PALERMO – Quelli che fino a qualche anno fa venivano considerati dei valori salutari, al giorno d’oggi diventano quasi disvalori. I bambini, ma prima di tutto i genitori, non ripongono più la giusta attenzione nella scelta dello stile di vita e del regime alimentare più adeguato. L’allarme sedentarietà e obesità risuona con una eco molto più forte al Sud ed in particolar modo in Sicilia. Un minore su cinque nel Mezzogiorno e nelle Isole non fa moto e sport nel tempo libero. Naturalmente la crisi ha inciso negativamente in tal senso, ma certamente non è tutto.
Un’influenza imprescindibile è esercitata dalla mentalità del genitore, ma anche dalla cultura: i figli di genitori laureati praticano con una maggiore frequenza attività sportive e seguono una dieta più sana rispetto ai figli di genitori non laureati.
Secondo i dati diffusi negli scorsi giorni da Save the children, nel Capoluogo siciliano la metà dei ragazzi è solita muoversi in macchina, solo il 24% a piedi ed una percentuale ancora più irrisoria si sposta in bici (9%). Naturalmente identica è la tendenza seguita dai genitori: nel 2013 ben il 44% dei genitori rinuncia alle pratiche sportive, percentuale in crescita rispetto a quella dell’anno precedente che si attestava al 37%.
Secondo i dati diffusi negli scorsi giorni da Save the children, nel Capoluogo siciliano la metà dei ragazzi è solita muoversi in macchina, solo il 24% a piedi ed una percentuale ancora più irrisoria si sposta in bici (9%). Naturalmente identica è la tendenza seguita dai genitori: nel 2013 ben il 44% dei genitori rinuncia alle pratiche sportive, percentuale in crescita rispetto a quella dell’anno precedente che si attestava al 37%.
A testimonianza del fatto che molto spesso il significato che si attribuisce all’attività motoria è intriso del valore culturale, sopraggiunge l’altissimo tasso di minori che considerano un fatto meno che ordinario la pratica consuetudinaria di sport (27%). Anche la promozione dell’attività fisica perpetuata dalla scuola non raggiunge valori eccelsi. A Palermo il 27% di minori fa attività motoria a scuola solo una volta a settimana, il 61% due volte a settimana, e solo il 9% svolge attività fisica tra le 3 e 4 volte a settimana.
Mentre le pratiche sportive extracurriculari svolte nel contesto scolastico risultano essere quasi inesistenti. Complice di tale insuccesso è senz’altro la spending review che ha toccato i finanziamenti dell’attività sportiva extrascolastica. Si è passati dai 60 milioni investiti per il 2012, ai 40 nel 2013, fino ad arrivare ai 20 milioni del 2014. Ciò equivale a dire che ogni docente per preparare gli alunni durante l’attività di avviamento alle pratiche sportive potrà arrivare quest’anno ad un tetto di retribuzione compreso tra le 20 e le 25 ore.
Proprio per far fronte ad una situazione simile, Save the children in collaborazione con Mondel?z International Foundation ha dato vita al progetto “Pronti, partenza, via!”. L’iniziativa è nata nel 2012, è proseguita per tutto il corso del 2013 ed è stata confermata per il 2014, ha coinvolto e continua a coinvolgere dieci città italiane tra cui il Capoluogo siciliano.
I beneficiari dell’iniziativa sono oltre 65 mila bambini e genitori. Il primo passo del progetto consiste nel recupero di edifici o zone deputate alla pratica di attività motoria. L’obiettivo mira, oltre ad incentivare la pratica sportiva, a incrementare le possibilità di socializzazione e correlazione con il gruppo dei pari. Inoltre, i soggetti saranno accompagnati nel percorso dalla presenza di educatori nelle scuole primarie.
I beneficiari dell’iniziativa sono oltre 65 mila bambini e genitori. Il primo passo del progetto consiste nel recupero di edifici o zone deputate alla pratica di attività motoria. L’obiettivo mira, oltre ad incentivare la pratica sportiva, a incrementare le possibilità di socializzazione e correlazione con il gruppo dei pari. Inoltre, i soggetti saranno accompagnati nel percorso dalla presenza di educatori nelle scuole primarie.
Altro importante contributo fornito dall’iniziativa consiste nell’impartire lezioni di educazione alimentare. Infatti, secondo il rapporto Unicef “Bambini e adolescenti tra nutrizione e malnutrizione” realizzato in collaborazione con l’Istat sono proprio i minori del Sud e delle Isole a seguire una “dieta” tutt’altro che sana. Proprio in quest’area geografica si rileva la minore percentuale di bambini che consuma la quantità minima raccomandata di frutta e verdura di 5 porzioni al giorno con il 6,8% contro il 12% medio a livello nazionale. Al contrario i giovanissimi preferiscono condurre uno stile alimentare molto più sregolato.
L’8,6% dei figli di donne che hanno completato solo la scuola dell’obbligo consuma mezzo litro al giorno di bibite gassate, dannosissime per la salute, a fronte di un dato dimezzato tra i figli di donne laureate. Correlata agli stili di vita e alle abitudini alimentari è l’insorgenza di malattie come sovrappeso e obesità. Questa malattia la troviamo con maggiore frequenza tra coloro che vivono al Sud con il 34,6% rispetto al 22,7% del Nord-Ovest, al 21,1% del Nord-Est e al 24,6% del Centro.

