Il quadro siciliano rappresenta il risultato di anni di politica clientelare portata avanti per tutelare l’interesse di pochi a danno dell’interesse generale. Mentre le spese correnti diventano sempre più cospicue, altrettanto non si può dire per gli investimenti
PALERMO – Nonostante le continue lamentele di sindaci e amministratori, almeno tre elementi rendono i Comuni siciliani privilegiati, fortunati, e naturalmente spreconi: parliamo di società partecipate, consiglieri comunali e precari da stabilizzare, che sono infatti gli esempi più palesi di una gestione dettata da un utilizzo clientelare dell’Autonomia siciliana: la denominazione di Statuto speciale, che dovrebbe rappresentare una grande opportunità per la nostra Regione, viene invece usata, nel caso siciliano, per affossare ancor di più un sistema che fa acqua da più parti e che sta portando all’esaurimento delle ultime risorse disponibili.
I politici hanno infatti approfittato per disapplicare le leggi nazionali, soprattutto quando quest’ultime hanno tentato di effettuare tagli ai privilegi clientelari. (
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