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Messina – Nuovo Palagiustizia, dove farlo? Un rebus che non trova risposta

Francesco Torre

Messina – Nuovo Palagiustizia, dove farlo? Un rebus che non trova risposta

sabato 15 Febbraio 2014
Messina – C’è chi la vuole cotta e chi la vuole cruda. E poi c’è chi si lamenterà sempre e comunque. Casa dello Studente, Margherita e caserma di Bisconte: il rebus sul nuovo Palazzo di Giustizia sembra essersi ormai ridotto a un gioco delle tre carte. Dove – come è noto – la carta giusta tenderà sempre a rimanere nascosta.
È passato quasi un mese dall’apertura dell’anno giudiziario, e dalle stravaganti accuse del presidente dell’Ordine degli Avvocati Francesco Celona nei confronti del sindaco Renato Accorinti, tacciato di voler evitare di prendere delle decisioni per favorire “i poteri forti”. Frasi che evidentemente hanno lasciato strascichi: il primo cittadino sarà infatti anche un pacifista, ma per un anarchico essere giudicato servile da un lobbista non è proprio una bella cosa.
 
Dunque è molto probabile che il Comune non prenderà mai più in considerazione l’idea di realizzare il PalaGiustizia satellite nella sede dell’Ersu. A maggior ragione che contrarietà a codesta soluzione (e adesione all’ipotesi ex Margherita) è stata manifestata formalmente anche dal IV e dal V quartiere e dall’Unione degli Studenti, ed informalmente da una buona fetta di professionisti del settore e dallo stesso Genio Civile. Perché? Problemi di viabilità, parcheggi e spazi ridotti, ma soprattutto per salvaguardare la popolazione studentesca (comunque da anni in deficit di posti alloggio, nel silenzio generale).
 
Falsi problemi, secondo i fautori dell’operazione Casa dello Studente (magistrati, avvocati, operatori di giustizia e buona parte del Consiglio comunale), i quali peraltro hanno già incassato il nulla osta del rettore Pietro Navarra, purché naturalmente l’Università venga “risarcita” con un altro edificio da adibire a studentato (già individuato, l’ex Hotel Riviera, la Provincia Regionale è d’accordo).
Solitaria, la Giunta Accorinti continua invece a proporre ormai da settimane l’ex caserma di Bisconte, che però – non è un dettaglio – è ancora nel patrimonio del Ministero della Difesa. Il progetto di riconversione della struttura pare sia già stato elaborato dal presidente dell’Ordine degli Architetti Giovanni Lazzari, e come annunciato dal vice sindaco Guido Signorino si sta seriamente e urgentemente vagliando l’ipotesi.
Che al momento non è concreta, come pure la soluzione ex Margherita, che in barba alle promesse del presidente Crocetta è rimasto saldamente in seno al patrimonio regionale. Mentre si continuano a mescolare le carte in tavola, però, il rischio concreto che il finanziamento ministeriale, già decurtato da 17 a 14 milioni di euro, svanisca è più che concreto.

La storia. Un progetto che si trascina da oltre 30 anni

Messina – Il primo progetto comunale del secondo Palazzo di Giustizia risale al 1983. Da allora sono passati più di 30 anni e ancora c’è voglia di giocare. Le tre soluzioni in campo oggi sembrano tutte impraticabili e comunque non risolutive: la caserma di Bisconte e l’Ospedale Margherita non sono nella disponibilità del patrimonio comunale, mentre la Casa dello Studente è oggettivamente troppo piccola.
Nel frattempo, le amministrazioni pubbliche hanno sprecato la cifra monstre di 62 mln € per affittare uffici e sedi giudiziarie, più altri 3 mln € di finanziamento ministeriale già perduto. Eppure una gara, il Comune, l’aveva fatta ed esitata, solo cinque anni fa. Ci si chiede: perché la Giunta non riparte da lì, almeno per evitare i contenziosi e i maxi risarcimenti e dare insieme una risposta immediata di legalità? Cosa si oppone ad una soluzione di buon senso? Poteri forti? Idealismo elettoralistico? Incompetenza? O tutti e 3 questi fattori messi insieme?

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