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Bambini siciliani troppo pigri. Uno su cinque non fa sport

Bambini siciliani troppo pigri. Uno su cinque non fa sport

Per promuovere la cultura sportiva, Save the children ha lanciato il progetto “Pronti, partenza, via!”. A Palermo il 27% dei minori fa attività motoria a scuola solo una volta a settimana

PALERMO – Quelli che fino a qualche anno fa venivano considerati dei valori salutari, al giorno d’oggi diventano quasi disvalori. I bambini, ma prima di tutto i genitori, non ripongono più la giusta attenzione nella scelta dello stile di vita e del regime alimentare più adeguato. L’allarme sedentarietà e obesità risuona con una eco molto più forte al Sud ed in particolar modo in Sicilia. Un minore su cinque nel Mezzogiorno e nelle Isole non fa moto e sport nel tempo libero. Naturalmente la crisi ha inciso negativamente in tal senso, ma certamente non è tutto.
Un’influenza imprescindibile è esercitata dalla mentalità del genitore, ma anche dalla cultura: i figli di genitori laureati praticano con una maggiore frequenza attività sportive e seguono una dieta più sana rispetto ai figli di genitori non laureati.
Secondo i dati diffusi negli scorsi giorni da Save the children, nel Capoluogo siciliano la metà dei ragazzi è solita muoversi in macchina, solo il 24% a piedi ed una percentuale ancora più irrisoria si sposta in bici (9%). Naturalmente identica è la tendenza seguita dai genitori: nel 2013 ben il 44% dei genitori rinuncia alle pratiche sportive, percentuale in crescita rispetto a quella dell’anno precedente che si attestava al 37%.
A testimonianza del fatto che molto spesso il significato che si attribuisce all’attività motoria è intriso del valore culturale, sopraggiunge l’altissimo tasso di minori che considerano un fatto meno che ordinario la pratica consuetudinaria di sport (27%). Anche la promozione dell’attività fisica perpetuata dalla scuola non raggiunge valori eccelsi. A Palermo il 27% di minori fa attività motoria a scuola solo una volta a settimana, il 61% due volte a settimana, e solo il 9% svolge attività fisica tra le 3 e 4 volte a settimana.
Mentre le pratiche sportive extracurriculari svolte nel contesto scolastico risultano essere quasi inesistenti. Complice di tale insuccesso è senz’altro la spending review che ha toccato i finanziamenti dell’attività sportiva extrascolastica. Si è passati dai 60 milioni investiti per il 2012, ai 40 nel 2013, fino ad arrivare ai 20 milioni del 2014. Ciò equivale a dire che ogni docente per preparare gli alunni durante l’attività di avviamento alle pratiche sportive potrà arrivare quest’anno ad un tetto di retribuzione compreso tra le 20 e le 25 ore.
Proprio per far fronte ad una situazione simile, Save the children in collaborazione con Mondel?z International Foundation ha dato vita al progetto “Pronti, partenza, via!”. L’iniziativa è nata nel 2012, è proseguita per tutto il corso del 2013 ed è stata confermata per il 2014, ha coinvolto e continua a coinvolgere dieci città italiane tra cui il Capoluogo siciliano.
I beneficiari dell’iniziativa sono oltre 65 mila bambini e genitori. Il primo passo del progetto consiste nel recupero di edifici o zone deputate alla pratica di attività motoria. L’obiettivo mira, oltre ad incentivare la pratica sportiva, a incrementare le possibilità di socializzazione e correlazione con il gruppo dei pari. Inoltre, i soggetti saranno accompagnati nel percorso dalla presenza di educatori nelle scuole primarie.
Altro importante contributo fornito dall’iniziativa consiste nell’impartire lezioni di educazione alimentare. Infatti, secondo il rapporto Unicef “Bambini e adolescenti tra nutrizione e malnutrizione” realizzato in collaborazione con l’Istat sono proprio i minori del Sud e delle Isole a seguire una “dieta” tutt’altro che sana. Proprio in quest’area geografica si rileva la minore percentuale di bambini che consuma la quantità minima raccomandata di frutta e verdura di 5 porzioni al giorno con il 6,8% contro il 12% medio a livello nazionale. Al contrario i giovanissimi preferiscono condurre uno stile alimentare molto più sregolato.
L’8,6% dei figli di donne che hanno completato solo la scuola dell’obbligo consuma mezzo litro al giorno di bibite gassate, dannosissime per la salute, a fronte di un dato dimezzato tra i figli di donne laureate. Correlata agli stili di vita e alle abitudini alimentari è l’insorgenza di malattie come sovrappeso e obesità. Questa malattia la troviamo con maggiore frequenza tra coloro che vivono al Sud con il 34,6% rispetto al 22,7% del Nord-Ovest, al 21,1% del Nord-Est e al 24,6% del Centro.