Fondi Ue, ultimo treno per la Sicilia - QdS

Fondi Ue, ultimo treno per la Sicilia

Fondi Ue, ultimo treno per la Sicilia

mercoledì 29 Gennaio 2014

Il ministro per la Pubblica amministrazione, Giampiero D’Alia, a Ragusa ha fatto il punto sulla programmazione delle nuove risorse. Nel programma 2007/2013 spesi 6 mld, ne restano da spendere 9. Per il 2014-20 in ballo altri 10

RAGUSA- Un monito è giunto alla Sicilia in occasione del convegno, svoltosi a Ragusa, dal titolo “I fondi Europei 2014-2020-Pubblica Amministrazione e Territorio in sinergia per lo sviluppo”. La Sicilia deve prepararsi a cogliere un’occasione irrepetibile: ”Questa sarà l’ultima stagione in cui si vedranno risorse così consistenti”- ha detto il ministro per la Pubblica Amministrazione, Giampiero D’Alia. “Non possiamo pensare di presentarci all’Unione Europea impreparati, occorre che si attivino strategie vincenti” – ha aggiunto il ministro. Orazio Ragusa, deputato regionale, componente Commissione Esame delle attività dell’Unione Europea, ha ribadito: “Riteniamo che la politica debba farsi carico, in un momento di disagio sociale ed economico, di assumere una posizione rispetto ai fondi europei. Abbiamo varato una Finanziaria fra le più difficili. Un bilancio che non si riusciva a chiudere. Per la Sicilia dobbiamo concentrare l’attenzione sui fondi comunitari”.
Anche Patrizia Valenti, assessore regionale delle Autonomie locali e della Funzione Pubblica ha fatto emergere che la Sicilia è stata incapace di canalizzare le risorse, ad investire i precedenti Fondi nonostante sia stata ed è fra le Regioni d’Italia ad avere più finanziamenti.” Ammettere una sconfitta: la Sicilia è al di sotto del 75% del PIL europeo”. Non è consentito sbagliare: per riscattarsi la Sicilia ha a disposizione un tempo e un volume ingente di fondi comunitari: potrà godere di un tesoretto che ammonta a circa 10 miliardi di euro che dovrà essere investito, in maniera mirata, a partire dal 2014 ed entro il 2020. Sarà in grado la Sicilia di recuperare l’occasione persa nel precedente settennio? E cosa occorre per raggiungere obiettivi vincenti che non la emarginino essendo una terra con enormi potenzialità? Attorno alla competenza del settore pubblico si sviluppa l’opportunità più interessante, afferma Fabio Crapitti, formatore Aif ed esperto nel settore della Pubblica Amministrazione e Sanità. Giuseppe Lavima, segretario provinciale UdC, ha spiegato che l’obiettivo del convegno è quello di spingere alla formazione, informazione e istruzione dei dirigenti della PA, dei vari Enti affinchè siano in grado di creare e progettare azioni e  interventi strategici.
 
Per Sergio Vasarri, docente di Politica regionale-Università di Siena: “Le politiche si calano nel territorio, si programmano a livello nazionale europeo, regionale, ma nel singolo territorio debbono essere indirizzate. Questa è una fase chiave, preparatoria e la Sicilia deve fare delle scelte indirizzate ai bisogni, programmandosi e coordinandosi con la Regione. I bilanci pubblici e privati sono arrivati allo stremo delle forze e il motore del processo è il settore pubblico che deve farsi promotore di un coinvolgimento sinergico e competente del settore privato. è mancato, assieme alle competenze singole e organizzative, un proficuo coinvolgimento dei poteri di governo, un maggiore coinvolgimento degli stakeholder locali”.
Crapitti ha sottolineato che informazione e formazione sono una leva strategica attraverso cui si potrà attivare un sistema consistente in conoscenza e competenza da parte dei funzionari e dei dirigenti della Pa e dei vari enti che permetterà di canalizzare i fondi nel migliore modo possibile, in maniera mirata spendendoli fino all’ultimo euro. Per la Sicilia questi fondi rappresentano un ultimo treno e non essere preparati a come investirli significa perderli, restituirli, azione che arricchisce la concorrenza”.
Strategie?” Essere competitivi, uscire dall’individualismo, comunicare, creare una cooperazione tra Pa e territorio, settori che non debbono muoversi in antagonismo, ma uniti per comprendere quale sono i reali fabbisogni sia del territorio che della Pa”.
 


L’approfondimento. Risorse irripetibili ma adesso occorre concretezza
 
Il ministro per la Pubblica amministrazione, Giampiero D’Alia ha concluso il convegno imponendo una riflessione. “Questo convegno parla di concretezze. Le risorse sono irripetibili. Possiamo pensare, come sistema Italia, per esempio come nel settore dell’agricoltura, di presentarci all’Unione europea per utilizzare  i fondi per i piani di sviluppo rurale con 20 piani regionali di cui non si è letto chi li abbia fatti? Possiamo pensare che un sistema Paese, in un settore così importante, possa non avere un’unica interlocuzione e che ci sia conflitto tra le burocrazie? Non penso che riusciremmo a fare un buon lavoro. è importante costruire fin da adesso una strategia vincente per utilizzare i fondi per i piani di sviluppo”. Emerge che in Sicilia “i fondi dell’Unione europea anziché essere destinati a finanziare investimenti sono destinati a finanziare spese correnti. Inaffidabilità nelle interlocuzioni”. “Il Governo ha dovuto rimodulare le risorse del 2007/2013 per evitare che andassero persi ancora una volta. I fondi sono stati destinanti da parte del Governo ad interventi immediatamente operativi e da quest’anno sono percepibili da parte della società e dell’economia: 80% destinati al Mezzogiorno per interventi su infrastrutture, lavoro e sociale”. Finanziamenti per interventi di manutenzione, per il restauro dei Beni culturali necessari al rilancio del turismo, edilizia scolastica. Risorse concentrate nei programmi di sostegno: disoccupazione, disagio sociale. 350 milioni di euro sono stati destinati al Mezzogiorno per i contratti di ricollocazione”.

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