Turismo, perché Malta ci “soffia” i visitatori - QdS

Turismo, perché Malta ci “soffia” i visitatori

Carlo Alberto Tregua

Turismo, perché Malta ci “soffia” i visitatori

martedì 07 Maggio 2019

15 mln di pernottamenti contro 16,5

L’Osservatorio turistico della Regione ha comunicato il numero di presenze (pernottamenti) per il 2018 in circa 15 milioni, mentre altri 15 milioni secondo l’assessore Pappalardo, sarebbero “nascosti”. Non sappiamo questa induzione da dove possa provenire. Se fosse vera significherebbe un giro d’affari in nero enorme, conseguenza del mancato controllo da parte di Polizia locale e di quella delle Province regionali.
Che vi sia una forte evasione fiscale nelle strutture private di B&B R&B e case vacanza, è facilmente intuibile, ma che addirittura il numero degli ospiti non dichiarati sia pari a quello degli ospiti che ufficialmente dimorano nelle strutture ricettive ci sembra del tutto arbitrario.
Se raffrontiamo i pernottamenti in Sicilia con quelli di Malta, pari a 16,5 milioni, ci sembra evidente il deficit dell’organizzazione ricettiva in Sicilia, la cui responsabilità è parimenti divisa tra la Regione e le organizzazioni del ramo.
Non si capisce perché un modello vincente come quello della piccola repubblica di Malta non venga copiato e rapportato a un territorio come quello della Sicilia, che è 80 volte più grande.

Altro confronto perdente per la nostra Isola è quello con la regione Veneto nella quale i pernottamenti sono stati circa 70 milioni. Anche quello è un modello di funzionamento vincente che basterebbe copiare, utilizzando in addizione il numero e la qualità dei beni archeologici, culturali, paesaggistici, montani e marini, che vi sono nella nostra Isola e non invece nella regione del Nord-Est.
Non si capisce perché sul piano organizzativo la Regione e le strutture ricettive private non debbano trovarsi al massimo livello ma intorno alla metà della classifica tra le regioni italiane per pernottamenti. E non si capisce perché il settore non utilizzi tutti i fondi europei, pari ad alcuni miliardi, nonché i fondi statali cui attingere anche all’Agenzia di coesione territoriale.
Non si capisce ancora perché manchi un Piano aziendale nell’assessorato al Turismo che contenga gli obiettivi, i mezzi e i tempi per la realizzazione. Manca infine il controllo sistematico del cronoprogramma e del raffronto tra risultati e obiettivi.
La Regione continua a traccheggiare, fa promesse roboanti e magnificazioni del territorio mentre trascura la parte più importante del servizio turistico e cioè le infrastrutture.
In assenza di reti ferroviarie degne di questo nome, con la presenza di alcune autostrade ormai deteriorate e diventate sentieri di guerra, con un complesso di strade statali, provinciali e comunali da terzo mondo, i quattro aeroporti sul territorio isolano sono diventati oasi nel deserto mentre essi dovrebbero essere collegati da treni ad alta capacità.
In tal modo da Trapani a Palermo e da Comiso a Catania sarebbe sufficiente un’ora di percorso. Tutto ciò ovviamente, con le stazioni sottostanti alle aerostazioni.
Ma dopo le promesse di Rfi delle Ferrovie pubbliche, di spendere 5 miliardi, tutto è andato nell’oblio.
Nelle economie moderne i trasporti e la logistica hanno assunto un ruolo fondamentale per la crescita. Tutte le grosse infrastrutture – aeroporti, porti, stazioni ferroviarie, autostrade – dovrebbero fare sistema integrato in modo da soddisfare i bisogni degli abitanti, ma anche quelli dei turisti che vengono in Sicilia non solo per godere delle beltà, ma per essere assistiti da servizi ricettivi migliori possibili.

Il turismo è un’attività primaria se si organizza bene. L’altra è l’agricoltura innovativa e la terza quella dei servizi e dell’energia pulita. Al riguardo non si capisce perché la Regione non intervenga autorevolmente per ottenere la bonifica dei poli di Priolo e Milazzo. L’Eni, invece, da parte sua, ha trasformato il polo energetico di Gela che ora produce solo energia rinnovabile, quindi pulita.
Anche l’ambiente è un elemento fondamentale per lo sviluppo del turismo perché i nostri ospiti hanno il diritto di far godere i propri occhi ma anche di respirare aria pulita.
Quanto scriviamo non è di difficile attuazione a condizione che chi guida la macchina pubblica sia competente, tenace ed onesto. Purtroppo di tali soggetti se ne vedono pochi.

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