finanziari – dicono i pentastellati – rimane poca cosa. Abbiamo un’arma straordinaria che è lo Statuto, ma non lo utilizziamo per la principale attività che questo ci consente di fare: legiferare".
"Dopo la disfatta in Sardegna – commenta segretario siciliano del Pd, Davide Faraone – in Sicilia i ‘Cancelleri boys’ corrono ai ripari e parlano dell’Ars e della pacchia degli onorevoli: bene, sapete qual è la cosa comica? Che il M5S è il primo gruppo all’Ars con 20 deputati su 70, quasi un terzo, e quindi, di quei mille euro al minuto, trecento spettano a loro".