Quando gli immigrati fanno impresa - QdS

Quando gli immigrati fanno impresa

Gaetano Cusimano

Quando gli immigrati fanno impresa

martedì 22 Settembre 2009

La stima di Unioncamere sull’imprenditoria immigrata in Italia, rispettivamente nelle varie regioni e province. Tra aprile, maggio e giugno 2009 la Sicilia ha registrato un incremento doppio dell’Italia

PALERMO – Rispondo ad uno dei miei dodici lettori. Sì, in Sicilia e in misura maggiore nella sua provincia, Palermo, operano piccoli imprenditori immigrati. Utilizzo al riguardo una recente ricerca di Unioncamere volta ad individuare e stimare l’imprenditoria immigrata in Italia e nelle sue regioni e province. Secondo Movimprese, la società consortile di informatica delle Camere di Commercio italiane, sono quasi 250 mila i piccoli imprenditori immigrati da paesi non appartenenti all’Unione Europea, titolari di aziende individuali, che al 30 giugno 2009 risultavano iscritti ai registri delle Camere di commercio e rappresentavano il 7,3% di tutte le aziende di questo tipo.
In Sicilia essi ammontano a 13.410, pari al 4,3 per cento del totale delle imprese individuali ed al 5,4 per cento del totale nazionale.
La graduatoria delle regioni italiane secondo i valori decrescenti di tale incidenza è aperta dalla Toscana (12 per cento), seguita a ruota dalla Lombardia e dalla Liguria (11 e rispettivamente 10 per cento, e chiusa dalla Basilicata col 2,4 per cento, preceduta dalla Puglia e dal Molise (3,2 e rispettivamente 3,7 per cento). Rispetto al trimestre precedente, tutte le regioni italiane hanno registrato modesti aumenti, compresi fra lo 0,26 per cento della Valle d’Aosta e lo 0,02 per cento del Molise. La Sicilia ha registrato un aumento interessante e pari a due volte quello medio dell’Italia (0,19 contro 0,8 per cento), mentre la Basilicata non ha registrato alcuna variazione.
In termini assoluti, invece, le presenze più consistenti si registrano in Lombardia (46.032 imprese), Toscana (26.323) ed Emilia Romagna (25.188).
A scala provinciale il contributo dei piccoli imprenditori immigrati privilegia Prato, che con 5.131 imprese sfiora il 32 per cento del totale delle imprese individuali. Segue Milano con 9.414 imprese raggiunge il 16 per cento delle imprese individuali e Firenze, Trieste e Reggio Emilia con incidenze intorno al 15 per cento. All’ultimo posto nella graduatoria delle province italiane secondo i valori decrescenti di tale incidenza troviamo Enna: con sole 187 imprese raggiunge l’1,5 per cento, preceduta da Foggia, Taranto, Brindisi e Potenza con incidenze intorno al 2 per cento. All’interno della nostra regione troviamo al primo posto Palermo, che con 3.460 imprese con titolare non appartenente all’Unione Europea raggiunge il 5,7 per cento. Seguono le province di Messina e Ragusa 5,3 e rispettivamente 4,9 per cento. In coda, prima di Enna, troviamo Trapani e Siracusa (3,1 e rispettivamente 3,6 per cento).
La ricerca Unioncamere non dice nulla sui settori di attività a scala regionale e provinciale, In Italia, sempre a giugno 2009, troviamo ai primi posti il commercio, con 17 mila aziende pari al 43,2 per cento di tutte quelle con un titolare nato al di fuori dell’Ue, le costruzioni (27,2 per cento) e le manifatturiere (11,2 per cento). Insieme questi tre settori superano l’80 per cento. Nel secondo trimestre del 2009, ad eccezione dei trasporti, magazzinaggio e comunicazioni e dell’istruzione, in tutti i settori di attività c’è stato un aumento di imprese con titolare immigrato. Il saldo maggiore si è registrato nel commercio (+2.235 attività), seguito dalle costruzioni (+867) e dai servizi alle imprese (+362).
Così come non dice nulla sulle provenienze. In Italia con oltre 97 mila presenze, pari al 39,6 per cento del totale, il serbatoio principale dell’imprenditoria immigrata è l’Africa. A grande distanza seguono i cittadini senegalesi (13.597), i tunisini (11.136), gli egiziani (10.408) e i nigeriani (5.824). Prese insieme, le prime cinque nazionalità costituiscono il 90 per cento di tutto il contributo del’continente nero all’imprenditoria tricolore.

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