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Cooperative sociali: congelata l’aliquota Iva al 4%

Cooperative sociali: congelata l’aliquota Iva al 4%

Il rincaro avrebbe comportato un aumento dei costi dei servizi sociali di 510 milioni di euro. Le novità sono contenute nell’art.1 comma 172 della Legge di Stabilità

CATANIA – Per le cooperative sociali e i loro consorzi, torna l’Iva del 4% sui servizi socio-sanitario-assistenziali resi a beneficio delle categorie deboli, nonché la facoltà di scegliere, se ritenuto più vantaggioso, il trattamento di esenzione.
Le novità sono contenute nell’art. 1, comma 172, della legge numero 147/2013 (Legge di Stabilità 2014), che per tali cooperative ripristina, pressoché senza soluzione di continuità, il quadro normativo preesistente alla legge numero 228 del 2012, modificando completamente il contenuto delle disposizioni dei commi 488 e 489 dell’articolo 1 di detta legge. Il tutto “in vista della riforma dei regimi Iva speciali dell’Unione europea”. Non saranno soggette al ritorno all’Iva 4% invece le prestazioni rese dalle cooperative di lavoro ordinarie che invece vedranno l’applicazione dell’aliquota Iva ordinaria, quella che ora è al 22%.
Tuttavia si prevede anche che le cooperative sociali potranno optare per il regime delle onlus che comporterà l’esenzione Iva per una serie di prestazioni. Una scelta però che farebbe perdere il diritto di detrarre l’Iva sugli acquisti.
Scongiurato così il pericolo di aumento al 10% paventato nei mesi scorsi: una mazzata non solo per asili, case di riposo, assistenze domiciliari, comunità per minori e centri per disabili gestiti dalle cooperative sociali, ma anche per centinaia di posti di lavoro. Secondo l’Alleanza delle cooperative sociali 6 punti in più di Iva avrebbero significato un aumento di costi per il sistema dei servizi sociali di 510 milioni di euro, per il 70% a carico dei Comuni e per il 30% delle famiglie degli utenti.
 
A fine 2012 si era ottenuta una proroga per tutto il 2013, ma la questione si era ripresentata nel 2013. Il passaggio all’aliquota superiore sarebbe motivato da obblighi da adempiere a livello europeo, anche se la Commissione europea non ha ancora aperto nessuna procedura di infrazione.
 
Il danno per la cooperazione sociale e gli utenti dei servizi sarebbe devastante poiché il costo (iva compresa) delle prestazioni verso la pubblica amministrazione è bloccato, l’aumento dell’Iva di sei punti si tradurrebbe in una contrazione secca dei ricavi del 6%, tale da compromettere la sostenibilità economica del servizio specie da parte delle cooperative più piccole.